Le storie interattive lanciate da Netflix cambieranno veramente il nostro modo di guardare le serie tv?

Pensate di poter impedire ad Hanna Baker di 13 Reasons Why di suicidarsi.

O di poter riportare Undici nel mondo reale nel finale di stagione di Stranger Things.

Pensate di poter aver un ruolo attivo nel determinare gli eventi della vostra serie tv preferita, o di poter giocare all’infinito cambiando le carte in tavola durante la visione di un film.

 

Tutto ciò potrebbe avverarsi tra qualche tempo, su Netflix, e per i più piccoli utilizzatori della piattaforma streaming più famosa al mondo è già possibile.

Infatti, Netflix ha da poco introdotto i racconti interattivi, che permettono ad ogni spettatore di controllare la trama e modificarla a proprio piacimento. Questa funzione è disponibile per adesso solo per i bambini, poiché come dichiara Netflix «i più piccoli amano giocare con i loro personaggi preferiti e sanno già come toccare lo schermo e farlo scorrere. In più, si rivolgono al video come se i personaggi potessero sentirli».

 

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I racconti interattivi direttamente sullo schermo

 

Netflix ha da poco diffuso un trailer per spiegare al meglio di cosa si tratta: un’allegra famigliola seduta sul divano di casa viene interrotta dal gatto con gli stivali che bussa direttamente allo schermo della tv, invitando tutti a partecipare attivamente alla storia. Seguono immagini di cartoni animati e di bambini con il tablet, bambini in aereo con lo smartphone e bambini alla tv che si litigano il telecomando per determinare il destino del famosissimo micione rosso.

 

Sono due le storie già rese interattive da Netflix per smart tv e sull’app per dispositivi iOS: la prima, e già disponibile, è Il gatto con gli stivali – Intrappolato in una storia epica, mentre per Buddy Thunderstruck – La busta dei sogni, le giovani menti interattive dovranno aspettare il 14 luglio.

Ho provato ad addentrarmi nel mondo del Gatto con gli stivali, immedesimandomi nei panni di un giovane cybernauta: ho potuto decidere se far affrontare al gattone rosso un dio muscoloso o se farlo duellare con un albero secolare, se farlo parlare con un gigante o trasformarlo in Riccioli d’oro, oppure se ascoltare una favola sui pirati o sulla strega cattiva. Tutto molto interessante.

 

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Il gatto con gli stivali in versione interattiva

 

Netflix stesso ci tiene quindi a sottolineare che non si tratterà solo di scegliere un finale alternativo, ma di avere diverse occasioni per cambiare la storia in corso, con lo scopo di «ideare per Netflix qualcosa di completamente nuovo, in grado di superare i confini della narrazione e del modo in cui ci si relaziona ad essa». Quindi tutti noi in futuro potremmo avere in mano il potere di far andare le cose come vogliamo, il che potrebbe attirare molto chi non è capace di farlo nemmeno nella vita reale. Ma non corriamo troppo, pare che per adesso e per il futuro l’interattività sarà disponibile solo per l’area Kids di Netflix.

 

E questo crea un bel po’ di dubbi su chi come me è stato cresciuto alla vecchia maniera, giocando in cortile e ricevendo il primo cellulare grosso come un armadio e con due funzioni vitali (chiamata/messaggio) alla veneranda età di 16 anni. Quelli old school come me, provano un brivido lungo la schiena ogni volta che vedono un bambino con un telefono/tablet/computer in mano, indi per cui ogni cosa che possa prolungare la permanenza di un bambino di fronte al mezzo tecnologico sarebbe da abolire immediatamente. Vero è che i tempi cambiano, e ad oggi, pretendere che i bambini non siano richiamati dalle innumerevoli attrazioni che internet propone è impensabile, quindi se vogliamo trovare del positivo in questa nuova iniziativa targata Netflix potremmo apprezzare il fatto di voler far partecipare attivamente i bambini stimolando non so quale parte del loro cervello piuttosto che farli restare imbambolati per ore davanti alla tv come dei lobotomizzati.

 

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Meglio così che lasciare i bambini lobotomizzati davanti alla tv

 

Se invece penso alla possibilità per noi utilizzatori adulti di Netflix di essere più interattivi potrei trovarla una cosa divertente magari per i primi cinque minuti, ma poi conoscendo la mia voglia di interagire a fine giornata, quando desidero solo stravaccarmi sul divano a guardare un film, ecco non so quante volte cliccherei sul simbolo del lucchetto aperto in alto a destra che Netflix apporrà su tutti i contenuti interattivi e che per citare le parole di Carla Fisher, Netflix Director of Product Innovations, «è un linguaggio riconoscibile da chiunque per segnalare che sono stati sbloccati dei contenuti extra».

 

Certo ci sono stati quei finali di stagione che mi hanno fatto talmente imbestialire da voler inviare una lettera di reclamo ai registi, però non so quanto sarei in grado di fare meglio di loro, quindi in linea di massima sarei dell’opinione di lasciargli fare il loro lavoro.

Quindi no, i racconti interattivi di Netflix non sono un’innovazione che mi colpisce particolarmente. Forse mi ricrederò se mai in futuro dovessi avere un figlio particolarmente stressante e potrò piazzarlo su Netflix per stimolare la sua interattività. Lì sì che forse ringrazierò il Dio Netflix.

 

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