La strage dei best seller.

Dicembre: Uomini che odiano le donne di Stieg Larrson, Venuto al mondo di Margaret Mazzantini. Gennaio: Il dio del fiume di Wilbur Smith, La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano. Febbraio: Le parole che non ti ho detto di Nicholas Sparks, Il socio di John Grisham. Queste sono solo le prime uscite mensili di una grandiosa collana che va “al cuore del romanzo”.
La casa editrice Centauria del gruppo RCS, a loro dire, ci sta offrendo “Un’occasione unica per vivere il piacere della lettura senza perdere nulla della trama o della piacevolezza del racconto”, anche se l’affermazione “il piacere della lettura senza perdere nulla” mi fa pensare che altro non viene fatto dalla rivoluzionaria casa editrice Centauria che rilegare un best seller e rivenderlo.
L’ennesima casa editrice che propone libri ultravenduti già editi? Non sembrerebbe né un’idea grandiosa né tanto meno rivoluzionaria. Invece no! La grandiosa idea della rivoluzionaria casa editrice Centauria è quella di offrire “il meglio della narrativa mondiale scelto e distillato per offrirti l’essenziale”. Se state strabuzzando gli occhi, tranquilli, io è da dicembre che li strabuzzo. Per capire meglio di che si tratta sarà sufficiente andare sulla home page della rivoluzionaria casa editrice Centauria regina dei libri distillati; leggerete annunci pubblicitari del tipo: “Abbiamo ridotto le pagine, non il piacere” (…chi ve lo ha detto che non perdo il piacere?), “Le pagine dell’originale distillate in meno della metà, 3,90 euro” (…potrei riavere le pagine in più pagando un sovraprezzo?), “Da oggi puoi leggere i best seller più avvincenti e appassionanti tutti d’un fiato. Nascono i Distillati: un’occasione senza precedenti per goderti il meglio della narrativa italiana e internazionale in meno della metà delle pagine dell’originale, ma senza perderti nulla (…non vorrei sembrare ingenuo ma pare che si perda più della metà delle pagine), “Vivi solo il piacere dei grandi best seller”, “Grazie ai Distillati, oggi possiamo goderci questi capolavori tutti d’un fiato, nel tempo di un film o di un noioso viaggio in treno” (…potrei allora guardarmi il film? Magari in treno?), “Ma cos’è esattamente un Distillato?” (Un cognac? Un brandy? Una grappa? Un whisky?) “Un Distillato è un grande best seller del nostro tempo riproposto in un’edizione “concentrata” in meno della metà delle pagine dell’originale. Un riassunto? Un’edizione semplificata? Niente affatto, ed è questo il segreto dei Distillati. Abbiamo tenuto inalterata l’atmosfera, le emozioni, la suspense e lo stile dell’autore: in questo modo a voi rimane solo il piacere di una storia senza tempo, goduta istantaneamente” (…qualcosa non mi quadra), “Avreste mai pensato di vivere le indagini di Uomini che odiano le donne tra una fermata di metropolitana e l’altra? O di leggere La solitudine dei numeri primi nello stesso tempo che impieghereste a vedere il film che ha ispirato? Con i Distillati tutto questo è possibile. Distillati: al cuore del romanzo”.

 

Quindi, esistono case editrici che fanno anche questo? Da dicembre sì. A differenza delle edizioni ridotte per ragazzi e ai Condensati editi dal 1950 dalla Reader’s Digest, questi non sono riassunti o Bignami, sono distillati. Qualcuno, non credo l’autore, ha preso il testo e lo ha tagliato, cambiato, modificato, tenendo ”inalterata l’atmosfera, le emozioni, la suspense e lo stile dell’autore” solo allo scopo di dimezzarlo. Un miracolo? Può essere davvero lo stesso racconto? Se scrivo un testo di 500 pagine, possono diventare 250 mantenendo “inalterata l’atmosfera, le emozioni, la suspense e lo stile dell’autore”? So di essere bigotto e antiquato ma d’impulso mi verrebbe da dire no, non si può! E poi questo genere di libri ‘dimezzati’ a chi sono diretti? Di certo non a chi ama la lettura. Ai ragazzi? Non sono libri per ragazzi, almeno non tutti. Ai pendolari? Il pendolare ha talmente tanto tempo che può leggersi Infinete Jest di David Foster Wallace anche in tre mesi senza ricorrere a tagli o sunti. Realmente: “a chi sono diretti?” Questa, secondo me, è la domanda da porsi. A chi questa grandiosa casa editrice dalle idee rivoluzionarie si sta rivolgendo? Ho paura che la risposta che nella mia testa echeggia già da dicembre non a tutti piaccia e parte dal seguente ragionamento: chi è disposto a leggere un ‘distillato’ di un capolavoro? Andando per esclusione allora direi: non gli amanti della lettura, non i ragazzi, non i pendolari: forse chi è soggetto a scarsità di tempo? No, credo neanche loro; del resto, anche se si avesse poco tempo, sono sicuro che qualsiasi scelta sarebbe comunque migliore di leggere un libro ‘distillato’, ad esempio guardarsi un bel film. Che poi un’altra questione è ‘distillato’ da chi? Non credo che il primo che capita possa mettere mani ad un capolavoro: forse potrebbe farlo l’autore, ma stento a credere che l’autore di un testo, peraltro consacrato come capolavoro, possa volontariamente e personalmente accettare di amputare il proprio testo. Io, fossi in lui, e se il guadagno fosse il mio unico obiettivo, lo farei fare a qualcun altro, non ce la farei a farlo io. “Se proprio devo perdere un braccio, fatemelo tagliare da qualcun altro, da solo non ce la faccio!” urlerei senz’altro. Pensandoci bene poi, l’autore di un best seller, che accetta un simile restyling commerciale come ne esce? Come può essere percepita dai lettori una siffatta scelta? E chi ha letto il libro per intero come dovrebbe sentirsi nei suoi confronti?

 

Riepilogando, quindi, se escludiamo amanti della lettura, ragazzi, pendolari e tutte le persone soggette a scarsità di tempo, chi rimane?
Forse i pigri o chi non riesce a porsi grandi obiettivi; riflettendoci bene, però, se sei pigro per leggere cinquecento pagine lo sei anche per duecentocinquanta.

 

Perché, e lo ripeto, quello che emerge è l’obiettivo commerciale di questa proposta editoriale: il profitto, che si cerca a tutti i costi per una nicchia di consumatori disposti ad accettare un mezzo capolavoro, che si cerca a tutti i costi per una nicchia di consumatori infischiandosene, di tutti quei lettori che già hanno letto il libro originale.
Chi rimane allora?
Chi odia e ha sempre odiato leggere ma nutre il bisogno sfrenato di non darlo a vedere e vuole far credere, invece, di aver letto tutti quei “romanzi di oggi che sono diventati famosi e letti quanto i classici della letteratura”.
Perfetto allora! Missione compiuta! La grandiosa e rivoluzionaria casa editrice Centauria edita libri per chi non ama leggere i libri ma ne vorrebbe tanto parlare. Missione che per contraltare però può essere anche vista come un contributo per l’umanità se attraverso ciò riuscisse ad avvicinare anche solo una persona in più al mondo dei libri ‘originali’: come sosteneva Umberto Eco “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è un’immortalità all’indietro”.

 

In attesa della prossima uscita di aprile sto mettendo su un progetto commerciale del tipo: “41 sinfonie non vi sembrano troppe? Noi le concentriamo in una! Avreste mai pensato di vivere le oltre 41 sinfonie di Mozart tra una fermata di metropolitana e l’altra? O di ascoltare tutto Beethoven nello stesso tempo che impieghereste a prendere un caffè? Con i ‘Concentrati’ tutto questo è possibile. Concentrati: al cuore della sinfonia”.