Un breve viaggio nel futuro prossimo.

Quando l’uomo adulto degli anni ‘60 si immaginava il terzo millennio pensava alle auto volanti, alla conquista totale dello spazio, ad un mondo privo di ostacoli logistici e pratici. Testimoni di quel mondo futuro, siamo in grado di dire con certezza che le cose non sono andate come immaginava nostro nonno, ma, anche se in un’altra direzione, il progresso ha fatto passi da gigante: non abbiamo bisogno di un’auto volante che ci porti in ufficio perché è l’ufficio ad essere venuto da noi, in quelle scatole luminose che oggi chiamiamo personal computer. Gli ostacoli si sono notevolmente ridotti, abbiamo una buona (per quanto ancora immensamente piccola) conoscenza dello spazio, abbiamo ridotto massivamente i tempi necessari per fare una qualsiasi azione.

 

Sorpresi dal progresso tecnologico che ci vive accanto, se non in mano, ci troviamo spesso a chiederci quand’è che certe cose succederanno: auto che si guidano da sole, primo sbarco su Marte, assistenti di ufficio completamente robotizzati, ma in generale ‘cosa ci succederà?’.

 

Il senso della domanda

 

Innanzitutto, c’è da chiedersi se abbia davvero senso immedesimarsi nei nostri nonni, solo cinquant’anni dopo, e domandarsi quando e se avverranno determinate cose. Nel libro ‘Breve storia del futuro’ Jacques Attali (Fazi Editore, 2016 – ma pubblicato per la prima volta nel 2007) scrive che “è assurdo cercare di prevedere il futuro, perché tutte le riflessioni in tal senso altro non sono che elucubrazioni sul presente”, ma è un gioco a cui l’autore si è prestato intelligentemente, tenendo conto di alcune tendenze già ben osservabili oggi. Come quella della vittoria del mondo economico su quello politico, ovvero della supremazia del mercato sulla democrazia:

 

Intorno al 2040, il mercato, per sua natura senza frontiere, vincerà sulla democrazia, istituzionalmente circoscritta a un territorio. Gli Stati si indeboliranno; nuove tecnologie trasformeranno gli ultimi servizi ancora collettivi (la salute, l’educazione, la sicurezza e la sovranità) in nuovi oggetti di consumo, che definisco ‘sorveglianti’, che permetteranno di misurare e controllare la conformità alle norme: ciascuno diverrà il proprio medico, professore, controllore, poliziotto. L’autosorveglianza diverrà la forma estrema della libertà e la paura di non essere conforme alle norme ne sarà il limite.

 

Le risorse si faranno scarse, i robot saranno in abbondanza, scrive Attali, e scusate se questo non è già un panorama ultradettagliato del mondo che abiteremo tra cinquant’anni.

 

Le variabili in grado di intervenire sui vari cambiamenti (politici, economici, tecnologici, sociali) sono praticamente infinite, ma zoomando dalle parti di chi oggi si occupa di innovazione tecnologica possiamo comunque ipotizzare quand’è che certe innovazioni saranno al nostro servizio, o il contrario.

 

Alcune anticipazioni sul futuro prossimo

 

Abbiamo raccolto un po’ di informazioni riguardanti tutti questi eventi che presto potrebbero condizionare la nostra vita (o quella dei nostri figli), per capire quand’è che dovremo davvero preoccuparcene (o rallegrarcene).

 

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