Se almeno una volta avete affondato il naso tra le pagine di un libro non potete perdervi questo Festival.

“Il frastuono, il tormento, le risate di queste pagine si sono placati. Ci guardiamo attraverso questo strano specchio che è un libro. E penso a te che mi hai ascoltato. E mi hai reso diverso, nei mille pezzi di specchio, perché sarò diverso ogni volta che mi rileggerai, e diverso per ognuno che mi leggerà, svogliato o rapito. Questo è il segreto dei libri, la loro vita indomabile” Stefano Benni – Di tutte le ricchezze

 

 

La cornice è Venosa, uno dei borghi più belli d’Italia nel cuore della Basilicata. La data è il 28 e 29 maggio 2016. Un festival del libro che conta 60 appuntamenti, suddivisi in 16 sezioni. 34 le opere presentate, e 39 gli autori, tra scrittori di fama nazionale e internazionale e penne esordienti. Il tutto costellato di laboratori di scrittura creativa, letture ad alta voce, performance teatrali e musicali, dal rock al jazz all’opera, caffè filosofico-letterari, show cooking, mostre di pittura e fotografia e fiera del libro, con uno spazio speciale dedicato al mondo del fumetto.

 

Tra gli autori, nomi quali Emilio Targia, caporedattore di Radio Radicale, Emanuele Tonon, uno dei giovani scrittori più interessati sulla scena nazionale degli ultimi dieci anni, Michele Chisena, critico musicale e giornalista di XL Repubblica, Valentina di Cesare, col suo romanzo filosofico e di formazione, e ancora Pino Aprile, Esmail Mohades, Papa Ngady Faye, Mimmo Sammartino, Enrico Costa e molti altri (il programma completo è disponibile sul sito di Borgo d’Autore).

 

festival del libro (1)

 

“Borgo d’Autore” nasce dalla voglia di usare il Libro come legante tra singolo e società, tra piede e terra, tra occhio e pagina. 60 appuntamenti come 60 “laboratori di pensiero”, pronti a  soddisfare la curiosità delle più svariate categorie di lettori – si parlerà di universo femminile, fiaba, calcio, religioni, migrazione, poesia, social network, violenza, cucina, filosofia, mito e Grecia antica, musica, e molto altro – in presentazioni veloci, quasi da tempi di piccolo schermo, per incidere nella memoria del lettore di passaggio il piacere “la Pagina” più che il rumore delle pagine.

 

Perché quando un festival trova il coraggio di nascere, per altro nell’era del metropolitano e del digitale, per il bisogno di raccontare il libro e la lettura con agorafilia, e dispiegandosi pazientemente per due giorni in ogni angolo del centro storico di uno dei borghi più graziosi dello stivaletto, merita almeno un weekend del nostro prezioso tempo.