La La Land è un’opera che fa della magia la sua cifra artistica.

Cinemascope. Telecamera che inquadra una lunga strada trafficata. In alto, la collina di Hollywood. Si apre il ‘sipario’ su una fila di macchine e comincia la musica. Un travolgente motivo colora lo schermo di canzoni vecchio stile, che ricordano It’s raining man o I’m singing in the rain. Il musical prende piede. Si apre ‘il sipario’ e comincia La La Land.

 

Scelta come pellicola di apertura della 73º Mostra del Cinema di Venezia, questo film è il compendio nostalgico di un genere che ha segnato la storia del cinema statunitense. Infatti, nonostante sia difficile trattenere questa pellicola all’interno di una categoria precisa, è da considerarsi, inevitabilmente, un omaggio ai musical degli anni Cinquanta e Sessanta. Il regista Damien Chazelle ha costruito intorno a questo ricordo un film dai toni malinconici che affronta le ambizioni, le paure e i compromessi che caratterizzano l’inseguimento di un obiettivo.

 

La La Land 1

Ryan Gosling e Emma Stone sono i protagonisti di La La Land

 

Siamo a Los Angeles, una città sospesa tra la realtà e i sogni, che tutto promette ma che spesso illude. Mia, interpretata da Emma Stone, è una giovane ragazza, aspirante attrice, che lavora in un bar ad Hollywood, giusto accanto agli studi cinematografci dove ogni giorno assiste al rodaggio di un film.  Sebastian, Ryan Gosling, è un pianista amante del jazz che cerca di proteggere nelle sue idee un po’ vecchio stile il senso della musica passata, l’unica che senta sua. I due si incroceranno varie volte e i loro destini fileranno una trama ricca di ricami e di nodi spesso indissolubili, attraverso il susseguirsi delle quattro stagioni. Nonostante in California non si avverta il cambio climatico che ne comporta il passaggio per esempio dall’inverno alla primavera, la vera trasformazione è quella dei protagonisti che sono in continua crescita personale. Ecco che li vediamo fiorire in primavera e cadere in autunno (Fall), in una metafora continua di cambiamento.

 

Ma vale la pena soffermarsi su un aspetto importante: perchè La La Land non è il classico musical? Qual è la novità di questo film unico nel suo genere?

Senza dubbio, il ritorno al senso più puro del cinema e della sospensione dell’incredulità. La La Land ci riporta, infatti, ad apprezzare il significato artistico che avevamo perso di vista e che è insito in un’opera filmica: ovvero il distacco dalla realtà, tangibile e percepibile attraverso strategie di narrazione che non rispettano il filo basico della stessa. Infatti, Chazelle interrompe un dialogo con canzoni, balli, musiche, uscendo fuori dal ‘codice’ della realtà al quale il cinema è sempre più legato negli ultimi anni. Ciò che si ricorda, guardando questa pellicola, è che un regista può permettersi tutto perchè il cinema non è la realtà, ma una sua interpretazione. Lo spettatore ritorna a voler godere di un’opera nella sua completezza.

 

La La Land 2

I protagonisti sono in continua crescita personale, in una metafora costante di cambiamento

 

La La Land è dunque un film che ha restituito al pubblico la consapevolezza di lasciarsi trasportare dalla finzione in quanto tale, senza aspettarsi e disperarsi che sia irrealtà. Ritorniamo all’archetipo del racconto come catarsi: l’esplosione di musica e l’armonia dei colori dipingono un prezioso collage di sguardi, amore, sofferenze, dolore, ambizione e lotta che permettono lo sfogo e la liberazione finale di un compimento.

 

Il vero omaggio, quindi, non è propiamente quello al musical in sè, quanto allo spettatore: ci si riappropria del compromesso artistico come nei vecchi film, ci si sorprende positivamente delle musiche, delle canzoni, si ritorna al senso di scoperta e di sorpresa come con la pellicola della locomotiva, dopo la quale tutti gli spettatori scapparono dalla sala. Si ricrea la magia dell’arte in quanto tale, senza spiegazioni logiche: l’artefatto è bello così come ci viene presentato.

 

“City of stars, are you shining just for me?”

 

Le parole della canzone che compone Sebastian sembrano avvertire riguardo al senso effimero del successo e dell’ambizione, che spesso hanno molti prezzi da pagare, tra cui l’illusione. Tutto gira intorno a questo compromesso, non solo artistico, ma anche reale. Quanto si è disposti a perdere per realizzare un sogno? Ne vale sempre la pena?

Tutto questo è La La Land che inaugura, indubbiamente, un 2017 iconico per la storia del cinema.

 

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