Le sindromi neurologiche sono alterazioni della realtà, deliri, che hanno spiegazioni neurologiche e interpretazioni psicologiche.

 

Partiamo da questo presupposto: vivere significa recitare una parte.
E mettiamo anche che l’attore sia un incosciente, protagonista e controfigura di se stesso nella sua stessa storia.
Questo concede un buon margine di errore, ma soprattutto di libertà .
Un tipo di libertà fusa all’incoscienza, che permette di destreggiarsi come professionisti,
o come semplici uomini vestiti di dogmi interpretativi, necessari per non far trasparire la realtà come finzione.
Che sia l’ignoranza che rende quest’uomo un professionista dell’interpretazione?
Difficile rispondere; non ci sono copioni per l’ingenuo del caso, egli non interpreta nessuno se non se stesso, senza saperlo.
Come in un metateatro, la sua storia (sempre dell’uomo) canalizza il racconto in cui imita altri, senza mai smettere di essere se stesso.
La fabula fa spazio all’intreccio e le strutture interne di questo racconto si muovono come le stanze del Tartaro appena suggellate. Non sono ancora ben coordinate, ma perfettamente in grado di sconvolgere ed evocare le parti più profonde, dolorose e concupiscenti dei remoti spazi umani.
Così, si infrange facilmente la barriera che divide la normalità dal suo contrario, ed appena si sublimano le regole che dispongono l’ordine è difficile pensare di tornare indietro.
Ma allora cos’è la normalità?
Forse una convenzione?
Forse un veleno? Sì, un veleno iniettato dai vincitori di qualche guerra!
Forse un’imposta che si regge sulle norme dettate da una qualche maggioranza?
Io la normalità la condivido come una pesante pietra in balia della pendenza, una bolla d’aria dentro una livella che lega la sua vita all’equilibrio per non finire ai lati.
La normalità vige di formule chiare, ma la sua rappresentazione non è lineare: me la immagino come una linea curva, ripiegata su se stessa, che non dà tempo di essere prevista, che si sposta, che perde la sua posizione insieme al carico intenso legato agli istanti del tempo.
La normalità non ha scampo, la sua esistenza si racchiude in un barattolo di lucciole con due tappi in grado di aprirsi a comando esterno.
Così quell’uomo con il copione in mano non è altro che un involucro guidato da un viscido insetto imprigionato, una marionetta manipolata da un vettore di istinti e dipendenze e, infine, un gladiatore morto in modo esclusivo su di uno squallido palcoscenico.
La sua normalità non è altro che una banale esibizione che si attiene al copione della recita.
L’unica scelta avviene nella coscienza, anche se ultimamente più che a un Daimon interno assomiglia di più a un negozio di pegni che impreca: “Accetta! Qualsiasi sia la condizione devi accettare”. Ecco che i Deliri, altrimenti chiamati sindromi neurologiche,  non sono altro che distaccamenti dalla normalità, momenti in cui siamo attratti da un polo del continuum nevrosi-psicosi, ed è proprio questa deviazione dalla media che ci rende unici.

 

Poi diversi. Poi malati.
Anche se questi picchi di diversità esistono purtroppo non sono giusti, non sono validi, come i poggiatesta delle vetture in cui si girano le scene dei film: dovrebbero esserci, ma non ci sono.
Solo che in questo caso è proprio il contrario: ci sono, ma non dovrebbero esserci.
Qualcuno potrebbe obiettare: se nessuno li vede, non esistono! Se nessuno ti vede, non è mai successo.

 

Ecco, noi queste cazzo di diversità, che chiamano Deliri o Sindromi di deformazione razionale della realtà, le accettiamo e le esponiamo come deviazioni dalla funzionalità biotica, come una serie più o meno caratteristica di sintomi, senza però un preciso riferimento alle sue cause e al meccanismo di comparsa, e che può quindi essere espressione di una determinata “malattia” o di malattie di natura completamente diversa.

 

Sindrome dell’accento straniero

 

La cosiddetta FAS, acronimo di ForeignAccentSyndrome, è una delle sindromi neurologiche che insorge a causa di una lesione che si verifica nel cervelletto a livello del tratto nervoso chiamato via cortico-rubra di apprendimento motorio, quello che salva in memoria qualsiasi schema di movimento come andare in bicicletta, sciare o, appunto, parlare.
Con l’alterazione del sistema muscolo-articolare legato alla produzione del linguaggio, cambia l’accento. È un fenomeno che può durare pochi giorni, ma se persiste alcuni studi scientifici hanno presentato degli interventi per agire sui sistemi neuromuscolari periferici tramite tossine botuliniche.

 

La BBC qualche anno fa, ad esempio, raccontava della britannica Linda Walker, che dopo essere stata colpita da un ictus, al risveglio in ospedale aveva cominciato a parlare con una bizzarra inflessione giamaicana. Infine, Key Russell, una donna inglese di 49 anni, che l’indomani mattina si è risvegliata parlando con una curiosa inflessione francese.

 

Dove finisce la nomalità e inizia la malattia? Come si riconosce un delirio? Qui descriviamo di 10 sindromi neuropsichiatriche comuni di cui però nessuno parla

Sindrome di Capgras

 

Sindrome della paranomasia replicativa o sindrome di Capgras

 

Sindrome neurologica che comporta la convinzione a chi ne è colpito che le persone care siano state rimpiazzate da replicanti, alieni o semplicemente da impostori a loro identici.
Il disturbo si può estendere anche a luoghi e animali perciò compromette proprio tutta la forma di categorizzazione della realtà adiacente.
Le aree imputate a questa sindrome, a volte scambiata con la Sindrome di Fregoli (in cui gli amici e i familiari vengono riconosciuti in persone estranee), sono la corteccia frontale sinistra e temporo-parietale destra.

 

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