Cime tempestose è un romanzo del 1847, pubblicato da Emily Bronte, sotto lo pseudonimo di Ellis Bell.

Cime tempestose si apre nella brughiera inglese, dove vive la famiglia Earnshaw.

Tra le mura della loro casa viene fatto entrare un bambino, Heathcliff, che fin da piccolo si lega alla figlia dell’uomo che lo ha accolto, la piccola Catherine. Tra i due si forma un rapporto fortissimo, ma col passare degli anni le diverse origini dei due ragazzi si frappongono fra loro. Catherine si lega così ad Edgar Linton, un ricco vicino degli Earnshaw. Heathcliff, col cuore spezzato e maltrattato dal fratello di Catherine, Hindley, si allontana. Dopo tre anni torna in scena, ricco e rinnovato, ma è troppo tardi, Catherine è già sposata.
Così, per assumere il controllo della proprietà e soprattutto per vendetta, sposa la sorella di Edgar, ma il tutto prenderà pieghe inaspettate e la vicenda si risolverà in un epilogo drammatico e tragico.
In Cime tempestose molti temi fanno da padroni, contendendosi trono e scettro della scena. Tra questi il valore simbolico attribuito alla natura, o il contrasto tra bene e male sono certamente temi importanti che condiscono la trama dell’opera. Il più rilevante di tutti, è però certamente l’amore, nella sua connotazione migliore, ma anche e soprattutto in quella peggiore, radice di autolesionismo e autodistruzione.

 
Amare significa soffrire e i personaggi dell’opera sono costretti dalla Bronte a subire questa crudele verità in prima persona. Potrebbero suonare come accompagnamento all’intera opera le parole di Dostoevskij, “Sulla nostra terra noi possiamo amare in realtà solo col tormento e solo per mezzo del tormento”.
Il paesaggio riflette la materia di Cime Tempestose. Siamo nelle selvagge ed indomabili brughiere inglesi, emblema dell’animo travagliato ed indomito del protagonista maschile e dell’amore ribelle, fiero e spietato nato tra i due fratellastri. Uomo e natura, con buona tradizione romantica, in questo capolavoro della Bronte si guardano e fondono.
E le parole si rincorrono intorno al rapporto di amore-ossessione dei due protagonisti.
Quel che provano va oltre i sentimenti convenzionali, arrivando a diventare una catena che li lega indissolubilmente, trascinandoli alla fine nel baratro insieme. Il forte legame è testimoniato dall’identificazione che si manifesta tra i due. In un punto del romanzo Catherine dirà: “Io sono Heathcliff”. Questo dimostra la forza di questo amare, talmente grande da arrivare addirittura a confondere le due personalità, che vivono in funzione ed in simbiosi l’una con l’altra. E la rottura di questo rapporto simbiotico genera la rabbia, la violenza, la furia, di cui tutto il romanzo si nutre. Dalla separazione dei due protagonisti, che inizia con il matrimonio di Catherine, l’indole di Heathcliff peggiora sempre di più, arrivando a concepire il raggiungimento di un’illimitata vendetta come l’unico ed il solo scopo della propria esistenza. La vendetta costituisce così un altra strada chiave del romanzo. Viene covata da Heathcliff fin dall’infanzia, quando il trovatello si vede costretto a reagire agli scherzi ed alle cattiverie di Hindley. Nel momento in cui la sua Catherine, il suo amore e passione, la sua ossessione, gli viene portata via, questo sentimento represso esce fuori in tutta la sua furia travolgente e distruttiva, abbattendosi non solo sulla diretta protagonista, ma anche su tutti coloro che lo circondano, creando così una sorta di ‘circolo del male’.
Il romanzo è una lotta di sentimenti, di ‘bene e male’,di simile e dissimile che nel cercare la loro completezza si scontrano e si ritrovano.

 
I protagonisti non si pentono mai delle loro passioni travolgenti e devastatrici, ma,anzi, vi si abbandonano completamente, non considerando nemmeno una strada diversa da quella già intrapresa. È molto difficile rintracciare una vera e propria cattiveria negli attori di Cime tempestose, poiché essi si abbandonano alla crudeltà solo perché portatici dal corso naturale di un rapporto nato già malsano. Sono eroi vittime delle circostanze. I loro atteggiamenti sono interpretabili come conseguenze naturali di impulsi e relazioni sviluppatesi nello stesso modo in cui esse sono nate.
E l’amore tinge le pagine da primo colore, in sfumature quasi mistiche, che vanno oltre luci e ombre ordinarie di schizzi comuni. I due protagonisti sono uniti da un legame sovrumano, che impedisce loro di stare lontani senza soffrirne in maniera esasperata.
E questa sofferenza porta alla rivolta dell’uomo maledetto che, privato del proprio regno dal destino, cerca disperatamente, con un desiderio bruciante, di riottenere la propria patria, il proprio equilibrio, in questa vita o nell’altra.
David Cecil (Early Victorian Novelists,1934) sostiene che il tema del racconto sia costituito dalla distruzione ad opera di Heathcliff e dalla restaurata armonia, che si verifica tragicamente nel finale.
Se volessimo trovare le parole chiave del romanzo, queste sarebbero Passione, Distruzione, Amore, Odio e Liberazione; tutte parole che hanno fatto di Cime tempestose uno dei grandi classici della letteratura mondiale, che colpì e venne apprezzato ieri, come oggi.