Un personaggio borderline si aggira tra parenti, droghe, alcool e sesso nelle vacanze di Natale più allucinate di sempre.

Fottute vacanze di Natale!

Da poco mi hanno offerto di dare il mio (in)sano contributo per aumentare la qualità umoristico-contemplativa del sito il Cartello con un articolo sulle stupide vacanze di Natale. Sinceramente in un primo momento quando uno dei direttori mi ha chiesto “vuoi salire a bordo?” gli avrei voluto rispondere di fottersi, lui e tutta l’informazione web che tempesta ormai da anni le pagine di social media imbarazzanti e che occupa la memoria cache di milioni di computer… ma poi ho risposto in maniera affermativa, non perché mi sia fatto abbindolare dal flusso di parole mangia-mente di quel direttore hipster dall’occhio furbo, ma perché questo sito mi sembra un embrione in via di sviluppo coi controcazzi. Roba per cervelli forti, roba di qualità che se fosse fatta di stelle e strisce come la polvere bianca che non disdegno mai mi sarei già sparato da ore. Mi hanno assicurato che la mia identità rimarrà inviolata, perché diciamocelo bene, le cose che scriverò (per cui mi hanno assunto) sono tutto tranne leccate di culo per masse addormentate che se non vengono incanalate da qualcuno non sanno neanche attraversare la strada al di fuori delle strisce che poveri stronzi sfruttati fino all’ultimo centesimo hanno asfaltato sotto il sole rovente.

 

Vacanze di Natale 1

L’innocente ci parla delle sue vacanze di Natale

 

Ormai le vacanze di Natale ci hanno abbandonati da circa dieci giorni, lasciando quegli strascichi post-coitali che ci affliggono da anni in cui nel 90% dei casi vorresti essere in ogni luogo tranne in quel letto freddo di sentimenti, guardando gli occhi di partner occasionali conosciuti in discoteche che puzzano di ascelle e cloro.
Dal 22 dicembre al 2 gennaio ho vissuto in una dimensione accelerata in cui tutto cambiava come in quelle inquadrature di città o paesaggi in cui il tempo trascorre a ritmo frenetico con nuvole e macchine impazzite per le strade. Gli scenari cambiavano come incendiati dal tempo: Italia, Francia e Paesi Bassi si accavallavano fra le mie giornate come cornici di un presepe appena fatto. Tutto cambiava tranne l’unico protagonista di quei dieci giorni furibondi, quel piromane della notte che divento quando abuso di droghe, alcool e vita. Si, anche durante le vacanze di Natale. O forse è meglio dire specialmente le vacanze di Natale.
Il 25 dicembre, giorno in cui nacque quel simpatico bricconcello di Gesù, ero a mangiare con parenti e arlecchinate varie, ed è stato l’unico giorno di sanità mentale in quei dieci giorni, non perché rispetti le vacanze di Natale o perché circondato da legami sanguigni opprimenti, ma solamente perché non ero in forma, avevo un dolorino all’altezza del cervelletto che mi trapanava la scatola cranica come un picchio incazzato.
Osservavo tutta quella felicità straboccare da quei faccioni divertiti, imbottiti di vino da quattro soldi e da cibo mangiato in quantità disarmante e mi veniva un po’ di nausea – come mi succede ormai da 8 anni a questa parte – forse perché la mia coscienza era così pulita e lucida da farmi razionalizzare anche il minimo imbarazzo esistenziale di quella tavolata folcloristica, o forse semplicemente perché non me ne frega un cazzo di tutte quelle puttanate finto-buoniste che la maggior parte delle persone si raccontano nel giorno in cui Cristo scese in Terra ad infastidire schiere di generazioni con le sue sante parole.

 

Vacanze di Natale 2

Le vacanze di Natale adesso sono al completo

 

Dopo aver subito tutto quel buonismo per ore ed ore… una manna dal cielo. I due direttori del Cartello mi hanno chiamato a metà pomeriggio per un incontro e, guardando i miei parenti con fare diabolico mi sono dileguato con qualche bacio e con abbracci spaccaossa.
Dopo aver concordato le mie libertà stilistico-contenutistiche me ne sono andato verso casa parzialmente soddisfatto, perché la felicità di poter tornare a scrivere con regolarità si contrapponeva a tutto quel chiacchiericcio insensato di cui ero appena stato testimone, però sì, cazzo, avrei ricominciato a scrivere. Erano mesi che non scrivevo qualcosa di decente, qualcosa di autentico che rispecchiasse la rabbia che ho dentro quando vivo la vita di tutti i giorni e che mi sale costantemente dalle palle alla testa. Tutti i giornali, i blog o i siti per cui ho scritto in passato hanno cercato di tarparmi le ali, aiutati da una censura all’insegna del consenso di lettori bamboccioni che non sanno neanche battere i tasti di una tastiera se non per scrivere stati di Faceook contenenti descrizioni di cene con amanti, amici, fidanzati e spappolacoglioni vari.

 

Vacanze di Natale 3

I post spaccacoglioni delle vacanze di Natale

 

Due giorni dopo sono partito per i Pesi Bassi, ma non starò ad annoiarvi con scontate descrizioni della mia permanenza di soli due giorni in quella terra famosa per Amsterdam, per la piccola Utrecht e per la possibilità di fumare ganja a palate senza l’ansia e l’oppressione di sbirri incazzati pronti a farti un foglio di possesso per poi fumarsi tutto in caserma armati di pistola, distintivo e un bel panciotto da padri di famiglia. Vi dirò soltanto che in quei due giorni ho vissuto in una quarta dimensione simile a quella del finale di Interstellar, solo che non galleggiavo sospeso nello spazio fra libri e librerie, ma galleggiavo in un misto di eccitazione e depressione in un bagno di vomito nella camera di un ostello scalcinato. Il mio fisico sembrava respingere con tutta la sua forza la varietà di sostanze psicotrope assunte in quei due giorni. Per fortuna avevo soddisfatto il mio desiderio sessuale pochi giorni prima con una bionda tutto fuoco con cui mi sono deliziato fra piroette e sussulti in un valzer sessuale di tutto rispetto; perché nei Paesi Bassi le uniche donne che sono riuscito a vedere sono state deboli proiezioni della mia libido sotto forma di allucinazioni ossessivo-compulsive.
Ma poi la Francia è arrivata per portar via gli spettri di quei giorni all’insegna della droga in solitaria. Sono andato a trovare due amici che staranno un anno a Parigi per via di un Master così duro da indurre al suicidio la maggior parte degli studenti universitari, ma loro no, fra difficoltà e piccoli sprazzi di luce stanno continuando il loro cammino come avrebbe fatto Ulisse in una società dedita alla competizione in cui chi sventola il Curriculum migliore può riempirsi le tasche di soldi alla faccia di poveri sventurati che sul quel foglio hanno scritto solo nome e cognome.
Uno dei due – quello single e scapestrato – mi ha accolto dicendomi che uno spacciatore pakistano di sua conoscenza ci avrebbe portato un bel po’ di MDMA per saziare i nostri appetiti più oscuri non lasciandomi nemmeno il tempo di posare la valigia.

 

Vacanze di Natale 4La simpatica MDMA

 

Abbiamo incontrato questo pakistano dalle guance paffute che continuava a ripeterci che tutti i suoi clienti a cui ha dato buste di md gli hanno sparato in faccia la stessa esclamazione di stupore e curiosità: “What is this?”.
Felici per aver acquistato roba di qualità ci siamo apprestati a stendere due colpi di assaggio, ma come d’incanto la magia si è interrotta di botto.
“Che cazzo è questa? Puzza di sambuca” dico al mio amico.
“Cazzo ci ha fregato. E’ PMA”.
Sinceramente devo ringraziare quel cavallo pazzo di Avantlaguerre che, in un post molto interessante uscito pochi mesi fa, mi ha fatto riflettere sul fatto che l’md buona deve odorare “come un mix di trielina e scroto di spacciatore albanese”.
Se sa di sambuca si tratta di PMA, un succedaneo dell’ecstasy sintetizzato partendo dall’anetolo, quindi bad drug.
Spavaldi lo abbiamo richiamato fissando un incontro in un pub. Il posto era lercio e puzzava di sudore. Lo spacciatore continuava a dire che la sua droga è buona e che nessuno si è mai lamentato. Io, lì lì per dargli un pugno sul naso, ho cercato di trattenermi per il bene del nostro sballo futuro. Alla fine ci ha cambiato  la busta che ho analizzato attentamente, l’ho annusata e… puzzava di scroto di albanese. Good drug.

Da qui in poi parlerò al presente per far entrare meglio i lettori nella nostra avventura.

Corriamo in bagno a fare due colpi e dopo neanche mezzora iniziamo ad essere fatti in maniera importante. Girovaghiamo per le strade di Parigi con due bei sorrisi stampati in faccia, due sorrisi da clown che riusciamo ad esibire solo in presenza di droghe simpaticomimetiche, ma ci va bene così, ci sentiamo ebeti e lo sembriamo.
La serata vola alla sua conclusione fra giochi di luce, musica house e tipe che cerchiamo di assaltare con la nostra baldanza pagliaccesca.
Il giorno dopo è capodanno, e la nostra giornata passa da un’estenuante spesa di pesce che possa deliziare i nostri palati – prima che le nostre mascelle vengano tirate come elastici da piccoli concentrati di anfetamina presenti all’interno dell’md di quel grasso pakistano venditore di giochi pirotecnici – a un tour dei club più degradati di Parigi.
La cena procede bene con fiumi di vino che scorrono silenziosi nei nostri stomaci come acqua di fonte. Io e il mio amico siamo gli unici single della cena, mentre l’altro è accompagnato e anche il loro coinquilino ha una ragazza canadese che vista in ghingheri durante la cena mi procura più di un’erezione.
Ci catapultiamo in una piazza per festeggiare la mezzanotte a base di vodka e md, ma sembra essere la piazza sbagliata perché la gente è abbastanza composta mentre noi vorremmo il disagio allarmante adatto al nostro stato mentale.

 

Vacanze di Natale 5

Charles style

 

Andiamo ad un party in una casa niente male, in cui un cane mi guarda indispettito da non so cosa, per questo decido di accarezzarlo in modo invadente per neutralizzarlo il più presto possibile.
Alle 2 andiamo in un club che non starò a descrivervi perché le mie lacune mnemoniche incominciano subito dopo il party in casa.
Il resto della serata è tutto un flash, come se le luci della discoteca dove siamo stati e dell’after mattutino dove gironzolavano mostri dai connotati umani avessero scandito i miei ricordi accompagnandoli fino ad oggi.
Luci, donne, uomini, un colpo, un drink, ballare, sudore, luci, flash, un colpo, un drink, luci, caldo, un gay cerca di baciarmi, un colpo, flash, Ben Affleck, ballare, ballare, senso di empatia, amore, cristallo di md, un altro gay ci prova, la luce del mattino e poi casa. Buio totale.
Mi risveglio in posizione fetale, tremolante e sconquassato. La casa è avvolta da una strana penombra, e l’orologio da polso segna le 7 e 45.
Andando in bagno vedo il mio amico nel corridoio che mi guarda stranito.
“Ma che ore sono?” gli chiedo.
“Un quarto alle 8”.
“Ma come è possibile? Sono tornato alle 8”.
“Sono le 8 di sera. Pensavamo che fossi morto. Passando dalla tua camera abbiamo trovato la luce accesa e te svenuto al bordo del letto con i vestiti ancora addosso. Ci hai fatto preoccupare”.
“Porca puttana”.
Poco dopo il mio risveglio vomito succhi gastrici perché è tutto quello che ho nello stomaco che non vede cibo da circa ventiquattro ore. Un forte mal di testa mi tormenta finché non mi addormento di nuovo, è come avere la splendida canzone Quay Cur dei The Fiery Furnaces sparata a massimo volume nel mio cervello malandato, come se le note percorressero tutte le mie sinapsi martellandole costantemente.

 

 

Buon anno a tutti e mi raccomando state attenti alla PMA, ha fatto quattro morti solo in Inghilterra in queste vacanze.