L'inventore di sogni.

C’è qualcosa di poeticamente magico e di magicamente poetico nell’immaginario cinematografico di Hayao Miyazaki.
Paziente e implacabile creatore di sogni d’animazione che trascendono l’età anagrafica di un individuo, Miyazaki ha prodotto veri e propri capolavori del grande schermo. Sfidando apertamente convenzioni che relegano il cartoon alla sfera infantile. Esiste forse – chiediamocelo con onestà – un modo più umilmente elegante dell’affidare la saggezza alla fantasia?
Quella del regista giapponese è una fantasia adulta ma consapevolmente connessa all’immaginazione dei più piccoli. Nell’insolito oceano cinematografico di Miyazaki ci sono le correnti orientali, che si fondono e si confondono con quelle provenienti dall’Occidente (non è certo sconosciuta l’ammirazione del regista giapponese nei confronti del maestro dell’animazione Walt Disney).

 

Un film può relazionarsi a noi utilizzando vari livelli percettivo-comunicativi, così come un qualsiasi profumo creato dall’uomo contiene le celebri tre note essenziali, tutte riconoscibili solo se prese separatamente: il risultato finale è un unico, gradevole, connubio destinato ad essere tale solo grazie alle caratteristiche dei singoli elementi che lo compongono.

 

Cerchiamo allora la nota di testa dei film di Hayao Miyazaki, quella d’impatto iniziale, la più intensa ma la meno duratura: un mondo immaginario popolato da creature borderline, impregnate di magia, sempre al confine tra il tragico e il comico, tra il reale e il sovrannaturale, tra il positivo e il negativo.

Arriva la nota di cuore, quella che dà l’emozione, che svela la vera natura: la bontà e la cattiveria sono soltanto dei parametri nell’immaginario di Miyazaki. Non esiste il peccatore, ma esiste il peccato. Ma la Pietà e l’Amore possono superare davvero tutto, basta desiderarlo abbastanza. L’uomo è capace di peccare ma, qualora trovi la redenzione, il perdono mai gli sarà negato.

Il film è ormai finito, ed è il momento in cui il pensiero si articola e si rielabora, riesamina ciò che ha visto: è arrivata la nota di fondo. Scopriremo che esiste un mondo ancora più profondo dietro alle immagini create da Miyazaki; ci renderemo conto che i suoi personaggi non sono involucri transitori di messaggi umanamente apprezzabili. Essi sono portatori di un’umanità disarmante.

 

Hayao Miyazaki (2)

Hayao Miyazaki e l’Oscar alla carriera ricevuto nel 2015

 

 

Anche i più grandi sognatori presto o tardi smettono di sognare. Hayao Miyazaki nel settembre del 2013 ha ufficializzato il suo ritiro dalle scene cinematografiche: necessita libertà, il regista quasi settantacinquenne, una libertà che il cinema non gli concederà mai se resterà operante. Si alza il vento è stato il suo ultimo capolavoro, la sua ultima fatica.

 

Ma noi non dimenticheremo mai né Miyazaki, né i suoi bellissimi film. Ecco quali sono i tre che noi abbiamo preferito, quelli che ci porteremo sempre nel cuore, col sorriso.

 

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