In attesa di scoprire la line-up del Primavera Sound 2015 siamo andati da chi di musica se ne intende davvero.

L’Italia. Il Mondo. Più di una volta sulle pagine di questo giornale mi sono posto degli interrogativi riguardo le differenze che esistono fra il nostro paese musicale e le realtà estere. In termini di festival il rapporto si fa impietoso, laddove il nostro paese ha conosciuto un’autentica morìa di raduni musicali che ha visto spazzati via i maggiori nomi e ha visto resistere solo alcune realtà. Ripartiamo dall’estero allora, affacciamoci oltre i confini nazionali e lasciamoci ispirare, nella speranza di apprendere bene e saper riprodurre con successo. Primavera Sound Line up, cosa ci aspetta?

Come ogni anno, sul finire dell’inverno, vengo assalito da una mistura di invidia e senso di mancata realizzazione. Non è la privazione di sonno bensì il sommarsi ed il moltiplicarsi di notizie relative ad un grande evento cui non ho mai preso parte e al quale invece, prima o poi, vorrò partecipare: il PRIMAVERA SOUND di Barcellona. Sui social network osservo gente felice che comunica al mondo di aver speso uno stipendio ma che, biglietto aereo e ticket del festival in mano, ci sarà. Minimizzo. Perchè dovrei tenerci così tanto? Poi metto a fuoco di nuovo ed elenco mentalmente: il Primavera Sound si tiene a Barcellona, una delle città più belle e fuori di testa del globo; il Primavera Sound si tiene a fine Maggio, a Barcellona fa caldo e a Barcellona c’è il mare. La location è assurda, il Parc del Fòrum, un complesso architettonico che installa strutture fanta-avveniristiche – fra cui un pannello solare di dimensioni bibliche – in riva al mare. Ah poi ovviamente arrivano i nomi della line-up. Tanto per farvi qualche esempio ripercorro la storia recente del festival e con piacere annoto che se nel 2004 suonavano i Primal Scream, nel 2010 si esibivano i Pixies. Più di recente avreste potuto godere dei Blur, dei My Bloody Valentine e dei Jesus & Mary Chain tutti in una botta, piuttosto che fare un salto dagli Arcade Fire, poi da Caetano Veloso ed infine dai Nine Inch Nails, in nome dell’eterogeneità e della varietà. Sto tralasciando, per altro, un mare magnum di nomi che abbracciano anche la musica elettronica in molte delle sue declinazioni. Pugno sulla tastiera, sguardo al portafogli, nulla, andrò l’anno prossimo. Dell’edizione del 2015, prevista per il 28 – 29 e 30 Maggio, sappiamo “soltanto” i nomi di due headliner, gli americani The Strokes e gli inglesi Ride, la cui reunion – per altro graditissima – è parsa però più figlia dello scioglimento dei Beady Eye che di una vera e propria tensione artistica. Ci aspettiamo quindi ancora molte, moltissime sorprese. Ci sarà Todd Terje? E i chiacchieratissimi Jungle? Magari i Tame Impala presenteranno qualche brano del famigerato – e pare sintentico – nuovo album? La scena berlinese farà la sua parte? Magari invece un mostro sacro del rock si paleserà ai suoi discepoli? In attesa che domani, Mercoledì 21 Gennaio, la app ufficiale di Primavera 2015 ci riveli l’intera scaletta e che le mura della Sala Apolo ospitino la grand soirée di presentazione del festival, noi siamo andati da chi di musica e di festival se ne intende davvero e gli abbiamo chiesto chi vedrebbero bene sul quel palco, tanto ambito e tanto chiacchierato. Le condizioni erano due, fare un nome straniero esordiente – o comunque non pienamente affermato – e un nome italiano.

Per fare le cose per bene abbiamo telefonato a chi, su quel palco ci ha suonato davvero, Alberto Mariotti in arte King Of The Opera. Nel 2012 lui era lì, accompagnato da Wassiliji Kropotkin e Simone Vassallo a suonare le note di Nothing Outstanding, loro album d’esordio. Alberto sceglie i Pond e ci spiega che “nonostante condividano la metà dei membri con i Tame Impala  li trovo più autenticamente psichedelici e anche più genuini.” Sul fronte italiano premia gli M!R!M:  “Il progetto solista di Jacopo Bertelli mi ha impressionato sia per la sua compiutezza (un mix perfetto tra Suicide, Jesus and Mary Chain e Cold Wave) ma soprattutto per la grande intensità che riesce a comunicare nonostante il sound monolitico e a volte persino stordente.”

Quindi siamo andati da Elena Raugei, giornalista e firma eccellente di “Mucchio” di cui è caposervizio musica. Per lei “Samaris, trio islandese che unisce con fare sciamanico elettronica glaciale e sonorità tradizionali. Fuori dal tempo, ma perfettamente calati nel presente.” Per quanto riguarda il nome italiano, “scelgo i Be Forest, che con il secondo album si sono confermati una realtà solida, dalle sonorità e potenzialità sempre più internazionali. Suggestivi e al contempo coinvolgenti.” 

Per finire abbiamo chiesto i suoi due nomi anche a Tommaso Rosa, uno dei soci fondatori del free-press “Lungarno” e ideatore di campagne di comunicazione per eventi e istituzioni: “Per i nostrani io vorrei vederci i Farewell to Hearth and Home che proprio a breve usciranno con il loro album. Li ho sentiti nel 2013 freschi della vittoria al Rock Contest e sono convinto che, se azzeccano l’album, ne sentiremo parlare a lungo. E se lo meritano. Per l’estero cito un non proprio esordiente: Father John Misty, già batterista di quei Fleet Foxes tutti barba e camice di felpa che mi erano tanto piaciuti qualche anno fa.”

 

Ci erano piaciuti tanto anche a noi, e se posso esprimere un desiderio, vorrei che il Primavera Sound 2015 li vedesse tornare insieme. Domani ne sapremo di più.