“Play Or Be Played”  (Existenz, David Cronenberg).

Non è un sogno, non è realtà e neanche fantasia.

 

Fuori sta piovendo. Mi sposto tra i corridoi angusti e pieni di murales di un edificio. Mi volto a destra e a sinistra fino a quando sento improvvisamente dei rumori. Provengono da una porta martoriata dal tempo e dal passaggio dell’uomo, laggiù in fondo al corridoio. L’AK-47 è carico, così decido di irrompere nella stanza. Probabilmente è là dentro quello che cerco. Mentre il mio calcio sfonda la porta mi accorgo che ci sono tre uomini armati ad aspettarmi. Mi rotolo cercando di evitare le loro pallottole mentre noto il cattivo arredamento della stanza. Ne colpisco uno. Poi gli altri. Sopra ad un tavolo, illuminato da un cursore giallo, c’è un pacchetto. Il mio obiettivo. Lo raccolgo, quando sento alle mie spalle dei passi. Stanno arrivando i rinforzi. Sono troppi. Nella stanza c’è una finestra, saranno 4-5 metri di volo, ma ne vale la pena. La sfondo, e mentre vado in caduta libera verso la mia via di fuga, sento la pioggia scendere sull’asfalto.

 

Non è un sogno, non è realtà e neanche fantasia. Questa è la Vr.

 

Realtà e Virtuale

 

Tutto questo sarà possibile tra pochissimo tempo. Sarà possibile essere dei soldati, persone dotate di poteri incredibili, il nostro attore preferito e molto altro ancora. Niente che non sia già accaduto in videogiochi o film, penserete voi. E sotto questo punto di vista in realtà non cambierà molto. Solo che vivremo queste esperienze in prima persona, una prima persona definitiva. Grazie ad un caschetto infatti, potremo immergerci completamente all’interno di tali giochi e film. Benvenuti nell’epoca della realtà virtuale.

 

 

Ma cos’è la realtà virtuale? Senza cadere in questioni troppo tecniche, bisogna sapere che all’interno del famoso caschetto ci sono dei visori e che i visori della VR escludono il mondo esterno. Ci siete solo voi, e loro. Niente tv, niente amici accanto a voi. I sensori sostituiscono tutto, cacciandovi al posto degli occhi due mini schermi. Questi schermi usano la stereoscopia, cioè in ognuno di essi ci sono immagini leggermente diverse in modo da creare un’illusione di profondità che vi farà sembrare di essere veramente all’interno di ciò che vedete. Piena immersione appunto.

 

 

 

Eppure qualcosa mi dice che conoscete già la realtà virtuale. Infatti, oltre alle infinite pubblicità che stanno lanciando gli svariati modelli di Vr, in passato molti artisti hanno anticipato la cosa.

Nel mondo dell’arte c’è sempre stato grande interesse verso la fuga dalla realtà, specialmente in epoca moderna dove la crescita della tecnologia ha cambiato definitivamente la vita dell’uomo. Fuga da una realtà deludente, o una porta verso l’inferno?

 

Seconda opzione per “Il Tagliaerbe”, film tratto da un racconto di Stephen King che vede un dottore sperimentare la realtà virtuale dopo aver fallito diverse ricerche su un giardiniere un po’ svitato che abita nel suo quartiere. Beh, non un’ottima idea.

Folle e provocante (come sempre d’altronde) anche la visione di David Cronenberg con “Existenz”, dove continua la sua poetica del martirio della carne inserendola in un contesto videoludico, arrivando a confondere il virtuale con la realtà.

Pure Salvatores con il suo “Nirvana” ha trattato l’argomento, avvicinandosi molto alla rappresentazione del famoso sensore del Vr nel suo film.

Per quanto riguarda la letteratura, Philip K.Dick è il capostipite del genere che più si avvicinò ad una visione del futuro. Quella fantascienza che influenzerà maledettamente il cyber-punk di Gibson & Co.

 

 

The money will roll right in

 

Realtà Virtuale

Mark Zuckerberg e la foto inquietante

 

Ma il futuro è già qui, e con esso la realtà virtuale. Una realtà che ha cominciato a fare gola a molti, visto che si prospetta come la prossima vera e propria rivoluzione tecnologica. Le maggiori potenze del settore (ebbene sì, c’è di mezzo pure il nostro caro Mark Zuckerberg che vediamo qua sopra in una foto decisamente inquietante) si stanno sfidando a colpi di sensori per accaparrarsi il mercato. Ma a pensarci meglio non tutto sta andando benissimo. Le rosee aspettative di Superdata (si parlava di 70 milioni di Vr vendute entro il 2017) stanno lentamente calando, rivelando che in effetti la realtà virtuale non sarà il boom che ci aspettavamo. Dobbiamo ancora aspettare per vederla in qualsiasi casa, dato che per ora non ha abbastanza da offrire agli utenti.

 

Ma allora in cosa cambierà il mondo la realtà virtuale?

 

Diciamo in un sacco di cose. Il primo settore che vedrà l’avvento di questa tecnologia sarà quello ludico. La Sony sta per lanciare la sua Vr, in contemporanea con giochi sviluppati appositamente per la novità. L’idea di immergersi totalmente per la prima volta nei videogiochi è esaltante, anche se ha diviso molto la comunità delle software house. Difatti sviluppare determinati giochi è ancora per molti un salto nel vuoto, dato che ancora non possiamo conoscere il vero futuro della realtà virtuale. Sarà una vittoria o un flop?

 

Anche il mondo del giornalismo potrebbe venirne scosso. Infatti il New York Times sta preparando i suoi primi articoli in Vr, e viene da domandarci: assisteremo a tutto in prima persona d’ora in poi? Immaginatevi un canale di notizie in realtà virtuale. Ce n’è veramente bisogno?

Naturalmente Google non è rimasta con le mani in tasca, e sta pensando di implementare la funzione all’interno di Google Maps. Ecco che in futuro ci ritroveremo a fare le nostre passeggiate all’interno di un pc.

Ma la cosa più inquietante è l’avvento della realtà virtuale nel porno. Infatti Pornhub sarà il primo sito porno ad ospitare tra le sue funzioni la possibilità di visualizzare porno indossando il famoso caschetto.

 

Senza contare le solite stramberie in arrivo dal Giappone.

 

 

  

E chi ha bisogno delle donne? C’è la realtà virtuale adesso.

  

Infine Hollywood sta adattando oltre 100 film per i visori Vr. Molti registi si stanno anche preparando ad adottare nuovi metodi di regia. Ma state tranquilli, la visione totale resterà sempre quella a cui siamo più abituati: seduti sul divano, mentre osserviamo lo schermo con i nostri occhi. Ne è la riprova il fallimento del 3d.

 

Irrealtà virtuale

 

Ma è corretto definire il virtuale realtà? Tutto questo non rischia di allontanarci dalla realtà stessa?

 

Come abbiamo visto la realtà virtuale ci permetterà di essere ovunque in qualsiasi momento e di vivere tutte le nostre fantasie al massimo. Ma non ci permetterà anche di rinchiuderci ancora di più in noi stessi?

 

Il nostro tentativo di avvicinare sempre di più l’irreale al reale non poteva che avvenire attraverso la tecnologia. Ma ha un senso? E se questo avvicinarsi cancellasse definitivamente una delle due cose? Come potrebbe più esistere l’irrealtà, la fantasia, se proviamo continuamente a rendere tutto così reale? E la realtà? Rimarrà tale se confusa continuamente con tutto ciò?

 

Forse ancora non abbiamo capito che certe cose (come i film ed i videogiochi) sono belle proprio perché irreali, finte. E non necessitano di questa immersione forzata per essere apprezzate.

 

Qualche giorno fa ho avuto la fortuna di provare in anteprima un sensore Vr. È stata un’esperienza bella e soffocante, piacevole e claustrofobica. La prima sensazione è stata quella delle vertigini, unite ad una leggera nausea. Poi mi sono lentamente abituato e non mi volevo più togliere il caschetto.

 

 

Provate ad immaginare le prossime generazioni che si troveranno a giocare così. Continuamente inserite in un mondo claustrofobico ma conturbante, finto ma così reale. Ancora non abbiamo mai provato la vera alienazione?

 

Così eccomi arrivato al termine dell’articolo, con ancora un sacco di dubbi irrisolti ed una sola certezza: amo la realtà, la mia realtà.

 

In un futuro lontano (?), arrivato a questo punto mi toglierò il visore, posandolo sulla scrivania, e felice concluderò la mia sessione da scrittore nella realtà virtuale. Non è un sogno, non è realtà e neanche fantasia.