Abbiamo intervistato Max Collini e Jukka Reverberi, ovvero gli Spartiti, che presentano il loro ultimo disco Austerità.

Servizio d’ordine è l’ep che gli stessi Spartiti presentano come conclusione ideale del lavoro iniziato con Austerità. Un disco fatto di omaggi alle vicende umane, che siano di personaggi noti ai più, come Andrea Bellini, o vicende personali che toccano la sfera affettiva e sociale. Un lavoro intenso, come il precedente d’altronde, che però mi ha incuriosito, viste alcune scelte tematiche, al punto di volere e preferire un’intervista a una più semplice e verticale recensione, ne ho parlato con gli autori e componenti del progetto: Max Collini e Jukka Reverberi. Qualche quesito, nulla di eccessivamente impegnativo o descrittivo del disco che va ascoltato senza la sovrastruttura di una critica o del racconto attraverso gli autori, a mio avviso. Erano e sono i punti su cui ritengo giusto dare qualche approfondimento per una fruizione più ricca, non migliorano o inficitano l’ascolto, semplicemente offrono quel colore che va oltre il prodotto musicale in sé.

 

Con Servizio d’ordine titolate l’Ep e aprite il disco. L’omaggio ad Andrea Bellini, recentemente (e tragicamente nda) scomparso, è preso dal libro La banda Bellini di Marco Philopat edito da Agenzia X. Il brano chiude con una frase scritta dai fasci sul muro durante un assedio “Bellini da vivi, bellissimi da morti”. Ad un primo ascolto, sembrerebbe una considerazione un po’ vittimistica di quella ferocia che è stata propria dei movimenti di estrema destra di allora e che tutt’ora si perpetua lontano dall’onere della cronaca. Eppure, riascoltandola, ho avuto un’altra impressione, come se fosse un’altra la chiave di lettura, come dire, da vivo è stato un grande, ma dopo la sua scomparsa resta alla storia come un esempio che non s’è mai piegato a nulla, meno che mai al tempo. È un mio felice volo pindarico o volevate usare quell’angheria di allora come rivalsa postuma?

Max Collini: Ho molto amato quel libro, la storia di Andrea Bellini è una storia umana, sociale e politica emblematica e perfetta per contestualizzare quel periodo, gli anni ’70, diversissimo da questo. E’ un brano che fa da perfetto contraltare alla storia invece intimissima di un brano come Austerità ed entrambe si svolgono nello stesso momento storico. Il frammento di Philopat che abbiamo scelto è molto evocativo e descrive benissimo la drammaticità e la violenza politica dell’epoca, ma non era nostra intenzione idealizzare alcunché. Bellini è un simbolo dell’area antagonista post sessantottina e il nostro percorso ideologico e i nostri riferimenti non sono esattamente sovrapponibili ai suoi. 

 

Come mai c’avete tenuto a sottolineare che l’omaggio era venuto da due Eurocomunisti?

Max: Esattamente per il motivo di cui sopra. Sia io che Jukka veniamo dal PCI, non dai movimenti della contestazione extraparlamentare. Era giusto, nel rispetto della storia di ognuno, segnare una differenza. Ognuno ha il suo percorso e il suo vissuto, non necessariamente migliore o peggiore, ma in questo caso certamente diverso.

 

Jukka Reverberi: Max è generoso con me, ma io al massimo ho militato per due anni nella Federazione Giovanile Comunista Italiana prima che questa si sciogliesse, seguendo le scellerate mosse del segretario del PCI, un uomo non all’altezza per affrontare una sfida di tale portata. E’ pur vero che per storia familiare (che in un qualche modo diventa storia personale) anche io appartengo all’area del PCI più dura nei confronti dei movimenti extraparlamentari di cosiddetta sinistra. Detto questo la vicenda umana e politica di Bellini è vera ed intensa e le pagine di Philopat rendono bene il clima di quegli anni. Con la scomparsa improvvisa di Bellini ci sembrava giusto ricordarlo, non tacendo però sulla nostra appartenenza, che è un’altra. Io la vedo come una forma di rispetto.

 

Nel disco c’è una cover di Qualcosa sulla vita dei Massimo Volume. Secondo me Emidio Clementi è l’uomo da battere per chiunque in Italia approcci alla musica con la parola parlata. Come vivi la condizione di esserci amico e rivale?

Max: Ho seguito fin dall’inizio le vicende dei Massimo Volume e poi i percorsi frastagliati sia musicali che letterari di Emidio Clementi. Non ho mai sentito alcuna rivalità, nemmeno in senso strettamente artistico. Il nostro vissuto e le nostre sensibilità sono molto diverse e credo che sia così anche per lui. Penso che sia un artista centrale in Italia per un certo tipo di letteratura e ambiente musicale ed è un punto di riferimento molto alto, ma non ho mai desiderato diventare come lui, non ne sarei capace, non avrebbe senso e soprattutto sarebbe terribilmente patetico. In questo periodo entrambi compiremo cinquant’anni, a poche settimane di distanza uno dall’altro. Mi pare che lui se li porti con grandissima dignità. Di me non saprei dire, ma garantisco che me li sento tutti.

 

La cover di Qualcosa sulla vita dei Massimo Volume

 

Ida e Augusta sono un felice contraccolpo durante l’ascolto dei vostri lavori, perché mentre in molti altri brani si ha quel giudizio un po’ misantropo dell’umanità, nelle sue grandi o piccole disgrazie, qui ci sono due donne di cuore, educate e splendide, come solo le mamme sanno essere. E ci ricordano che in quel gioco orrendo di tifoserie che è la vita con le sue scelte, c’è sempre la possibilità di fermarsi e valutare che in fondo, siamo e possiamo tornare tutti esseri umani. È solo un momento per prendere fiato, prima di ritornare a soffrire perché si decide da che parte stare, oppure è una precondizione che vi portate dentro sempre?

Max: L’aspetto emotivo ed umano è, credo, preponderante in Spartiti, non potrebbe essere diversamente. Il testo di Ida e Augusta è opera di Arturo Bertoldi e io mi ci ritrovo pienamente e convintamente. Dice moltissime cose vere, verissime, importanti. In poche frasi un mondo intero. Il novecento squadernato, intatto, tragico e sublime. Una pagina perfetta, assoluta. Avrei voluto scriverla io, ma non posso pretendere così tanto da me stesso. E’ bello che invece l’abbia scritta un amico di sempre come Arturo. Se avete occasione andate a visitare Gombio, il piccolo paese teatro della storia di Ida Roser e Augusta Ludescher. Ida e Augusta riposano nel cimitero del luogo, l’ho scoperto solo recentemente. Credo che andrò a portare loro un fiore molto presto.

 

Avete preso i testi da altri artisti oltre i già citati, e inoltre per Babbo Natale in Austerità c’è lo zampino di Simone Lenzi dei Virginiana Miller. Parlando invece di composizione e musicalità, c’è qualcuno di cui vorresti rubare spudoratamente qualcosa alla luce del sole, qualcosa che è già stato scritto ma con il giusto arrangiamento sarebbe perfetto per Spartiti?

Jukka Reverberi: La cover di Qualcosa sulla Vita potrebbe già essere un indizio ed una risposta alla tua domanda. Prima di essere un musicista sono un ascoltatore incallito di dischi. Le influenze sono le più disparate, dalla musica concreta al punk, dall’ambient ai suoni lounge. Per farti un esempio: la ritmica di Austerità prende spunto da un singolo abbastanza famoso di Dezzee Rascal Fix Up, Look, Sharp, una roba assolutamente distante da Spartiti. Mi piace l’idea di portare tanti pezzi della mia cultura musicale nella costruzione del suono Spartiti, in modo da comporre un grande puzzle dove il quadro d’insieme funziona solo se tutti i diversi frammenti vengono accostati assieme nel modo corretto.

 

Servizio d’ordine s’è presentato come un lavoro utile a completare il percorso iniziato con Austerità, la necessità di lasciare su supporto parte di quei brani tagliati fuori dal lavoro principale senza però fare storia a sé. Per lo più sono brani che avete proposto in giro, quando avete presentato il progetto Spartiti. Questo significa che i prossimi lavori avranno materiale inedito e composto e scritto da ora in poi, dobbiamo aspettarci stravolgimenti sulla formula attuale?

Max: Per quanto riguarda la parte che mi compete, che sono i testi, credo di avere già qualche idea su cosa scriverò in futuro per Spartiti e certamente alcune cose nasceranno appositamente, ma c’è tempo. L’album Austerità è stato pubblicato solo un anno fa e l’Ep Servizio d’ordine da poche settimane, ci pare di avere già molta carne al fuoco. Dopo la fine del tour, in autunno, riapriremo il dibattito interno su questo argomento.

 

Jukka: L’idea di sparigliare le carte c’è. Vediamo se abitudine e pigrizia l’avranno vinta.

 

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