Xavier Dolan mette in scena l’incomprensibile ed imprevedibile tumulto delle emozioni.

L’anno scorso alla settantesima Mostra del Cinema di Venezia, tra i tanti bei film in concorso, c’era anche questo Tom à la ferme del giovanissimo regista canadese, film che non ha ancora avuto una distribuzione nazionale ma che ho potuto apprezzare al FlorenceQueerFestival dello scorso novembre. Xavier Dolan ha appena venticinque anni ma conta già al suo attivo quattro lungometraggi (il quinto è in arrivo) dei quali è regista, sceneggiatore ed attore protagonista.  A soli diciannove anni esordisce alla regia con J’ai tué ma mère, presentato al Festival di Cannes 2009, film che faceva già presagire un grande talento (per poterlo vedere ho dovuto mettere a dura prova il mio scolastico francese). Se quello era un buon film, questo è senza dubbio un grandissimo film.

 

Tom à la ferme parla innanzitutto di omosessualità, come tutti i film di Dolan, del resto. In realtà è quanto di più distante possa esserci da un film a tema o da un film politico. L’omosessualità è solamente uno dei tanti elementi di un racconto che sfugge ad ogni catalogazione di genere, ma che anzi, questi generi, li fonde per dar corpo ad una sorta di ibrido. Spiazzante per come passa dal thriller al noir senza apparente soluzione di continuità, regalandoci scene di grande intensità e commozione. Troppo ambiguo? Troppo torbido? Signori, è la realtà.
 

 

 

Il giovane Tom sta recandosi dalla città alla campagna per assistere al funerale di Guillaume, il suo grande amore scomparso. Arrivato alla fattoria della famiglia di Guillaume (che lui non ha mai conosciuto) si rende presto conto che lì nessuno lo stava aspettando, ignari come sono dell’identità omosessuale del figlio. Anzi, la madre attendeva speranzosa l’arrivo della ragazza di cui suo figlio le aveva parlato. Combattuto tra il desiderio di rivelare la vera natura di Guillaume e del loro rapporto e la necessità di non sconvolgere ulteriormente la madre già distrutta dalla morte del figlio, Tom si scontrerà, indirettamente, con l’omertà e l’ipocrisia di un’intera comunità e, direttamente, con il fratello maggiore di Guillaume che, avendo intuito la vera identità dell’ospite, cercherà in ogni modo di impedirgli di svelare il segreto, di pronunciare quelle parole che sono poi l’unica cosa che ancora lega Tom al suo grande amore perduto. Un legame che, forse inconsciamente forse no, andrà a ricercare nel fratello.
 

 

Xavier Dolan mette in scena l’incomprensibile ed imprevedibile tumulto delle emozioni, la forza irrazionale della passione, l’amore che va al di la di ogni cosa; e lo fa con tale onestà e tale sentimento che non può che coinvolgerci tutti.