Commodo stupisce con il suo primo album che sfugge a qualsiasi classificazione.

Sono sempre stato affascinato dalla quantità e la varietà di generi musicali che esistono nel mondo in cui viviamo. Ho sempre pensato che fosse impossibile elencarli tutti, perché molte volte le distinzioni tra un genere e l’altro sono talmente sottili da renderne impossibile una netta separazione che vada oltre il semplice nome. Naturalmente su Wikipedia è possibile trovare una lista che pretende di raccogliere tutti i generi musicale esistenti, ma a me piace pensare che da qualche parte nel mondo ci sia qualcuno che sta creando qualcosa di nuovo, al di fuori di qualsiasi tipo di classificazione.

 

COMMODO – HOW WHAT TIME (BLACK ACRE)

 

Di difficile classificazione è anche il nuovo album di Commodo, un artista che ho imparato a conoscere durante la mia permanenza a Londra, il tipo grazie al quale mi sono avvicinato ad un mondo ancora tutto da esplorare: il Dubstep.

 

 

 

 

All’inizio ero così sconvolto da non poterlo apprezzare, 140 battiti per minuto eppure pezzi che sembrano lenti e difficili da ballare, con batterie così sincopate da farti sentire costantemente sotto effetto di acidi. E poi quel “solo” colpo di rullante sul terzo quarto a rendere il tutto ancora più difficile, ma che differenzierà più di ogni altra cosa il genere Dubstep dagli altri generi cosiddetti “da ballo”.

 

Un genere che si riconosce al 100% nella città in cui nasce, ma che al tempo stesso si apre alla miriade di comunità esistenti nei sobborghi della periferia londinese.

 

L’album di Commodo prende tutto questo ben di dio e come se non bastasse lo mescola all’hip hop e alla grime, il tutto in chiave rigorosamente Uk, con una strizzatina d’occhio al mondo orientale.

 

 

 

 

Il risultato che ne esce è un lavoro di tutto rispetto nel quale riesce a farci entrare nel suo caotico mondo fatto di paesaggi londinesi avvolti nella nebbia, loschi personaggi multi-etnici e bassi talmente potenti da sfondarti i sub della tua cameretta e far incazzare il vicino del Bangladesh appena tornato da lavoro.

 

Per Commodo si tratta del primo album dopo una lunga carrellata di Ep’s e singoli che l’hanno fatto conoscere negli ultimi anni all’interno del Regno Unito e tra gli amanti del genere.

 

L’album esce sulla Black Acre , etichetta britannica per la quale produce anche il nostrano Clap!Clap!, nella cui pagina su Resident Advisor alla classica domanda su quale sia il loro ambito musicale potete trovare questa indicazione:

 

“Genre? There is no genre.”

 

E se non si preoccupano loro allora perché dovrei farlo io?

 

BONUS TRACK: CALL SUPER – NERVOUS SEX TRAFFIC (DEKMANTEL)

 

Dekmantel è diventato negli ultimi anni uno dei festival più importanti nella scena mondiale per quanto riguarda il panorama più strettamente house e techno. Visto il successo planetario dell’evento gli organizzatori hanno deciso di dar vita ad una label omonima con l’intento da una parte di far conoscere gli artisti che prenderanno parte all’evento, dall’altra di aumentare il proprio giro di affari. E ovviamente hanno vinto. Stavolta è il turno di Call Super, artista techno del roster Houndstooth dallo stile elegante e raffinato. E’ un Ep di due tracce: Detroit Techno per palati fini, con un tocco di ambient-house perfetta per quando tramonta il sole, forse addirittura meglio se il sole sta per sorgere.

 

 

 

 

Buon ascolto!