Vendicami non è un film violento, ma sulla violenza.

Può avere senso vendicarsi di qualcuno anche se non ricordiamo più il motivo che ci spinge a volere vendetta? Ed in  questo caso, sganciata del tutto da fondamenti psichici o passionali, la vendetta non assume forse i connotati di una reazione naturale, fisiologica del genere umano? Il bellissimo noir (o action thriller) di Johnnie To, presentato al Festival di Cannes nel 2009, ci consente di riflettere su come il desiderio di vendetta (legato a doppio filo a quello di giustizia, inteso in senso soggettivistico) indirizzi le azioni umane, contribuendo così a determinare le logiche che governano la nostra violenta società.

Macao. In seguito all’uccisione, da parte di tre sicari, della famiglia di sua figlia (rimasta gravemente ferita dall’agguato, morirà in seguito) Frank Costello, ex killer di professione, tornerà da Parigi, dove gestiva un ristorante sugli Champs-Elysées, per vendicare quella barbarica esecuzione. Per farsi aiutare a individuare i tre assassini (di cui conosce solo pochi dettagli fornitigli dalla figlia prima di morire) ed il mandante degli stessi, ingaggerà tre killer professionisti che casualmente incontrerà nell’albergo in cui alloggia intenti a compiere un duplice omicidio. Questi decideranno di sposare la causa di Costello e lo aiuteranno ad ottenere la sua vendetta prima che la sua memoria svanisca del tutto. Infatti Costello porta ancora con sé le conseguenze della sua vita passata, quella di sicario, sotto forma di una pallottola in testa, che gli sta facendo perdere lentamente la memoria. Senza di questa, infatti, la vendetta altro non è che un nome scritto sulla canna di una pistola.

Quello della vendetta è un tema oramai ricorrente nel cinema (basti bensare a quasi tutta l’ultima produzione tarantiniana) ma questo Vendicami, oltre ad essere un film stilisticamente impeccabile (con almeno due scene davvero memorabili), sembra abbia qualcosa in più anche sul piano concettuale. Non un mero film violento, ma un film sulla violenza. Violenza che ormai permea la nostra Società e dal quale l’unica possibilità di fuga sembra essere l’oblio. Quasi una dolce condanna all’esilio. Da scontare in qualche remoto angolo di Mondo.