Coscienza non vede, cuore non duole.

Il messaggio subliminale si accosta allo studio sulla persuasione e sul tentativo intenzionale da parte di un soggetto di determinare un cambiamento nella modalità di valutazione sul suo ricevente.

La persuasione ha ambivalenti sfaccettature di esegesi cognitiva ma nella sua difficile accezione è possibile identificare un fulcro a cui attenersi: la libertà di scelta.

Tramite il linguaggio si comunicano un insieme di informazioni manifeste o velate ad un ricevente, nel tentativo di influenzare le sue credenze, pur mantenendo una certa distanza, fondamentale per lasciare agire liberamente la sua elaborazione cognitiva.

La libera scelta è il peso che agisce sulla bilancia persuasiva, e anche il deterrente che la differenzia dalla coercizione, dalla manipolazione e dalla seduzione, che agisce su aspetti emotivi.  

 

In particolare, nella costruzione di un significato persuasivo non è solo la fonte che attribuisce e fruisce di particolari caratteristiche per fare leva sul cliente, come se fosse un processo univoco e passivo, ma anzi è nella percezione del ricevente stesso che si gioca una lotta cognitiva in cui si decide il cambiamento o il mantenimento della propria opinione.

Questo fattore percettivo incontrollabile, parte integrante di un obiettivo che si identifica nella persuasione stessa e nel cambiamento di atteggiamento verso un determinato oggetto, è proprio la variabile che ha dato modo di indire una vera e propria campagna di esperimenti scientifici con lo scopo di trovare un’equazione, il più significativa possibile, in grado di spiegare i funzionamenti cognitivi, difficilmente operazionalizzabili, del cambiamento di opinione e atteggiamento.

Ma nelle solite promesse di evoluzione scientifica, il denaro, e le brame ad esso legate, si riconfermano i veri e unici manipolatori delle innocenti curiosità umane: infatti, dato che dagli studi sulle modalità di elaborazione cognitiva e mediazione persuasiva era stato reso noto l’importante effetto che le credenze personali e le norme sociali avevano direttamente sull’intenzione comportamentale, le multinazionali non badarono a spese per promuovere rapidamente modalità esplicite o implicite in grado di manipolare le regole concernenti le condotte dei membri target.

 

Così dalle teorie sulla persuasione si intrapresero percorsi articolati per favorire l’incremento degli interessi di chi vedeva nella manipolazione la possibilità di valorizzare i propri prodotti e garantirsi il favore delle masse.

Più precisamente riguardo ai messaggi subliminali,

Se con il termine percezione subliminale si indica il fenomeno secondo il quale stimoli non avvertibili perché troppo deboli, troppo confusi, o perché troppo rapidi, possono tuttavia influenzare il comportamento di un individuo, con l’espressione percezione subliminale si considera il sottoinsieme percettivo in cui l’uomo riesce a captare uno stimolo che viaggia ad un livello più basso di quello necessario per raggiungere la coscienza.

 

 

Uno dei vantaggi che si ottiene applicando questa tecnica nel campo pubblicitario è dovuto al fatto che a livello inconscio il messaggio occultato viene percepito, mentre a livello cosciente non risulta evidente e, non importa se l’effetto è positivo o negativo, il nucleo manipolatorio su cui le società mediatiche sono pronte a speculare si basa sulla conclamata suscettibilità, per cui l’individuo si piega alle volontà altrui.

Nel 1957 si concluse il primo esperimento significativo sulla pubblicità subliminale.

Questo consistette nell’inserire nel film Picnic, con William Holden e l’allora sconosciuta Kim Novak, messaggi subliminali che apparivano sullo schermo a 1/3000 di secondo e dicevano “Hai fame? Mangia popcorn e bevi Coca-Cola”. In conseguenza di questa manipolazione, le vendite di popcorn si incrementarono quasi del 58 % e quelle di Coca-Cola del 18 %.

 

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Hai fame? mangia popcorn

 

 

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Bevi Coca-Cola

 

 

Per fare ciò non inserirono dei messaggi pubblicitari tra i fotogrammi del film, ma utilizzarono uno strumento particolare che permetteva di proiettare immagini a diverse velocità, il tachitoscopio, sfruttato spesso anche nei test psicologici, soprattutto nella valutazione di figure e scritte pubblicitarie.

Dietro tutto ciò si ergeva la sinistra figura di James Vicary, legato alla Subliminal Projection Company, e intenzionato ad utilizzare questa forma di comunicazione commerciale in locali pubblici, film e affissioni. Si eseguirono in quel periodo, anche diversi esperimenti su emittenti TV per testarne l’efficacia, tuttavia con esiti negativi.

Nonostante il presunto insuccesso di tali meccanismi, furono venduti 400 spazi pubblicitari contenenti messaggi subliminali da una stazione radio di Chicago e le conseguenze non furono rese note.

È interessante trattare come nella storia i risultati scientifici e le bufale mediatiche si intrecciarono in modo caotico dando vita a ondate di cambiamenti e susseguirsi di eventi che suonavano come sperimentazioni non lecite.

Infatti, nel 1962, il pubblicitario James Vicary confessò l’inganno attuato per fini commerciali, tuttavia si era ormai creato il preconcetto che associa, a torto, percezione inconscia e manipolazione.

Le prime che sfruttarono il momento furono le emittenti radio che crearono, con l’aiuto di Disk Jockey, nuovi messaggi preregistrati e inseriti in dissolvenza con registrazioni musicali, detti added recall devices.

Del Hawkins, professore di marketing al Southern Illinois University, eseguì diversi esperimenti nel 1970 intitolati: The Effects of Subliminal Stimulation on Drive Level and Brand Preference. I risultati indicarono che un semplice stimolo subliminale può servire a risvegliare un bisogno primario, sempre tuttavia che la persona sia motivata all’azione.

Ma è il 1973 l’anno che segna diversi avvenimenti influenzati da questo clima di risultati persuasivi: la diffusione del messaggio “Give yourself up!” (arrenditi) da parte di un’emittente televisiva per favorire la cattura di un feroce assassino; la pubblicità televisiva per un giocattolo, Huster Du (in onda per Natale) che utilizzava uno spot subliminale emesso quattro volte nell’arco della sua durata ad una frequenza di 1/60 di secondo e l’offerta di servizi di consulenza per l’utilizzo di messaggi subliminali da parte di tredici società commerciali.

La fine degli anni Settanta segnò l’avvento della Little Black Box, una versione aggiornata del tachitoscopio, inventata da Becker, capace di leggere cassette e mescolare segnali provenienti da fonti diverse, rendendole percettibili solo subliminalmente. Questa macchina venne definita anche come la scatola nera della coscienza, perché trovava impiego nei supermercati mixando la musica di sottofondo con messaggi del tipo: “Io sono onesto, io non ruberò”.

Secondo un articolo apparso su Family Health Magazine, una catena di grandi magazzini pagò Beker e il suo collega Louis Romberg 10.000 dollari per l’utilizzo di tale apparecchiatura, riportando una diminuzione del 37% dei furti e un conseguente risparmio di 600.000 dollari. Restano tuttavia dei grossi buchi nella storia della comunicazione subliminale; ci sono, infatti, dei periodi in cui si parla molto di questi argomenti e altri in cui non se ne parla. E così, grazie anche a questa forzata cappa di silenzio, che grava tuttora sull’argomento e ai vuoti legislativi di numerosi Stati, l’impiego del subliminale continuò a pieno ritmo.

Addirittura sulla rivista Musica 80, fu stata resa nota la bozza di una Lettera agli azionisti della Fiat redatta nel 1980 dall’avvocato Gianni Agnelli e da un ignoto staff di collaboratori in cui si parlava di un progetto, patrocinato dalla Fondazione Agnelli, di ‘sonorizzazione’ di alcuni centri di produzione del Nord e Centro Italia.

Basandosi su sperimentazioni dello stesso tipo compiute con successo dalla Shell a Fairbanks (in Alaska) e dalla General Motors a Tucson (in Arizona), si volevano diffondere negli stabilimenti e negli uffici, particolari ‘colonne sonore’, musiche neutralizzate, ossia trattate in modo particolare con intermissioni di frequenze e con immissione di “messaggi in codice” il cui recupero sarebbe avvenuto a livello inconscio.

Lo scopo prefissato dell’introduzione di queste novità era quello di elevare la produttività e di migliorare il rapporto fra lavoratori e azienda, con conseguente notevole riduzione della conflittualità aziendale e miglioramento dell’immagine societaria.

L’intervento dell’O.N.U. sulle questioni suddette non tardò ad arrivare, cercando non tanto di bloccare la ricerca scientifica, quanto di ammonire e chiarire le possibili conseguenze di un potenziale potere sfruttato in modo non etico e non ancora preciso: “Le implicazioni culturali dell’indottrinamento subliminale sono il più grande pericolo per i diritti umani nel mondo e che l’annullamento o la modificazione di una cultura sono possibili mediante stimolazioni subliminali”.

 

Il potere legato ai messaggi subliminali è da associare alle capacità-vulnerabilità della mente umana, cui troviamo riscontro oggettivo in particolare nei processi di percezione: ognuno dei nostri cinque sensi può essere metaforicamente paragonato a una spugna che assorbe un numero davvero notevole di informazioni durante tutto il corso della giornata, ed è appunto per la mole enorme di dati che acquisiamo che risulta davvero difficile poterli riconoscere tutti quanti.

Ecco, i messaggi subliminali vanno annoverati proprio tra questi input.

Ma come agiscono precisamente?

Una risposta alla domanda ce la offrono Cheesman e Merikle i quali hanno ipotizzato l’idea di due diverse soglie della percezione umana: una soglia oggettiva, fondata sulla capacità di elaborare gli stimoli, e una soglia soggettiva, cioè la consapevolezza del singolo individuo che gli sia stato presentato o meno un input.

I messaggi subliminali agiscono proprio in questa zona di confine; tra la soglia oggettiva (ovvero, ‘fisiologicamente’ sono stati colpiti dallo stimolo) e quella soggettiva (non sono assolutamente, o quasi assolutamente, consapevoli che siano stati sottoposti ad un messaggio). Anche un input molto basso e quasi impercettibile è sufficiente ad attivare gli organi sensoriali e le funzioni cerebrali, ma non le soglie attenzionali che sovraintendono la nostra sicurezza ricettiva.

Sull’importanza della sicurezza percettiva Freud ipotizzò un complesso meccanismo di difesa mentale che ‘bloccava’ i significati che avrebbero potuto nuocere al cervello.

Ipotizzò che ogni qualvolta incontriamo parole che possono offendere la nostra morale, le nostre idee, le nostre sicurezze, tendiamo ad isolarle e a dimenticarle prima possibile.

Per il fatto che ogni paradigma consta su assunti ma per essere scientificamente provato deve tenere conto di criteri di validità e falsificabilità, a queste supposizioni non mancarono piogge di critiche, legate alla mancanza di concrete spiegazioni sull’esistenza generalizzabile di un processo contemporaneo di ‘conoscenza’ e di ‘evitamento della conoscenza’, finché molti psicologi, a cominciare da Dixon, abbracciarono un modello di captazione sensoriale non unitario, ma a stadi, con un funzionamento processuale in cui uno stimolo prima di essere elaborato transitava da un filtro corporeo (i cinque organi di senso), a un filtro di attenzione e difesa, per poi raggiungere la soglia della consapevolezza.

 

Con i messaggi subliminali si apre tutta quella branca di filoni legati al mistero e alla ricerca di interpretazioni nascoste che rendono molte discipline ancora più affascinanti.

Un esempio in particolare è nell’arte.

 

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The Dream – Pablo Picasso

 

 

Prendendo in considerazione The Dream di Pablo Picasso, quadro ricco di messaggi occulti, si incontra subito uno stimolo esplicito.
Sia la dottoressa Sutil sia il professor Key concordano nell’analisi del dipinto, come la donna che sogna un’attività sessuale. Guardando la figura possiamo notare la faccia della donna disegnata secondo un metodo del cubismo analitico. Ciò non è una novità se pensiamo ad altri quadri dell’autore come Guernica, Les demoiselles d’Avignon, Ritratto di A. Vollard, Il violino; ma osservando il volto nel dettaglio si nota che la tecnica è stata utilizzata per mascherare il significato recondito dell’opera. Il viso è in realtà formato per metà da quello che rappresenta un pene. messaggi subliminali (4)

 

Altro elemento che si può notare nel dipinto è il numero delle dita della donna: sei su ogni mano entrambe poste sopra l’apparato genitale. Il numero delle dita, suggerisce Key, vuole rappresentare un movimento ripetuto che in quella posizione simula una masturbazione. Infine, un particolare sottovalutato è rappresentato da quell’oggetto simile ad una sciarpa ma anche ad una mano posto sul seno della donna quasi a rappresentare lo stesso sogno che, materializzandosi, abbraccia la donna, accarezzandola. La cosa che risulta più interessante è che solo il 3% di coloro che guardano il dipinto si accorge del volto-genitale il restante 97% non lo riconosce .
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Si entra più nel subliminale analizzando il quadro di Diego Velázquez: La infanta doña Margarita de Austria nel quale si può notare subito un uso del colore più veemente rispetto all’opera precedentemente esaminata. Certo, l’interpretazione della pittura è abbastanza soggettiva; per quanto concerne Sutil, ella crede che il dipinto di Velázquez susciti una sensazione di antipatia nei confronti della principessa dovuta forse all’aria di mistero che la circonda.
Velasquez utilizza il rosso in maniera aggressiva tanto da ricordare il sangue. Analizzando questa figura non ho potuto non notare delle strane facce malefiche nascoste tra le tende dello sfondo.

A mio avviso tali facce dallo sguardo rivolto verso la figura di Margherita sono colpevoli di produrre quelle sensazioni di mistero.

 

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Anche la Lastra di Palenque, un reperto della civiltà Maya, presenta caratteristiche interessanti che riguardano la sua interpretazione.
Questa pietra, che era utilizzata come coperchio tombale del loro dio Re Pacal, rappresenta vari divinità Maya tra cui:

 

– Chalchiuhtlique, dea dell’Acqua,

 

– Ehecatl, dio del vento,

 

– Tlaloc, dio della pioggia,

 

– Tonatiub, dio del sole.

 

Maurice Cotterel si accorse che i disegni raffigurati sulla cornice di quella stessa lastra erano alquanto strani, e più strano ancora era il fatto che questa avesse due dei quattro angoli mancanti. In realtà tutto ciò era un indizio per arrivare alla sua decifrazione, identificabile quando alla lastra se ne sovrapponeva un’altra identica e mostrando che i disegni in essa raffigurati si componevano con altri, dando origine a nuove figure misteriose.

Le sfaccettate realtà degli antichi misteri furono prove e indizi pel sostenere che in realtà il messaggio subliminale fosse un adattamento moderno a tecniche pittoriche antiche e non quindi una scoperta del ventesimo secolo.

 

L’effetto che sta alla base delle implementazioni dei messaggi subliminali è detto Effetto Poetzel.

 

“Lo scienziato psicologo Poetzel, nel 1917, osservò che i pazienti con lesioni nelle aree del cervello, preposte alla vista, tendevano a disarticolare quello che era stato loro mostrato. Quando a questi pazienti era chiesto di riferire ciò che avevano visto precedentemente, trasmettevano solo delle informazioni parziali. Poetzel osservò anche che se ad alcuni individui sani, erano mostrate diverse illustrazioni per un certo periodo di tempo e dopo veniva chiesto loro di descrivere o disegnare il materiale osservato in precedenza, gli elementi, che non erano stati recuperati nella loro memoria, apparivano più tardi, quando si analizzavano i sogni prodotti in quella notte. Poetzel concluse che il contenuto dei sogni si produceva per gli oggetti non soddisfatti che agivano alla stregua di stimolazioni subliminali, deducendo che quando un stimolo supraliminale non è oggetto diretto della nostra attenzione agisce come se fosse subliminale.”

 

Effetti simili, si possono ottenere anche prolungando l’esposizione di materiale stimolatore nei pazienti affetti da amnesia, o con esposizioni tachistoscopiche in soggetti normali, con esposizioni prolungate in individui normali, con esposizioni prolungate in individui con un livello basso di attenzione.

Gli scienziati Silverman e Silverman provarono anche che le persone hanno meccanismi di difesa, che agiscono e continuano il loro effetto quando l’attenzione è rivolta verso le cose abituali o personali, perfino se questo succede totalmente fuori della coscienza. Una conclusione simile si ottenne in altri esperimenti. Si usarono gli stessi disegni con contenuto emozionale utilizzati da Silverman e Silverman, con lo stesso risultato di Poetzel: gli individui ricordarono più particolari del disegno originale nei sogni che in qualunque altro tentativo di ricordo. Un interessante esperimento fu realizzato dagli psicologi Wolitzky e Klein nel 1966, mostrando a alcuni individui una figura bivalente di un albero-papero che il più delle volte non veniva riconosciuta. Questo effetto di figure dissimulate o scarabocchiate, presentate sotto la soglia di coscienza, implica che il processo gestalt di organizzazione colpisce l’informazione all’entrata, in qualche punto oltre il quale questa informazione ha accesso ai sistemi di memoria. Gli esperti creatori di annunci pubblicitari a conoscenza di questi studi gli applicano nei loro annunci. Camuffano diverse parti dell’immagine, sapendo che questi messaggi latenti possono manifestarsi in qualunque momento durante l’attività svolta nella giornata, nei sogni della notte o delle notti posteriori, perfino settimane dopo la loro stimolazione.

 

L’utilizzo di questi substimuli è stato indirizzato anche verso il campo medico-clinico di promozione, prevenzione e azione per il benessere.

In particolare per migliorare e recuperare la fiducia in soggetti delusi o insoddisfatti della loro vita, senza però tener conto che tali ‘pseudo-cure’, a loro volta, possono agire anche come droghe, creando una dipendenza nel soggetto, il quale non riesce più ad essere libero.

È il caso dei software realizzati dalla Stimultech, una piccola azienda del Michigan e in quello di Endorfun, un videogioco diffuso dalla Time Warner Interactive di Los Angeles. Similmente sono venduti in Italia sistemi di memorizzazione subliminale Memosys che servono “per memorizzare velocemente e senza fatica” stando alle dichiarazioni apparse sul catalogo della casa produttrice ed ancora essa sostiene che “il messaggio non viene trasmesso all’io cosciente attraverso l’orecchio, bensì direttamente al subconscio, per via ossea.”

 

Il tema dei messaggi subliminali tocca molti campi in modo sempre ancora troppo poco trasparente per poter essere utilizzato con leggerezza.

Le motivazioni principali non risiedono nella difficoltà dimostrativa del concetto di stimolo e delle sue reazioni, quanto piuttosto nell’indeterminatezza mentale.

Ogni fenomeno cognitivo produce risultati, frutto di molte processazioni di difficile segmentazione nonché dissociazione, che non troveranno mai delle spiegazioni secondo i vincolanti metodi dimostrativi che si attengono alla logica deterministica.

Solo la capacità di pensare in modo irrazionale lascia intraprendere una strada che permette l’esistenza di un inconscio, invisibile alle nostre coscienze, che però smuove gli equilibri della vita oltre la vita.