L’eau froide di Olivier Assayas è l’affresco di un’epoca, di una generazione, di un sogno.

Non servono parole per raccontare un’epoca, una generazione, un sogno. E questo, Olivier Assayas dimostra di saperlo bene.  Il significato profondo del suo film, infatti, è racchiuso in scene in cui i dialoghi sono relegati in secondo piano per lasciare spazio alle immagini che compongono uno straordinario affresco il cui colore è fornito dalla colonna sonora che, come sempre in Olivier Assayas, è ricercata e raffinata e unisce Dylan, Creedence, Alice Cooper e tantissimi altri.

 

Siamo in Francia, dintorni di Parigi, fine anni Sessanta. I due giovani protagonisti del film vivono con difficoltà il rapporto con i loro genitori (entrambi appartengono a famiglie che potremmo definire disfunzionali all’interno delle quali è evidente lo scarto generazionale, causa di una difficoltà di comunicare ed empatizzare che pare insuperabile), non sono ben visti dal proprio insegnante, hanno problemi con la legge (dovuti a certi furtarelli che commettono) ma soprattutto, si amano. Di quegli amori belli perché impossibili dove ci si perde, ci si ritrova e di nuovo ci si perde. Memorabili alcune sequenze (su tutte quella del rave nei pressi dell’edificio abbandonato abitato da alcuni studenti che occupa la parte centrale del film, struggente e poetica) che riescono a restituirci il senso di una passione con un gesto, uno sguardo, un sorriso.

 

Olivier Assayas 1

I due protagonisti del fantastico Eau Froide di Olivier Assayas

 

Olivier Assayas, meglio di chiunque altro, è stato capace di cogliere il valore della rivoluzione giovanile sessantottina: l’anticonformismo, la cultura di massa, il conflitto con le istituzioni sociali (famiglia, scuola, forze dell’ordine, Stato), con la morale e l’ipocrisia borghesi, ma soprattutto il desiderio di trovare la propria identità, di uscire dal rigido schematismo imposto dalla società, individuando un percorso alternativo, seguendolo fino in fondo. Come la protagonista del film che senza portare niente con sé, armandosi soltanto di una buona dose di coraggio e spirito libertario, scappa da tutto ciò che conosce per inseguire il proprio destino, lasciando alla persona che più ama l’ultimo addio custodito tra le pieghe di una pagina bianca.