Glli Aquarama debuttano con Riva, un album che ci trascina direttamente verso l'estate.

C’era una volta il “Bel Paese”, il popolo di artisti, viaggiatori e inventori.

Erano solo pochi decenni fa ed era davvero splendido: c’era generosità, fiducia, estro, e soprattutto c’era gentilezza.

Era sexy l’Italia e piena di musica, tantissima musica. La musica era importante, era vita ed era per tutti, tutti cantavano, tutti avevano quel sentimento.

 

La strada costiera che da Livorno scende verso Sud è bellissima: scogli, macchia mediterranea, i tornanti che si snodano lungo spiagge e calette. La chiamavano “La Sentimentale” perché intenerisce i cuori (nominare è da sempre arte tra le più raffinate).

Una strada per innamorati, amici per la pelle o ribelli solitari, gente col sorriso sulle labbra e il vento tra i capelli.

Provate a immaginare la colonna sonora, il suono che accompagna lo scenario e che da esso sembra sgorgare.

Io ho provato ad ascoltare gli Aquarama e quella strada mi è sembrata un’unica lunga curva di 50km, dolce e perfetta come un’estate senz’afa.

Provateci, vi succederà nel traffico in città o in galleria in autostrada, sentirete l’ampio fruscio delle palme, assaporerete la fiducia nel futuro, un senso di serenità quieta e fresca come un seno. Dimenticherete tutto, comincerete a cantare e partirà il piedino.

 

 

Aquarama è un progetto musicale e visivo, è un’articolata espressione intorno alla musica, estasi perenne e devota senza la quale nulla avrebbe senso, un po’ come le stagioni senza la primavera o l’umanità senza l’amore.

La musica degli Aquarama è semplice, senza tempo e senza fronzoli, la chitarra disegna textures tra il funky e il flower-pop, la sezione ritmica si muove dinoccolata e leggera con il portamento di una saltatrice in alto.

I riverberi affiorano e si inseguono come onde, il basso in downtempo batte li dove il diaframma tocca l’umore, dilata e accellera, spiazza e rassicura, riempe e scompare.

E poi c’è la melodia, il mistero della melodia, l’inspiegabile e innegabile senso di beatitudine che poche cose possono rendere tanto quanto una pop song.

La voce di Dario è sicura, è intensa, precisa come uno speaker, eppure è calda, ha qualcosa di antico, di umano, è come averlo davanti a guardarti negli occhi.

 

Dopo la colorata scheggia apparsa in volo di Seaplanes esce ora Riva, disco d’esordio interamente intriso di una irresistibile vena tropicale e marina. Brani come Africa che si insinua percussiva come una cumbia e che sembra di aver sentito da sempre, o Holy Day, nostalgica e struggente come un ultimo bacio, Aquarama (unico strumentale) impalpabile come un tramonto in spiaggia, e Coral, primo singolo estratto, dove sembra di sentire i The Drums alla quinta piñacolada. 

Armonie in panoramica, lo scorrere naturale della sabbia che scorre tra le dita, un ritmo che non sai se algido o caldo, come quell’istante appena dopo essersi tagliati.

Non c’è tracklist, non c’è ordine, chi vi parla di struttura e di racconto mente: ogni brano è un potenziale singolo, ogni brano è capace di inoltrarsi nel cuore ed oltre, si va a piazzare là dove sta il desiderio ed al desiderio dona la forma.

Riva è un disco concepito dal diavolo, nato per sedurre, per ricordarvi che se non siamo degli amanti siamo niente.

 

Parole di

Miki Semascus – Deal With A Feeling

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