Dopo l'anteprima alla Festa del Cinema di Roma lo scorso ottobre, il film d'animazione giapponese arriverà nelle sale italiane il 10 e 11 maggio, distribuito dalla Lucky Red.

In un mondo parallelo popolato da creature antropomorfe, è in corso la ricerca per il successore del Grande Maestro. Intanto, nel mondo degli umani (nella fattispecie a Tokyo), Ren scappa dai suoi nuovi tutori e vaga per le strade di Shibuya. Da poco orfano di madre, incappa in Kumatetsu, un impulsivo e irascibile orso guerriero in cerca di un allievo per poter accedere alla prestigiosa carica nel mondo dei mostri. Ren segue Kumatetsu e finisce intrappolato nel suo mondo; nonostante le reciproche incomprensioni, decide di restare e crescere a fianco dell’orso.

 

Tuttavia l’insegnamento non è unidirezionale: allievo e maestro apprenderanno l’uno dall’altro forza e disciplina, almeno finché Ren (ribattezzato “Kyuta” da Kumatetsu) non ricomincia, anni dopo, a frequentare il suo mondo d’origine. Stringe amicizia con Kaede e riallaccia i contatti con il padre ma, con la sfida per la successione che si fa sempre più vicina, in entrambi i mondi si profila il pericolo causato dall’oscurità che ogni essere umano porta insita dentro di sé.

 

The Boy and the Beast (2)

una scena del film

 

 

Vincitore ai Japan Academy Awards del premio al miglior film d’animazione, The Boy and the Beast è anche l’ultima fatica di Hosoda Mamoru, già regista di altri pregevoli lungometraggi animati come La ragazza che saltava nel tempo (2006), Summer Wars (2009) e Wolf Children (2012).

 

Racconto di formazione indubbiamente, ma c’è di più nei film di Hosoda: amicizia, rispetto e soprattutto scelte cruciali che inesorabilmente si fanno strada nella mente dei giovani protagonisti dei suoi film, non di rado sospesi fra due mondi. Era in Wolf Children la scelta di Yuki di vivere il resto della propria vita come un’umana, così come quella del fratello minore Ame, di seguire il suo istinto di lupo. Per Ren/Kyuta si tratterà di trovare la propria strada osservando i suoi diciassette anni di età, i mostri che l’hanno cresciuto e coloro che sono entrati a far parte del suo presente.

 

Nel farci pervenire alla comprensione di tale messaggio, il regista pecca talvolta d’incapacità di sintesi per insistere su qualche dettaglio di troppo.