Lunedì saremo a vedere i Kraftwerk live a Firenze.

Per prepararsi al meglio sarà bene ripassare un po’ la storia dei Kraftwerk e partire da dove tutto è cominciato. 

Düsseldorf ha tutta l’aria di essere un posto con le carte in regola per rientrare in quelle noiose classifiche sulla qualità della vita che di tanto in tanto troviamo in giro per il web. Una città che gli indigeni non devono fuggire nella speranza di trovare un lavoro, la cui squadra di calcio è tranquillamente mediocre oltre ad essere la città Wim Wenders.  Non solo Kraftwerk quindi, ma se avete i miei stessi gusti musicali con una probabilità su tre un disco pescato a caso dalla vostra collezione personale avrà a che fare con il gruppo teutonico. Più che un gruppo, una visione lucida e quasi incoraggiante, portatrice di un messaggio positivo e perchè no romantico. Stockhausen e il Conservatorio cittadino sono i germi seminali della musica di Ralf Hütter e Florian Schneider, due ragazzi che nel 1970 creano gli Organisation e sotto quel nome registrano l’album Tone Float, prodotto dalla RCA britannica, e che comincia a far drizzare le antenne in giro e tutt’oggi rimane un buon esperimento di krautrock (rappresentato ai nostri giorni al massimo da Copycat Club). Ascoltare la title-track per credere. Ralf&Florian è il titolo del terzo disco come Kraftwerk (Warner, 1973), nel frattempo i ragazzi hanno creato i Kling Klang studios e chiamato a sè Conny Planck, uomo al bancone del mastering di Tone Float e poi con loro fino ad Autobahn; inclusi Kraftwerk 1 e Kraftwerk 2, i primi due dischi ufficiali della Centrale Elettrica che hanno visto collaborare musicisti talentuosi e tra questi il batterista Klaus Dinger e il chitarrista Michael Rother che dopo il primo disco, interrompono la collaborazione con Hutter e Schneider per mettere in piedi i Neu!, altra creatura incredibile. La divisione discografica della olandese Philips – se pensate alle radio e ai rasoi ci avete azzeccato – produce i primi due album, seminali per chiunque voglia capire da dove vengono i nostri ascolti, e Klinklang è forse tra i primi pezzi mai prodotti a far suonare una batteria elettronica.

 

 

Il meglio deve ancora venire. Tutto quello creato finora basterebbe a parlare della carriera di un gruppo estroso, che ha ispirato decine di generazioni future e adatto a chi vuole provare a intuire la scena musicale di quegli anni in Europa (e in Italia rappresentata da artisti come gli Automat). Tutto quello che è compreso tra l’uscita di Autobahn e The Man Machine del 1978 è una galassia generata dai signori Hutter, Schneider e il combo di gregari che di volta in volta ruota attorno a loro. I livelli pop di Autobahn si disperdono in mille frammenti con Radioactivity, concept album dedicato al nucleare e alla radio che segna il passaggio alla Capitol Records. Il successivo Trans-Europe Express è da molti ritenuto il loro capolavoro. I Kraftwerk si ispirano ad un immaginario di certo futuristico, scrivono e cantano testi in tedesco, inglese e francese, con una carica meno cyber-punk ma con la costante ossessione a parlare un linguaggio il più universale possibile. The Man Machine esce nel 1978, copertina ispirata all’architetto russo El Lissitzky, sei brani che portano i teutonici a creare una ricetta che nessuno potrà mai replicare. Da questo punto in poi siamo in discesa: se nei primi otto anni della loro carriera cambiano le sorti della musica a venire, negli otto successivi regalano due dischi ed un Ep che replicano, seppur con stile, una spinta creativa che pare giunta al termine. Computer World (Warner, 1981), Tour de France (Ep, Atlantic, 1983) e Electric Cafe (Elektra, 1986) sono i loro ultimi tre dischi prima di una lunga pausa interrotta nel 2003 con Tour de France Soundtracks, quasi uno sforzo per accontentare migliaia di fans e probabilmente un paio di discografici: tra le cose meno esaltanti dei ragazzi di Dusseldorf traslasciando raccolte, mix e live albums. A dire il vero nel 1999 hanno pubblicato il singolo Expo 2000, remixato un anno dopo dai migliori djs della scena techno di Detroit e nel 2005 Florian Schneider abbandona ciò che definire una band sarebbe troppo poco; dal 2011 i Kraftwerk se vanno in giro per il mondo con il solo Ralf Hutter che ha anche annunciato un nuovo disco a breve. Lunedì 16 Novembre noi ci saremo per intraprendere il viaggio sulla nuova autobahn in 3D che collega direttamente Düsseldorf a Firenze.