Controluce.

Mi trovo seduta composta di fronte ad una pianta. Ha le foglie molto grandi, larghe, dei “foglioni”ed in cima svetta un fiore, rosso e piatto, composto anch’esso. La parete pure è tutta rossa e rosse suppongo essere le mie guance. Fa caldo. Lo stesso caldo che faceva in quel luglio a Berlino. Prima di partire qualcuno aveva voluto che ascoltassi il battito di un cuore campionato, un cuore che all’alba si era fermato, poi ero salita da sola su quell’aereo. Pomeriggio, sedevo su una zattera sotto un salice piangente, bevevo birra chiara e fresca mentre intorno musicavano; la mia attenzione era catalizzata sugli alti e fumavo piano la mia Marlboro quando un tizio si sedette proprio di fronte a me eppure pareva non vedermi. Tirò fuori carta e penna ed in preda a convulsioni emotive scrisse veloce, poggiò la penna e strappò il foglio. Dopo averlo lanciato via, scomparve anche lui nell’aria. Rimasi molto colpita, ricordo. Sollevai la testa, come per cercarlo ovunque, anche in cielo, ma rapido come era arrivato se ne era già andato. Avrei solo voluto abbracciarlo.

Se fosse finita così non mi sarebbe rimasto niente, solo un abbraccio andato a vuoto come tanti altri. Ma non finì così. Lui tornò ore ed ore dopo, con una folata di vento è tornato. Pesticciavo in punta di piedi le mattonelle luride del Club mentre un dj accompaganva i miei passi e mi accorsi che era proprio sotto la suola delle mie scarpe.

“Is everybody in ? Is everybody in? Is everybody in? The ceremony is about to begin. The entertainment for this evening is not new, you’ve seen this entertainment through and through you have seen your birth, your life, your death … you may recall all the rest. Did you have a good world when you died ? – enough to base a movie on?” lessi senza voce quelle parole scritte di getto, infuriate e capii che Jim Morrison era tornato o che forse davvero non se n’è mai andato. Lui nel deserto domatore di qualsiasi serpente, perchè la paura è una bugia, lui in quell’inchiostro rosso come il sangue, rosso come questa parete.

Cosa ho fatto? Ho catturato quella storia per sempre, ho preso con me la mano di quello sconosciuto e la conservo tutt’ora nei miei diari più segreti. Mi servo delle sue dita per scrivere controluce il mio mondo illuminato, come una luna che riflette un sole, come un sole che illumina una luna. E se il tempo cancella le lettere, il loro significato è impresso nelle stelle che nascono nuove in tutti i giorni di tutte le vite.

E che ti faccia piacere sapere che quell’album del 1978 di cui non hai goduto, mi ha “svegliato” nel 2013 attraverso uno sconosciuto.

Le “Pillole di letteratura” sono racconti brevi inediti pubblicati su il cARTEllo: leggi la Pillola di Letteratura N. 3