Ecco cosa succede quando si deve fare i conti con i supereroi della Marvel.

Rientro dalle vacanze di Natale, stordita da tutto ciò che possono essere cibo e bagordi vari, e decido di passare un tranquillo pomeriggio al cinema.“Sì…” mi dico “un bel film ci sta proprio!” Guardo attentamente la scarna programmazione “post natalizia” e noto con piacere che è uscito Il ragazzo invisibile, l’ultimo film di Gabriele Salvatores.
“Un esperimento” leggo testuali parole “il primo in Italia tra il genere fantastico e il fumettistico” sono incuriosita e decido di andarlo a vedere.
Ma entrando nel cinema faccio una scoperta agghiacciante…
La sala, infatti, è gremita di bambini urlanti che si agitano tirandosi i popcorn e ridendo rumorosamente alla parola “culo”.
“Ma quale genitore ingrato ha osato portare il proprio figlio a vedere un film di Gabriele Salvatores?” mi chiedo allibita…
“Stiamo parlando dello stesso Gabriele Salvatores… lo stesso regista di Mediterraneo, amante del grottesco e dei romanzi di Niccolò Ammaniti?”
Ci deve essere un errore, forse non sono nella sala giusta…mi informo con l’usciere…
No, sono nel posto giusto e tutti intorno a me hanno tra i sei e gli otto anni!
Ottimo!
Buio in sala…

 

Rileggo la trama un’ultima volta sul sito del cinema, per sicurezza…
Michele è un adolescente e vive a Trieste con la mamma Giovanna, poliziotta single da quando il marito, anche lui poliziotto, è venuto a mancare. A scuola, i bulletti della classe lo tiranneggiano e la ragazza di cui è innamorato, Stella, sembra non accorgersi di lui. Ma un giorno Michele scopre di avere un potere, anzi, un superpotere: quello di diventare invisibile. Sarà solo la prima di una serie di scoperte strabilianti che cambieranno la vita a lui e a tutti quelli che lo circondano”.

Ok è veramente un film per ragazzi…

Fantastico!…

 

Gabriele Salvatores - Il ragazzo invisibile_1

Una scena da Il ragazzo invisibile, nuovo film di Gabriele Salvatores

Cerco di tranquillizzarmi, in fondo “i film per ragazzi” certe volte sono più interessanti di quelli per adulti… e poi parlando di puro qualunquismo “è il genere che manca in Italia ”…blabla..“ qualcuno deve pur cimentarsi e azzardare qualcosa di nuovo e diverso ”…blabla…
Dai, coraggio, non è detta l’ultima parola; inoltre, “invisibile” vuol dire molte cose, Gabriele Salvatores è uno dei più grandi talenti italiani del cinema… questo tema sarà stato sicuramente sviluppato nelle sue infinite sfaccettature…
Sono pienamente convinta e fiduciosa tra una pubblicità e l’altra… e poi mai dare giudizi su un film senza prima averlo visto; giusto?

Giusto!…

Il film comincia e vorrei non essere lì, preferirei essere ancora al pranzo di Natale con i parenti e vedere mio zio che dà il cartellone della tombola…ma ormai è troppo tardi….il giovane pubblico comincia a dimenarsi e il lancio di del pop corn mi sembra più interessante del film in questione… nonostante sia io il bersaglio del celeberrimo gioco “chi lo lancia più lontano”…

 

Vediamo da dove iniziare per sfogare la mia rabbia accumulata durante la visione del film…
Gli attori bambini sono imbarazzanti, quelli adulti ci provano ma non fanno la differenza, la sceneggiatura con i suoi banalissimi dialoghi ogni tanto decide di essere brillante sparando a caso citazioni di film colti e di nicchia, gli effetti speciali non pervenuti (ma questo ce lo aspettavamo), il montaggio lontano anni luce dai ritmi frenetici degli action movie e la grafica e la fotografia non hanno niente a che vedere col mondo dei fumetti e dei super eroi.
Ma questo è quello che succede quando si devono fare i conti con l’immagine collettiva del super eroe alla “Marvel” a cui tutti (esclusi i piccoli spettatori in sala) sono abituati.
Salvatores forse credeva di riuscire a farsi apprezzare grazie all’originalità del genere e al semplice coraggio per aver proposto e inserito nel panorama italiano un film del genere.
Ma le buone intenzioni, come sappiamo, non bastano!
Fino a che il cinema italiano sarà costretto a restrizioni e censure sia produttive sia espressive, film di questo genere non potranno mai essere né concepiti né tanto meno girati.
L’unico aspetto interessante è il parallelismo tra l’adolescenza (periodo che oscilla tra la bassa autostima e l’immenso egocentrismo) e l’invisibilità.
Quest’ultima, infatti, assumerà nel film sia la valenza positiva “di un sogno divenuto realtà” sia quella negativa, ovvero la paura di stare ai margini, di non essere notati e accettati…
Vero, inoltre, che tutto questo poteva essere sviluppato meglio e più attentamente…
Ma per un film che richiama un pubblico dai sei agli otto anni forse va bene!
Quindi, se avete superato da tempo la maggiore età, potete tranquillamente trascurare il cinema questa settimana e uscire a farvi una birra!