Tutto può accadere a Broadway esplora l'universo comico dei film di maggior successo del regista americano.

Il ritorno di Peter Bogdanovich alla commedia, il genere che lo consacrò, negli anni Settanta, come uno degli autori americani più interessanti. Con Owen Wilson e Jennifer Aniston sugli scudi.

 

L’eclettico Peter Bogdanovich, figlio di immigrati serbi, esplora nuovamente l’universo ‘comico’ dei suoi film di maggior successo, primo fra tutti quel Ma papà ti manda sola (1972) che ha rappresentato una vera e propria perla della commedia brillante a stelle e strisce. Oggi, a settantacinque anni compiuti, e a quasi dieci dall’ultimo lungometraggio, Peter Bogdanovich ci regala, con Tutto può accadere a Broadway (libera traduzione del titolo originale She’s Funny That Way), una nuova esilarante commedia capace di sfruttare una scrittura sublime (firmata sempre dal regista americano) ed un cast di attori in stato di grazia, tra i quali spiccano per simpatia e tempi comici Owen Wilson, Jennifer Aniston (davvero irresistibile) e Rhys Ifans (il coinquilino di Hugh Grant in Notting Hill, per intenderci).

 

A narrarci gli eventi è la giovane Isabella (Imogen Poots) ex escort di alto bordo diventata ora attrice teatrale di successo. Il plot si snoda attraverso differenti relazioni (sentimentali) intrecciate tra loro che andranno a creare una serie di equivoci e mismatching capaci di generare attimi di autentica comicità.
Tutto inizia quando Albertson (Owen Wilson), regista teatrale di successo, si invaghisce della giovane escort Isabelle, al punto di donarle una ingente somma di denaro per abbandonare il ‘mestiere’ e rincorrere il sogno di lavorare in teatro. Il destino (se fosse un film di Woody Allen lo chiameremmo ‘caso’) vorrà poi che si presenti proprio al provino della pièce diretta da Albertson dove, tra gli altri, recita anche la moglie di quest’ultimo. Parallelamente (ma non troppo) il drammaturgo autore dell’opera si trova invischiato in un pericoloso ménage à… quatre con Isabella (di cui si invaghisce), la sua attuale compagna (psicoterapeuta della ragazza) e un anziano giudice ossessionato egli stesso dalla bella Isabella. L’esito di questa intricata matassa sarà sorprendente.
Una spassosa commedia degli equivoci quella di Peter Bogdanovich a cui donano forza ulteriore le azzeccatissime scelte di una fotografia che predilige il rosso e il giallo, non a caso i colori della passione e della gelosia, quasi fossimo in un film di Pedro Almodovar o di Wes Anderson (che di questo film è produttore esecutivo).

 

Chi ancora ricerca nelle sale un cinema frizzante e divertente capace di far ridere senza (s)cadere gratuitamente nel volgare o nel trash, non può lasciarsi sfuggire questo prezioso gioiello, che non sarà un capolavoro ma rappresenta comunque un cimelio da custodire con cura specie in tempi di comicità balorda come quelli di cui siamo testimoni al giorno d’oggi.

 

Per chi l’avesse persa, ecco invece la nostra classifica delle cinque scene più esilaranti tratte da film demenziali. Dedicata a chi piace concedersi anche qualche grassa risata.