Abbiamo incontrato Fade per parlare dell'universo che gravita attorno la sua musica, tra cosmologia, elettronica, cantautorato e pop.

Fade è il moniker dietro il quale si celano la musica e le idee di Francesco Bruno, di giorno insegnante di musica, di notte producer e songwriter in perenne bilico tra elettronica, pop e dancefloor. Rolling Stone l’ha definito provocatoriamente “il James Blake italiano”, anche se le affinità con l’algida musica del talento made in UK si limitano ad una sensibilità più unica che rara nella costruzione dei concept dietro le sue releases e dei testi. Sensibilità, peraltro, che uscita dopo uscita ha saputo costruire una vera e propria “cosmologia secondo Fade” che racconta quanto il mondo dei sentimenti umani sia tanto, ma tanto attiguo alle dinamiche che muovono l’Universo tanto quanto i neutroni, i protoni e gli elettroni.

 

A distanza di diversi mesi dall’ultimo Why Us, pubblicato lo scorso Settembre dall’etichetta milanese Beat Machine Records, Fade ha settimana scorsa pubblicato in free download sul suo Bandcamp ufficiale il nuovo EP, Nova, nelle cui tracce l’incontro-scontro tra nuovo cantautorato italiano e musica elettronica fa emergere un mondo nuovo, a tratti magari caotico e dal forte impatto, ma affascinante, romantico, dannatamente pop.

 

Ecco perché abbiamo deciso di fargli qualche domanda per conoscere meglio la sua ultima fatica e -perchè no- anche il suo progetto.

 

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La copertina del nuovo ep di Fade, Nova

 

Ciao Francesco, benvenuto su Il Cartello. Come stai? Come stai vivendo questo primo scampolo d’Estate, complice l’uscita del tuo nuovo EP?

Ciao grazie per lo spazio che mi state dedicando. Attualmente sto trascorrendo l’Estate occupandomi della promozione del nuovo EP, tra radio e magazine online, oltre ovviamente a scrivere musica nuova.

 

Partiamo dal principio proprio: “Nova” -questo il titolo del tuo nuovo EP- è uscito settimana scorsa in self release a distanza di diverso tempo da “Why Us”, ultima tua release pubblicata per Beat Machine. Cosa hai fatto nei mesi compresi tra le due uscite? Come li hai vissuti? Un lasso di tempo ampio, tanto vissuto che -immaginiamo- ha influito nella scrittura di questa tua nuova uscita….

Nel periodo fra le due uscite ho portato in giro un po’ per tutta Italia il mio EP precedente, Why Us. È stata una grande occasione perché finalmente ho avuto la possibilità di far conoscere la mia personalità artistica anche dal vivo, direttamente al pubblico. Contemporaneamente ho lavorato a delle nuove tracce che, a differenza degli ultimi lavori, hanno un sapore più da band, più corale. In fase di scrittura sto cercando di portare il progetto verso una dimensione anche più “suonabile” nel contesto di live. Nova l’ho scritto di getto, nelle due settimane circa di pausa che mi son ricavato tra lavoro a scuola e live, nel periodo di Pasqua.

 

 

“Nova” è uscito come self release, formato non nuovo per te (basta guardare il tuo Bandcamp per capirlo). C’è qualche motivazione speciale circa la scelta di questo “modo” di pubblicare la propria musica? Certo è che Bandcamp è una grossa possibilità per gli artisti di “far conoscere al mondo”  e mettere in vendita i propri lavori….

Ho una produzione musicale “abbondante”, produco spesso e tanto: Bandcamp, oltre ad essere intuitivo e veloce, si è dimostrato essere anche un ottimo canale “di divulgazione”, che ti permette di creare un tuo “presidio” musicale all’interno della rete indipendentemente dai vari servizi di streaming e store. Credo che a livello di vendita “indipendente”, svincolata da etichette e distribuzioni, Bandcamp sia una grande piattaforma.

 

A livello di sonorità / genere come definiresti complessivamente questa tua ultima fatica? Avevi già un’idea complessiva o un obiettivo durante la stesura di “Nova EP” o è nato tutto molto spontaneamente? Per come la vedo io è un melting pot di tante cose, tanti spunti differenti a mio modo di vedere, forse mi sbaglio….

Il mio modo di comporre ha sempre un po  “tanti spunti” differenti: amo la sorpresa, mi piace cambiare direzione armonicamente e ritmicamente, anche a livello di soundscape all’interno di ogni pezzo. Il cuore delle tracce, la melodia, la linea vocale, quella nasce sempre spontaneamente, ma differenza di Why Us (in cui è nato tutto un po più di getto) in Nova il “come” viene presentata è stato frutto di una scelta personale atta a semplificare il sound, senza ovviamente snaturare le particolarità del progetto.

 

Analizzando il tuo EP c’è tanta elettronica, ma anche tanto pop: qual’è il tuo rapporto con la musica pop ed il “nuovo cantautorato” nostrano, intriso di elettronica? Hai punti di riferimento che segui nella scena? A livello internazionale invece?

Mi tengo nei limiti abbastanza aggiornato sul filone italiano Indie/rock , ma non disdegno la musica a 360°. Per dire, mi piace ascoltare anche il rap. Penso che le uscite pop attuali, il panorama musicale attuale in generale, abbia un sound ed una composizione interessante e fresca. L’unico pericolo che si può correre, essendo il pop un genere “che si rincorre”, è quello di avere ad un certo punto sul mercato un po di prodotti che si “ricordano” tra loro, ma anche questo pericolo non è che sia poi cosi grande, non è difficile nel mondo di internet scrollarsi di dosso il ricordo di qualcuno. anche se, va detto, credo che l’artista vinca quando con la sua musica non “ricorda” nessuno, risulta essere un prodotto davvero originale. Inevitabilmente anche io mi ritrovo ad ondeggiare tra qualcosa che è un po più pop e qualcosa che lo è meno. Punti di riferimento a livello internazionale? Ne ho son tanti, rimanendo nell’elettronica l’ultima bella scoperta è stata BONZAI: fresca, dissonante e colorata.

 

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Francesco Bruno, in arte Fade

 

Ritorniamo sul lato “tecnico”: come e dove hai prodotto questo EP? Ci sono luoghi che ti sono rimasti particolarmente a cuore durante la stesura dell’EP che ti senti di menzionare? È stato un lavoro di getto o ha richiesto diverso tempo? Che strumenti hai utilizzato per comporre le tracce di questo “Nova EP”?

Nova ha avuto un tipo di composizione meno orientata alla computer music e più pensata per essere suonata dal vivo, con degli elementi e strumenti sia elettronici che non.  È stato scritto nelle feste di Pasqua, almeno a livello  di corpo: il suono, invece, ha richiesto almeno un mese per essere sviluppato. Attualmente sto ri-lavorando a molti miei pezzi che generalmente eseguo da solo cercando di arrangiarli in una dimensione più “suonata”, anche grazie alla collaborazione di ottimi musicisti che mi stanno aiutando a tirar fuori l’essenza elettronica del progetto aggiungendo pero una componente reale, viva.

 

A distanza di più d’un anno dall’esperimento di “This Game”, per la prima volta in un tuo EP ben due tracce contengono testi in italiano: come mai questa scelta? Che differenze trovi tra lo scrivere testi in inglese o in italiano su basi e beats “particolari” come i tuoi?

 Mi piace scrivere in entrambe le lingue. La scelta dell’italiano è una scelta dettata dalla necessita di farsi comprendere. Ho pensato fosse giusto cercare di farmi capire anche all’interno dei live: con l’inglese è più complesso mentre con l’italiano, accompagnato dal minimalismo dei testi, spero di riuscire a veicolare più facilmente il messaggio che voglio trasmettere.

 

Rimanendo sui testi, sembra chiaro quale sia il concept dietro questo tuo EP, sintetizzato da te con la frase “Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatte le stelle”. Ci pieghi meglio come nasce questa tua idea – e quindi il concept dell’intero EP – ed il legame – se c’è – tra il tuo concept e le lyrics dei due “singoli del tuo nuovo EP, “Nova” e “Legami Universali”?

Nasce dalla voglia di parlare del legame che abbiamo con tutto l’universo. Un legame che non percepiamo, ma che ti assicuro c’è. Abituati ad una vita ad alto livello, su “giri altissimi”, non percepiamo il basso livello, siamo distratti rispetto a tutto ciò che c’è al di sopra. Più saliamo di livello più ci dimentichiamo del basso livello, che alla fine è quello che ci ingloba un po tutti. Il ragionamento è quello, nel basso livello le molecole e quark che mi compongono esistono nella stessa realtà e si muovono con le stesse regole delle particelle che compongono tutto nell’Universo, una stella come qualsiasi altro corpo celeste. Nel basso livello il denominatore è uguale. Nova è un tentativo un po ‘romantico per riflettere su questo aspetto, su questa “cosmologia umana”, attraverso la musica.

 

 

Guardando indietro alla tua discografia il legame tra i sentimenti umani ed il mondo dello spazio sembra essere davvero forte. Esiste qualche legame con altre tue passioni, libri che hai letto, artisti che segui? Da Ziggy Stardust alla fisica dei quanti il passo è breve, no?

Vedo molti film e serie sull’argomento, leggo molti scritti che riguardano appunto la meditazione e la funzione della nostra coscienza rapportata alla realtà. Viviamo un periodo magnifico dove la scienza molto lentamente conferma alcune intuizioni  avute ad esempio dal buddhismo centinaia di anni fa vedi questo articolo uscito qualche tempo fa su Motherboard. In questo momento la mia musica si ciba di questo, la uso come mezzo di diffusione di questo messaggio.

 

Rimaniamo sui riferimenti: ci sono artisti che hanno condizionato – e stanno magari condizionando anche ora – il tuo percorso artistico? Non per forza musicisti, anche scrittori, pittori, registi (considerato anche il tuo lavoro d’insegnante di cinema).

Ultimamente sono caduto in una dipendenza profonda da Max Ritchter, dopo aver terminato una bellissima serie drammatica di nome “The Leftovers”. Di artisti che mi condizionano ce n’è sono tanti: mi piacciono i lavori di Richard Kelly, regista non perfetto ma ambizioso. Ho visto anche i lavori a Milano di uno scultore, Jago, che mi ha molto colpito. Musicalmente parlando ho notato che ciclicamente ritorno sempre ad ascoltare musica classica, per me da sempre una grande sicurezza e fonte di ispirazione.  Ti lascio con un video mi piace molto , un piccolo corto che dimostra come indipendentemente dai mezzi tecnici che uno possiede la cosa sempre più importante è sempre l’idea.

 

 

Ultima domanda, il classico che non tramonta mai: archiviato “Nova”, che cosa ci attende nel futuro di Fade? Progetti futuri?

Di musica ce n’è tantissima e i cambi di direzione non mancheranno, mi piace cambiare. Fade nel futuro prossimo si arricchirà  di nuovi elementi dal vivo quindi sicuramente la cosa si fa ancora più interessante.

 

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