Dopo la classifica dei 5 film inquietanti ecco 5 album per coraggiosi (uno per decennio a partire dagli anni 60) che difficilmente porterete a termine.

Vi è mai capitato quell’amico che vi costringe ad ascoltare musica totalmente fuori dagli schemi e sconosciuta che al vostro primo lamento vi offende dandovi degli ignoranti e snocciolando con un discorso lungo all’incirca mezz’ora le qualità nascoste dell’album in questione? Beh, probabilmente si, e non è il fatto di non conoscere tale album ad infastidirvi, ma l’offesa ed il discorso da pseudo critico musicale che si protrae nel tempo. Così, in vostro aiuto, ecco la nostra top 5 degli album underground più folli della storia, almeno la prossima volta avrete qualcosa per contrattaccare il vostro amico.

 

5 – Ladybird (2005)  Shit And Shine

“4 drummers, 2 bassists and 1 toy keyboard = 1 riff, 41 minutes = evil fun”. Così gli Shit And Shine descrivono il loro capolavoro Ladybird, vera e propria apocalisse sonora di inizio millennio. Una sola traccia attraversata per 41 minuti da un ritmo claustrofobico che trova respiro solo in alcune piccole micro variazioni. Un album epico quanto folle, maniacale, ripetitivo sino allo spasmo ma mai noioso. Sicuramente una delle grandi sfide della nostra generazione. Riuscire a terminare l’ascolto sarà sempre un’esperienza fisica.

 

4 – 1/2 Gentlemen/not Beast (1980)  Half Japanese

Il disco parte e già cominciamo a chiederci: “ma cosa sto ascoltando?”. Poi i minuti passano e si scopre che l’album non ne vuole sapere di raggiungere una forma canzone. E la cosa più tragica è che, osservando la tracklist, si scopre che dovremo sopportare questa accozzaglia di rumori per altre 40 canzoni. Tutto questo è ½ Gentlemen/not Beast. Eppure, nonostante il disgusto dei primi ascolti, si viene lentamente a scoprire che, in effetti, siamo di fronte a qualcosa di storico. Infatti all’interno di quel suo suono sporco si trova la chiave del primitivismo musicale che affascinerà molti gruppi a venire, facendo la storia della musica. Una storia scritta da un gruppo di ragazzi capitanati da Jad Fair dediti alla sperimentazione e senza alcuna capacità musicale, che in un solo album hanno creato il genere lo-fi.

 

 

3 – Twin Infinitives (1990)  Royal Trux

Non è al primo posto solo perchè gli album che seguiranno in questa classifica hanno avuto una rilevanza storica maggiore, ma Twin Infinitives dei Royal Trux sarà uno degli incubi peggiori che possiate ascoltare. Sfido chiunque ad ascoltare per intero questo monumento del noise senza cedere alla peggiore emicrania. Un vero e proprio insulto alla musica che fu, la distruzione oscena del blues targato Rolling Stones sovrastato dal rumore degenere del caos derivato dalle macerie dei più folli gruppi new wave. Uno degli album più controversi della storia. O si ama alla follia, o lo si odia alla morte. Fatto sta che i Royal Trux, pubblicato il loro delirio rock definitivo decisero di cambiare strada dedicandosi ad un genere più commerciale.

 

2 – Meet The Residents (1974)  Residents

I bulbi oculari più famosi della musica rilasciarono nel ’74 il loro esordio. Un disco che scioccò il mondo intero per la sua follia, cambiando la concezione di arte sonora. L’album distruggeva il sogno americano e l’ondata flower power degli anni 60, mettendo direttamente in copertina dei Beatles sfregiati e satanici (il rifiuto dei miti/modelli dell’epoca). A livello sonoro si percepisce immediatamente la vena satirica e nichilista del gruppo mascherato (nessuno saprà mai la loro identità). Tragedia si fonde insieme all’assurdo, al grottesco e al ridicolo, dando vita ad il primo vero e proprio crossover: un’accozzaglia distorta e allucinata di generi che aprirà la strada alla migliore new wave che verrà. Una lezione di musica difficile da sostenere. Impegnativo come pochi, Meet The Residents è un album che va obbligatoriamente capito, pena la trucidazione dei vostri sensi uditivi.

 

1 – Trout Mask Replica (1969)  Captain Beefheart & His Magic Band

Tutti ne parlano, ma in verità in pochi l’hanno ascoltato, Trout Mask Replica è uno degli album definitivi. Embrionale per almeno cinque generi musicali, importantissimo per tutte le generazioni di sottocultura (e non solo) Trout è una delle prime forme di primitivismo sonoro insieme a Philosophy Of The World delle Shaggs. Un primitivismo che ha fatto scuola (vedi posizione numero 4). Osannato dalla critica, usato dai giovani per vantare competenza musicale, in realtà Captain Beefheart ha realizzato il re degli album inascoltabili per il target medio. Un illusione fatta di blues che si infrange in un apparente caos. Tutto sembra lasciato al caso, tutte le note sembrano scoordinate ed il cantato fastidioso. Ma solo dopo molti ascolti scopriamo che non è così, e che il caos talvolta può essere controllato: Captain Beefheart e la sua magica band impiegarono un anno e mezzo per portare a termine il passaggio dalla fase di ideazione dei brani alla definitiva registrazione.

Quindi, che la sfida abbia inizio. Vi sentite pronti?

 

 

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