Ecco qui i 3 horror mockumentary più conturbanti di sempre secondo Il cARTEllo.

Quando si parla di mockumentary, o “falso documentario”, si fa riferimento a quel sottogenere cinematografico-televisivo che utilizza tecniche di ripresa di stampo documentaristico-amatoriale con lo scopo di suggestionare lo spettatore, portandolo a credere che le immagini osservate siano reali.

 

Cos’è il mockumentary

Il mockumentary è quel sottogenere cinematografico-televisivo che utilizza tecniche di ripresa di stampo documentaristico-amatoriale con l’obiettivo di assumere le sembianze di un vero e proprio documentario: la trama, spesso inventata, spesso anche poco credibile, indossa quindi astutamente questo mantello di realismo, spacciandosi per qualcosa che non è.
Facciamo un esempio entomologico. In natura esistono moltissimi insetti velenosi che utilizzano una livrea sgargiante e vistosa per avvertire i potenziali predatori della loro tossicità. Molti altri insetti, decisamente non velenosi, per proteggersi dai predatori, hanno letteralmente copiato i disegni ed i colori dei loro simili tossici. Quindi, documentario e falso documentario o, più correttamente, “ciò che fa il verso al documentario”.
Fino a una quindicina di anni fa non si parlava quasi mai di questo particolare sottogenere, nonostante i primi esempi di mockumentary risalgano agli anni Sessanta.

 

Horror mockumentary

Quello che lo ha portato alla ribalta è stato il suo utilizzo nel genere horror, ovvero il macrogenere non solo più bisognoso di continue innovazioni-sperimentazioni, ma anche il più adatto a ricevere le interessanti caratteristiche del mockumentary. Ed ecco che, dagli albori del nuovo millennio, l’horror ha cominciato ad inglobare sistematicamente il “falso documentario” partorendo decine e decine di prodotti cinematografici dotati di questo nuovo look. Complicissima nella (buona) realizzazione è la tecnica del found footage, ovvero dell’utilizzo di materiale cinematografico integralmente o parzialmente preesistente; il materiale viene poi, a seconda delle intenzioni, rimodellato e rimaneggiato allo scopo di supportare realisticamente la trama del film in realizzazione.
Ecco dove vorrei arrivare. L’horror necessitava profondamente di queste nuove intense caratteristiche, le uniche ormai in grado di ridestare in modo genuino l’ansia e la tensione dello spettatore tipo, sempre più abituato al brivido. Ma, si sa: l’uomo ha paura di ciò che non conosce. Il nuovo può far paura, ma solo finché è tale: nuovo. Ecco perché l’horror deve rinnovarsi continuamente, in modo da tenere sempre lo spettatore con il fiato sospeso. Eppure, come se fosse un circolo vizioso, il Nuovo genera ciclicamente centinaia di copie di sé sempre più miserabili. E la situazione resta tristemente statica per lunghi periodi, almeno fino a quando non arriva un nuovo Nuovo. Così il ciclo vitale si ripete, e via dicendo. Genere misterioso, l’horror, inaffondabile ma sempre con i remi a mare.
Detto tutto ciò, non ci resta che evidenziare qualche esempio di buon horror mockumentary. Si potrebbero fare centinaia di nomi – molti dei quali contenenti, a riprova del ragionamento fatto a proposito dell’effetto copia, il termine “paranormal” – tra i quali: Paranormal Activity, ESP-Fenomeni paranormali, Paranormal Entity, Alien abduction, REC, The Last Exorcism, Il quarto tipo, Cannibal Holocaust, e via dicendo.
Ma se dovessi selezionare tre titoli per esemplificare il mockumentary e la tecnica del found footage nell’horror mi affiderei a questi.

 

I 3 migliori horror-mockumentary di sempre

 

3) Cloverfield (2008), Matt Reeves

Prodotto dal visionario J.J. Abrams (Lost), Cloverfield è un vero e proprio gioiellino del genere mockumentary. In una New York odierna, all’improvviso, senza un perché, senza un’avvisaglia, senza se e senza ma, arriva un mostro terribile che inspiegabilmente e incessantemente si mette a distruggere l’intera città, gettando la popolazione nel panico. Un gruppetto di ragazzi, i nostri eroi, cercano di salvare la pelle. La trama non è niente di speciale: un mostro gigantesco attacca una metropoli e un manipolo di eroi (giovani ovviamente) spera di sopravvivere. Eppure questo film, un po’ grazie alla tecnica del found footage (qui sapientemente ed astutamente utilizzata, un po’ grazie all’alone di mistero che circonda il mostro (Ma cos’è? Da dove viene? Ma è tipo Godzilla o è un alieno? Ma non sarà un’arma biologica? Un attacco terroristico? Impossibile non farsi queste, o altre, domande) ha sbancato e ha fatto breccia nel cuore di molti. Tutto da scoprire.

 

horror mockumentary

 

 

2) The Bay (2012), Barry Levinson

The Bay è un vero e proprio mockumentary d’autore: drammatico a tinte horror. Claridge, Maryland, 4 luglio 2009. Una giovane studentessa di giornalismo è intenta nelle riprese dei festeggiamenti cittadini del Giorno dell’Indipendenza. Risate e spensieratezza. Fino a che più persone, improvvisamente, urlano tra la folla perché il loro corpo è coperto di vesciche dolorosissime di origine ignota. Giorni prima moltissimi pesci erano stati trovati morti a riva. Le persone colpite dalla misteriosa patologia diventano sempre più numerose. Il panico aumenta. Le persone inizialmente colpite cominciano a morire, una dopo l’altra. Gli ospedali sono presi d’assalto. Al panico si unisce la fobia.
Film splendido, The Bay è in realtà un film di diretta denuncia contro l’inquinamento ambientale. La tecnica del found footage è qui utilizzata al meglio. Da vedere assolutamente.

 

horror mockumentary

 

1) The Blair Witch Project (1999), Daniel Myrick e Eduardo Sanchez

Al primo posto non poteva che esserci The Blair Witch Project, forse il più conosciuto e amato film mockumentary horror. Su questo film c’è poco da dire, tutti ne conoscono la trama e la celebrità. The Blair Witch Project merita il primo posto per svariate ragioni: innanzitutto ha riportato in auge, davanti agli occhi di tutti, il genere “falso documentario”. Inoltre, la tecnica utilizzata è qui ipercredibile e metodica. Direi fastidiosamente accurata e precisa. La sensazione di realismo è palpabile non solo alla prima visione, ma anche alla ventesima. In più, questo è uno dei casi in cui la fama raggiunta da un film horror stupisce tutti e – questo mi diverte sempre – scandalizza lo spettatore benpensante. Che dire… Che tipi di horror avremmo visto nell’ultimo decennio se non ci fosse stata la Strega di Blair?

 

The blair witch project è il migliore horror mockumentary di sempre?