Fra poco meno di una settimana in Francia si terranno le elezioni presidenziali. Noi le abbiamo viste attraverso fake news.

Fra poco meno di una settimana nella democratica terra di Marianna si terrà un’epica lotta fratricida a colpi di schede elettorali per le elezioni francesi. In palio non vi è solo la presidenza, bensí la salvezza del popolo francese dal giogo di un impero europeo tirannico e decadente, che considera la Francia come la propria «colonia penale». Per troppo a lungo questo paese avrebbe subito le angherie dei suoi cosiddetti «alleati» europei. Con la complicità di Bruxelles e del governo centrale, migliaia di migranti pernottano in alberghi di lusso a spese dei contribuenti e già si parla di trasformare il Faro Bretone di Parigi in un centro di prima accoglienza. Dopo tutta la fatica che è costato lo smantellamento della giungla di Calais, gli apparatčik della Commissione Europea potrebbero avere la decenza di aprire le porte del Berlaymont!

 

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Si parla di trasformare il Faro Bretone di Parigi in un centro di prima accoglienza (?)

 

In lizza per riconquistare l’agognata sovranità nazionale, 11 baldi politicanti si sfidano da settimane in infuocati dibattiti televisivi. Sullo sfondo una Francia esasperata dagli intrighi di palazzo e dai maldestri colpi di coda di un esecutivo traditore. I media tradizionali tacciono sull’accordo firmato dal ministro dell’istruzione Vallaud-Belkacem per introdurre l’insegnamento dell’Arabo nelle scuole elementari mentre l’Eliseo trama perché i detenuti, compresi quelli «radicalizzati», esercitino il proprio diritto di voto. Perché quel simpaticone di François Hollande – che secondo i sondaggi, tanto simpatico ai francesi non sta – dovrebbe permettere un abominio del genere? La risposta è semplice: sull’elezione presidenziale grava l’ombra dell’incubo di George W. Bush Jr che Bin Laden portò sugli schermi di tutto il mondo, l’organizzazione terroristica nota come Al-Qaeda.

 

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L’Eliseo trama perché i detenuti, compresi quelli « radicalizzati », esercitino il proprio diritto di voto

 

Ebbene sì, Al-Zawahiri si è invitato allo scrutinio francese sponsorizzando il più giovane dei candidati. Secondo alcune ricostruzioni, l’insospettabile leader del movimento En Marche!, al secolo Emmanuel Macron, sarebbe al soldo degli emiri del terrore ormai da qualche tempo. Una tesi che spiegherebbe come il giovane enarca abbia piantato Hollande per fondare un movimento politico sulla cui longevità non avrebbe scommesso neanche una scimmia ubriaca. In cambio del sostegno ideologico di Al-Qaeda, e finanziario dell’Arabia Saudita, Macron si sarebbe impegnato ad applicare la Sharia a Mayotte, dipartimento francese d’oltremare la cui popolazione è composta al 95% da musulmani. Delitto di blasfemia, ripudio della donna e poligamia, sarebbero alcune delle disposizioni che entrerebbero in vigore con la vittoria di Macron alle prossime elezioni. Mi domando tuttavia come si posizioni Al Zawahiri circa la sua presunta omosessulaità…

 

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Macron e l’appoggio da Al-Qaeda

 

Rimettendo insieme i pezzi del puzzle sembra che l’ala destra del Partito Socialista, riluttante all’idea di sostenere un Benoît Hamon sempre più in basso nei sondaggi, abbia scelto di appoggiare Macron, a sua volta sponsorizzato da fondamentalisti islamici. Contro di lui sarebbero pochi i candidati che possono sperare di prevalere. Una serie di contingenze astrali ha portato all’ibernazione del bipartitismo PS-I Repubblicani (ex UMP) che sembrava aver imbrigliato il sistema elettorale francese. Ció che ne deriva è una multipolarizzazione delle preferenze di voto e la ripresa di partiti satellite che per lunghi anni sono stati relegati nella periferia politica. Fra di essi si annovera anche il celebre Fronte Nazionale, la cui immagine è stata per cosí dire «ripulita» da Marine, figlia di Jean-Marie Le Pen, fondatore storico del partito. Accusato di finanziare il FN grazie allo spaccio di cannabis e querelato per tante belle dichiarazioni sulle minoranze etniche in Francia, Jean-Marie è stato progressivamente messo da parte dalla figlia perché il  partito ritrovasse una certa credibilità. Cosa in cui è riuscita poiché, nonostante le fregnacce che racconta, il FN è praticamente il primo partito per intenzioni di voto al primo turno della presidenziale. E c’è di più. Secondo un tweet di Lifenews il Cremlino avrebbe deciso di aiutare Le Pen a vincere le elezioni perché sarebbe l’unica interlocutrice europea interessante per una Russia sempre più marginalizzata. Nessuno sa come Mosca potrebbe riuscire nell’impresa ma quel burattinaio di Putin ha una marcia in più quando si tratta di stupire il pubblico. Le elezioni francesi prendono quindi le dimensioni di un confronto planetario con l’entrata in scena di Russia e Arabia Saudita. Chissà se gli Stati Uniti di Donald e Melania faranno altrettanto.

 

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Secondo un tweet di Lifenews il Cremlino avrebbe deciso di aiutare Le Pen a vincere le elezioni

 

Quanto agli altri candidati della rosa dei 5 favoriti, ovverosia Jean-Luc Mélénchon e François Fillon, gli scandali non sembrano intaccare la loro volontà di andare fino in fondo a questa storia. Habitué dei dibattiti presidenziali, il candidato de La France Insoumise parrebbe esser stato colto dagli internauti in flagranza di delitto di «vanità». Il vecchio Mélénchon, da sempre in prima linea per i diritti delle classi svantaggiate, si sarebbe fatto fotografare con indosso un bell’orologio Rolex dal valore di mercato inestimabile. La cosa non sarebbe stata gradita dai suoi supporter, né tantomeno dai suoi detrattori. Inoltre Mélenchon ha subito recentemente un altro colpo a causa del tam tam social-mediatico creato da un’intervista del 1991 in cui dichiara che il FN «è il solo partito che riabiliti la politica» in Francia. Alcuni internauti si starebbero mobilitando per conferirgli il premio coerenza 2017.

 

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Mélénchon e il rolex della discordia

 

Ben più noti e gravi sono invece i problemi di François Fillon. Travolto dalle accuse di appropriazione indebita di denaro pubblico che vedono al centro sua moglie Penelope, il candidato de I Repubblicani avrebbe oltretutto scoperto che uno dei suoi più audaci sostenitori, Henry de Lesquen, è in realtà un personaggio fittizio creato da un collettivo di 5 artisti nantesi. Il collettivo lo avrebbe reso noto in un’intervista radiofonica poche settimane fa. A coloro che gli domandano spiegazioni al riguardo, de Lesquen risponde che il loro QI è uguale a quello di un bonobo. Per risalire la china Fillon, un uomo che ha mostrato di non avere paura di mettersi in ridicolo, ha quindi deciso di piegarsi al volere dei pargoli nella trasmissione «Candidati alla cattedra» e prodursi in un mirabolante dab di cui vi proponiamo il video.

 

 

Quest’analisi pressapochista – ma non irrazionale – della campagna presidenziale francese è il risultato di un collage sconsiderato di notizie circolate sui social media negli ultimi mesi e smentite da fact-checkers. Fate attenzione a quello che leggete su internet e sappiate che le informazioni trattate in questo articolo sono false o frutto di estrapolazioni. Tutte tranne una…Per aiutarvi a indovinare di quale si tratta vi do un indizio: lo ha fatto anche Hillary Clinton.

 

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