Il graphic novel di Davide Toffolo 'Pasolini' offre una riflessione sulle tematiche che percorrono l'opera del grande artista italiano.

Cosa succederebbe se all’improvviso Pier Paolo Pasolini tornasse in vita e volesse raccontare delle cose importanti? Cose che sono state perse nel passato e che meriterebbero di essere ricordate, non solo per trattenere il pensiero di questo grande intellettuale, ma anche e soprattutto per evitare che muoia definitivamente e ancora una volta. Così, a colpo di matita e fumetto, Davide Toffolo ricama una serie di interviste immaginarie tra lui e il grande Pasolini: in un’atmosfera senza tempo che ha un senso di irrealtà, ma contemporaneamente sembra invocare l’estro e lo spirito di questo straordinario intellettuale, che prima di essere tale si rivela in tutta la sua umanità.

 

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Davide Toffolo ricama una serie di interviste immaginarie tra lui e il grande Pasolini

 

La graphic novel, intitolata semplicemente Pasolini, è un viaggio compiuto dallo stesso autore, attraverso i luoghi che hanno fatto da sfondo alla vita del regista, poeta e scrittore, tessendo intorno a lui i pensieri e i punti di vista che lo hanno da sempre contraddistinto.

L’idea probabilmente nasce da un fatto realmente accaduto, e cioè che prima di morire Pasolini incaricò un fotografo di fargli degli scatti che rappresentassero la sua vita da artista. Così Toffolo, affascinato da quelle immagini, realizza un racconto disegnato addentrandosi nelle parole di Pasolini e venendone assolutamente contagiato, in un vortice emozionante di confessioni e spiegazioni, tra poesia e cinema, tra morte e vita.

 

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Davide Toffolo realizza un racconto disegnato addentrandosi nelle parole di Pasolini

 

Il libro inizia con l’immagine della morte, l’unica vignetta di colore rosso sangue nel bianco e nero delle pagine. Poco a poco, Toffolo comincia a tracciare il percorso della vita di Pasolini, dove cerca di mettere in luce non solo i punti salienti della sua poetica ma ricalca anche un tono di avvertenza nei confronti dei lettori nel considerare certi aspetti della sua vita e, soprattutto della società in cui viveva. Quello di cui ci parla Pasolini, non è una sorpresa. Quel che sorprende davvero e che si vuol evidenziare è che nulla è cambiato in questi quaratadue anni che ci separano dalla sua morte: il popolo italiano resta, per certi elementi, assopito in uno stato politico e di cose imborghesito e capitalizzato, fossilizzato. L’aridità della cultura media l’ha resa inaccesibile al popolo e agli intellettuali: questa riflessione percorre tutta la graphic novel con insistenza. Pasolini sembra arrabbiato e a tratti “stanco” di dover ribadire certi aspetti che sembrano rimbombare come un’eco non solo per il suo interlocutore, Toffolo, ma anche per gli stessi lettori.

 

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Il popolo italiano resta assopito in uno stato politico e di cose imborghesito e capitalizzato

 

Tutta l’opera, inoltre, è pervasa da un’aura di mistero: i disegni degli ambienti sempre fatiscenti, quasi abbandonati; Pasolini, che è vivo, ma in realtà non dovrebbe esserlo e appare come un uomo che non è facile da rintracciare; e l’autore che non sembra desiderare tante spiegazioni in merito. Questa scelta narrativa è indubbiamente collegata al mistero che pervade la morte del regista, trascinata fino ad oggi in una rete di segreti e interpretazioni forse sbagliate e forse eccessive: o semplicemente infangate dalla classe media, o meglio, dalla vita media di chi giudica ed infanga un pensiero, senza conoscerlo davvero. Ci sono dei pasaggi importantissimi del pensiero poetico di Pasolini che sono essenziali per chi vuole approcciarsi per la prima volta alla sua filosofia, o per chi semplicemente voglia ricordare attraverso le parole la sua parabola come intellettuale ed artista: un poeta che lottava contro la mercificazione della cultura, e un uomo che cercava di affermarsi in tutta la sua autenticità.

 

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Pasolini lottava contro la mercificazione della cultura

 

Mano a mano che il fumetto e la storia si svilupanno, il personaggio di Pasolini sembra dissolversi, disintegrarsi, quasi rompersi nella sua fragilità di personaggio colpito e consumato dal sistema, rappresentato in questo caso da una serie di animali-simbolo spesso presenti nelle sue poesie. Essi conducono il lettore in una sorta di dimensione primordiale, dove Pasolini da umano diventa sempre più icona di una realtà visionaria, che è quella della sua sacralità. Tutta questa eredità culturale sembra passare dall’artista Pier Paolo all’artista Davide, in uno scambio di energie quasi magiche che nel primo prendono forma attraverso la sua storia e, nel secondo, attraverso il tratto fitto della matita, che racconta questo passaggio con toni commoventi e spesso simbolici.

 

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Davide Toffolo racconta Pasolini con toni commoventi e spesso simbolici

 

Ciò che emerge da quest’opera preziosa sono diverse questioni: saranno dunque gli artisti disposti a mantenere viva quest’eredità? Saremo in grado di custodire, noi lettori, quello scrigno immortale di acutezza e genio pasoliniano che spesso è diventato un fardello di rabbia e solitudine? Riusciremo a farlo diventare parte della nostra quotidianeità, privandolo per sempre del suo essere considerato solo un fantasma?

 

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