Vi raccontiamo com'è andato il DGTL Barcelona 2016.   

La seconda edizione del DGTL Barcelona chiude le sue porte registrando 30.000 presenze nell’arco del fine settimana; un +50% rispetto allo scorso anno che fa pensare indubbiamente che il festival stia diventando un appuntamento fisso dell’estate catalana e non solo.

Tra il pubblico di quest’anno infatti gli autoctoni erano senza dubbio in minoranza; massiccia la presenza di italiani, francesi e ovviamente olandesi, ricordando che il DGTL festival nasce ad Amsterdam.

 

Venerdí 12

 

Nonostante il caldo soffocante, arriviamo giá il venerdí carichi a molla e fin da subito falliscono i nostri piani di una serata tranquilla pensando al fatto di dover affrontare un lungo weekend.

L’aumento delle dimensioni rispetto all’anno precedente si nota a vista d’occhio, l’area del Parc del Forum a disposizione é molto piú ampia ed i palchi, tutti aperti dalle 3am alle 3pm non sono piú 3 ma 4: Phono, Stereo, Audio e Digital.

Decidiamo di iniziare la serata al Phono, il palco piú piccolo e suggestivo, trovandosi esattamente sotto il pannello solare, simbolo del Forum. Arriviamo giusto in tempo per il finale del set di Job Jobse. Suona Born Slippy, colonna sonora di Trainspotting, sole che tramonta dietro al Tibidabo, una cornice perfetta per questo intimo momento che é una delle migliori immagini che conservo del festival. L’atmosfera e le vibrazioni che si percepiscono, gli sguardi della gente, tutti sanno che sta prendendo il via una serata magica. E quindi si comincia a ballare: Fort Romeau, Mano Le Tough, Dixon, Hunee b2b Antal e Ben Ufo. Questo é stato piú o meno il nostro lungo percorso durante la notte di venerdí al DGTL con due brevi parentesi per Kink e Oscar Mulero. Ripensandoci non so come abbia fatto a vedere tutti questi artisti, quello che so é che mi sono portato a casa il ricordo di una giornata formidabile in cui non c’é stato un secondo di pausa e in cui tutto é andato perfetto.

 

DGTL Barcelona

 

Sabato 13

 

La seconda giornata subisce  purtroppo le conseguenze di un venerdí devastante e cosí il sabato arriviamo con testa e soprattutto piedi stanchi, cosa che ci fa tenere almeno per un pò alla larga dalle piste da ballo ed apprezzare l’organizzazione del festival in tutti gli aspetti che vanno al di lá della musica. Le installazioni al Parc del Forum sono molte. A parte l’enormità dei palchi, Audio e Digital su tutti, costruiti utilizzando i tipici container navali, quello che ci ha colpito é stato il sistema di luci laser che dominava la piazza centrale dove si ergevano due costruzioni mobili a forma di satellite. Piccola delusione per il tanto atteso tunnel interattivo della start up catalana che aveva vinto il pitch DGTL. Si é rivelato un gioco di luci costruito a partire da una struttura giá esistente al forum, ma che di interattivo aveva ben poco. Il nostro hangover ci ha spinto anche a provare l’hamburger di tofu, una delle offerte di punta di un menu che come giá detto offriva quest’anno solo veggie food. Giudizio finale: pensavo peggio.

Un volta rifocillati parte la nostra maratona musicale. Le scelte di sabato propendono per qualcosa di piú duro rispetto all’atmosfera chill del giorno precedente. Cosí dopo un inzio soft con Tama Sumo arriviamo al Digital stage con un Ame b2b Rødhåd che letteralmente distrugge i timpani nel senso positivo del termine. Ma 3 ore con questo duo é troppo anche per noi cosí decidiamo di dare un’occhiata a Marcell Dettman e Jeremy Underground con quest’ultimo che ci ha sorpreso positivamente. La fine della serata si divide tra Nina Kraviz, Ben Klock e Hot Since 82 ma come detto le gambe sono ormai stanche ed il giorno seguente ci aspetta l’unofficial after party…

 

 

Parole di 

Jacopo Duratti