Lo scrittore italiano Gianluca Giombi ed il potere del crowdfunding!

In Alto Mare è il romanzo d’esordio dello scrittore italiano Gianluca Giombi che attraverso il crowdfunding cerca la pubblicazione con Bookabook.

 

Un Paese – l’Italia – lacerato da un progresso tecnologico accompagnato da un inesorabile regresso umano e ambientale. Un muro posto a dividerne destini e fortuna.

La necessità di arginare il fenomeno migratorio prima, e il bisogno di selezionare i destinatari di un sempre più elitario benessere poi, ne hanno giustificato la costruzione.

 

Guardie armate ne sorvegliano l’intero perimetro. Tra queste, Giuseppe, un giovane idealista che spera ancora in un futuro migliore. Mauro, suo padre, ne condivide l’elevato spessore umano, offrendo le sue competenze mediche al San Camillo, l’ospedale del lato Sud, dove non si cura solo la malattia ma anche la disperazione.

La monotona routine che scandisce le giornate di Giuseppe è solo spezzata dall’incontro con Anna, incontro destinato a cambiargli per sempre la vita.

Anna e Giuseppe, fisicamente separati dalla presenza, fissa e immutabile, del muro, riscalderanno i loro cuori al fuoco di una (forse) salvifica passione clandestina. Anna per Giuseppe altro non è che il rifugio sicuro dove esiliarsi dall’ostilità del mondo esterno; è il caldo abbraccio dell’estate dopo mesi di gelido inverno. Il frutto del loro amore, quasi come una benedizione, costringerà i due, con l’aiuto di Mauro, a pianificare una fuga.

Riuscirà il loro amore a vincere l’odio e il pregiudizio?

 

In alto mare racconta una storia corale di marginalità; non elegge un protagonista capace di elevarsi sopra gli altri, ma li posiziona tutti sullo stesso piano tanto da far sospettare che il vero protagonista della storia non sia altri che quel muro che divide di netto un paese e tutto ciò che in quel contesto storico rappresenta.

I personaggi di questo distopico romanzo altri non sono che testimoni del tempo, capaci di rappresentare un avamposto di resistenza, nell’ostilità circondante. Anche l’ecosistema, ormai esausto, presenta il proprio conto. Intense nevicate e piogge continue fanno da sfondo all’incedere del romanzo che, muovendo da un piovigginoso novembre, giunge fino al cuore della primavera. E non sembra casuale che il romanzo si chiuda prima dell’arrivo dell’estate.

L’autore lascia volutamente fuori fuoco l’esito di una vicenda che parla anche di speranza, poeticamente reificata in un “fiore in un giardino ricolmo di spine”. O una rosa che sboccia in mezzo a una distesa di neve.

 

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