Sabato 30 gennaio alcune migliaia di persone si sono radunate a Roma per difendere la "famiglia tradizionale" con l'appuntamento del Family Day.

   « Matrimonio, unione civile, adozione, stepchild adoption. Davvero stiamo discutendo di questo? Esiste qualcuno che crede davvero, in buona fede, che l’unico nucleo familiare legittimo sia quello formato da un uomo e una donna? È tutto francamente ridicolo. Il ddl Cirinnà può essere un primo passo. Ma ciò che regolamenta è, in effetti, una discriminazione bella e buona. L’approdo deve essere la previsione di due istituti, entrambi accessibili a qualunque coppia. No all’istituzione di matrimoni di serie B. Stesso istituto, stessi diritti. Anche in tema di adozioni, of course. O vogliamo continuare a permettere che mistificatori in abito talare mettano bocca in questioni che riguardano il progresso civile di un Paese? »

Daniele Castellani

 

« Gay, lesbiche e uomini travestiti da donne devono sposarsi; è un loro diritto, come lo è per tutti. Ma meglio ancora sarebbe tornare ad uno status zero, in cui gli uomini e le donne non si sposano, in cui non esiste nessun tipo di vincolo o accordo matrimoniale. Due persone possono amarsi lo stesso senza contratti e puttanate varie; i contratti lasciamoli ai notai, l’amore non ha né firme né porte, mentre il matrimonio è una porta oscura e blindata. Lasciate ogni speranza voi ch’entrate. »

Lorenzo Borghini

 

« La staticità insita nella parola ‘tradizionale‘ dimostra che questa non può avere niente a che fare con il progresso. Non credi sia l’ora di andare avanti e abbozzarla con l’odio, l’ignoranza e la paura? »

Iacopo Tonini

« La casa dove tornare dopo una giornata di lavoro, la casa dove rimane accesa la luce della cucina fin dopo la mezzanotte per far quadrare i conti del lavoro. Ed il tubetto del dentifricio schiacciato da metà, e l’affanno per far conciliare gli orari, gli addobbi di Natale e dei regali precisi al compleanno, degli abbracci e delle risate sul divano, mandarsi a vicenda fuori dalle proprie camere e anche “parliamo un attimo, ti va?”, “oggi sono più stanco, cucina tu!”. Disperdersi tra le stanze e ritrovarsi ad ogni apertura di porta, i pianti prima e la festa del ritorno dall’ospedale, bagnoschiuma sparsi per pelli diversi ma uguali, i vaffanculo, i ti voglio bene, i ti difendo come mi difendi, “mettiamoci le scarpe da ginnastica ché oggi si corre un po’ di più, su!”, che poi è tutto uno scegliersi di giorno in giorno per quel Calore, anche quando fuori piove. E se ti riconosci dentro la Casa, ebbene questa è una Famiglia. Il resto, sono solo pregiudizi & carte da firmare. »

Mariagrazia Veccaro

« Mi è stato chiesto un mio pensiero sulle unioni civili. Premessa: per quanto mi riguarda non mi approccerò mai a questo argomento in chiave politica, bensì lo farò in chiave etica e sociale. Sono cresciuta con dei valori, i miei valori. Sono cresciuta pensando che siamo tutti uguali. In tutto e per tutto. Convinzione che mi viene confermata da “la legge è uguale per tutti”. Sono dell’idea che nessuno di noi, miserabili esseri umani che siamo, potrà mai decidere della vita altrui. Qui non si tratta infatti di crimini contro un altro essere umano, qui si tratta di amore verso un altro essere umano. Non importa a nessuno, o almeno non dovrebbe, se gli amanti in questione siano o meno dello stesso sesso. L’amore è per tutti. La libertà è per tutti. La famiglia è per tutti. Confido in una società avanzata, che smetta di chiudere gli occhi, che sappia guardare al futuro. »

Aurora Medico

« Chiariamo un punto: Adolf Hitler aveva un padre e una madre. Come tanti, tantissimi mostri della storia dell’uomo, il piccolo tedesco era il frutto di un nucleo ‘tradizionale’; mi pare abbastanza per desiderare altro per l’umanità o quantomeno un’alternativa valida. Battute a parte, l’uomo si sta evolvendo – spero- e con esso anche i suoi comportamenti e le sue strutture sociali; dove sta scritto che il modello di famiglia tradizionale sia il migliore e l’unico possibile? Oltre ciò non vi pare che sia puro e crudele apartheid assegnare diversi diritti – ma stessi doveri – a seconda della propria identità sessuale? Certo che lo è e come ogni discriminazione è giusto che sia subito appianata. Se a parole non vi convinco ci provo con la musica (in fondo all’articolo) e le immagini. »

 
 Dario Russel Bracaloni
 
 
Family-Day
 
 
 

« Se da una parte le piazze del 23 gennaio esibivano posizioni diverse rispetto al Dl Cirinnà, la piazza, anzi l’imbuto, del Circo Massimo risuonava di un no secco, definitivo, lontano da ogni forma di mediazione. Differenze sostanziali si sono notate anche nella capacità di far conto e mi sorprende che un uomo di scienza come Gandolfini non abbia saputo filtrare le informazioni che gli arrivavano sul palco del Family Day. Me la sono vista tutta, la diretta dal Circo Massimo. L’organizzazione, ma anche gli interventi e tutti gli elementi di contorno hanno fatto trasparire una sciattezza degna del pensiero rappresentato: disinformazione, appello alla paura, facili strumentalizzazioni. Il Cirinnà passerà, resta da capire quanto sarà larga la porta per farlo passare. Lasciare indietro anche la Stepchild Adoption significherebbe mediare su una già avvenuta mediazione, con il rischio che l’attuale governo flagghi la casellina delle unioni civili sospirando “e anche questa è fatta”. Invece c’è da fare tantissimo e ci sono due milioni di anime perse, pardon, 80mila, a testimoniarlo. »

Arturo Mugnai

« La libertà situa la propria esistenza in un continuum che va dal pensiero alla sua realizzazione; l’uomo diventa uomo nel momento in cui, nella concretizzazione della propria libertà, incontra l’altro, e negozia un equilibrio che promuova una realtà sociale. Questa realtà, prima di essere controllata dalle leggi civili, è mediata dal diritto naturale di conservazione della propria e altrui natura. Natura intesa come vita in cui il giudizio e la ragione fungono da mezzo di comunicazione per il processo. In questa realtà sociale, l’uomo acquisisce la forma di cittadino in grado di processare lo stigma delle diversità come un unico grande individuo che prende il nome di Umanità. »

Daniele Lari

« Viviamo nell’era dell’individualismo spietato, della superficialità, del web. E allora com’è possibile che certe persone sentano il bisogno di lottare CONTRO un diritto? E’ un diritto e, in quanto tale, può non essere esercitato. Così come il diritto di voto, quello allo studio o alla libertà religiosa. Siete liberi di scegliere. Insomma, cosa ve ne frega degli altri, alla fine? E’ questo che non capisco. Che sia tutta invidia, la vostra? Bisogno di attenzione?

Da quattro anni sono zia di un bambino stupendo. Mia sorella e il suo compagno non sono sposati, per molteplici ragioni (economiche, pratiche… poco importa). Poco prima del parto mia sorella mi ha chiesto, con le lacrime agli occhi, di essere presente al momento della nascita. “Se dovesse succedermi qualcosa, G – il padre – non avrebbe alcun potere decisionale nei confronti  miei e del bambino. Ecco, vorrei che fossi lì, perché per lo Stato tu sei parte della mia famiglia e lui no”. »

Lara Magnelli

« Siamo ad un passo dalla discussione di un decreto di legge fondamentale, la legge Cirinnà, e l’Italia è spaccata in due. Tutti ne parlano: le grandi catene lanciano il loro messaggio e Benigni ci fa sorridere, come sempre. Ne sono state dette tante. Mi vengono i brividi quando sento dire che “avere un figlio non è un diritto” (contrariamente a quello che si legge nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, Art. 16), e che bisogna tutelare i diritti del bambino. Ma cosa si può volere di più al mondo per un figlio, se non l’amore e l’affetto di una famiglia che lo sostenga? Questo è il suo diritto. Mi sorprende che esistano ancora numerosi pregiudizi e luoghi comuni, provenienti da una scarsa educazione e di conseguenza da una chiusura verso l’evoluzione culturale. Queste sono prese ideologiche basate sul tradizionalismo; si chiede di preservare la famiglia tradizionale, ma cosa si intende esattamente con questa espressione? Parliamo, in mia opinione, di quei nuclei familiari in cui il padre lavora e la madre rimane a casa; quelle unioni alla cui base non sono poi così tanto sicura ci sia l’amore. Focalizziamoci su questo: dare e ricevere amore è un discorso sulla libertà personale, ed è assurdo parlare di “contro natura”, perché non c’è niente di più naturale di questo. L’amore. »

Martina Saladino