Un racconto su uno strano animatore.

La valigia era un trolley di nylon nero, polveroso e senza una rotella, adagiata sopra un tavolo di resina bianco situato al centro del giardino. La chiusura lampo laterale era aperta ma non c’era modo di vedere all’interno. Si era presentato alla villa puntuale, alle sedici come prestabilito, con un berretto da baseball sulla testa: la parte posteriore era bianca mentre sulla superficie anteriore e sulla visiera era cucita una bandiera americana con stelle e strisce.

I lineamenti del viso tradivano quella che era la sua costituzione; gli occhi all’ingiù, lo sguardo spento, le guance scarne e un colorito più sul bianco che sul rosa sarebbero stati i connotati perfetti  sul corpo di un’altra persona, non su di lui. Del resto anche la voce era totalmente discordante. Dal collo in giù difatti la sua struttura virava completamente da qualsiasi previsione fisiognomica: spalle larghe, bicipiti e pettorali sovrasviluppati, statura sopra la media. L’età, intorno ai quaranta, era possibile approssimarla solo attraverso una media delle due sezioni.

 

I bambini presenti e quelli in arrivo erano stati avvisati della presenza di un animatore che li avrebbe intrattenuti, durante tutta la festa, con spettacoli di magia, trucca-bimbi, mega bolle di sapone e tanto altro.

Sopra un grande tavolo, sotto alla veranda, venivano portate da più mani vassoi con paninetti ripieni e pizzette al sugo, ciotoline di noccioline, patatine e salatini, bottiglie di Fanta, Pepsi, Peroni, Vino e acqua.

La mamma della festeggiata, dopo aver confabulato con il tizio con il cappello a stelle e strisce e aver con lui condiviso un caffè, lo presentò come il tanto atteso animatore, dichiarando che da quel momento in poi gli infanti invitati sarebbero stati una sua totale preoccupazione.

Una bambina dall’aria insicura si aggirava per il giardino consegnando svogliatamente un volantino.

-SE SIETE INTERESSATI AD INTERROMPERE IL SOLITO PARCHEGGIO DEI VS FIGLI IN UN FAST FOOD, DOVE ASSUMONO ESSENZIALMENTE GRASSI SATURI, ALLORA VI CONSIGLIAMO DI PROSEGUIRE IN QUESTA LETTURA.

Dietro la valigia il mago-truccatore-produttoredimegabolledisapone col cappello stelle e strisce  frugava all’interno e i bambini, che avevano un’età compresa tra i due e i quattro anni (ad eccezione di tre fuori quota che avevano per lo meno dieci anni), erano intorno a lui in trepida attesa. Più che la ricerca di un oggetto in particolare sembrava la ricerca di un’intuizione, di un incipit per dare avvio allo spettacolo.

-SE SIETE ANCHE INTERESSATI A “DARCI UN TAGLIO” CON LE AGENZIE, CHE SPESSO CHIEDONO DUECENTO EURO, CON TRAMPOLIERI E/O ZUCCHERO FILATO, MA SOLO PER GIUSTIFICARE LA SPESA. FRA L’ALTRO AI VS FIGLI INTERESSA SOLO LA SOSTANZA, CHE NOI PROPONIAMO.

 

La matita che si ritrovò in mano parve ricordargli qualcosa: era una di quelle matite che usano le donne (e non solo) per colorare la parte di palpebra esterna che incontra quella interna, esattamente dove sono presenti le ciglia. La guardò mentre la teneva tra indice e pollice. Alzò lo sguardo e senza accennare un minimo sorriso chiese con voce monotono chi volesse essere il primo partecipante al gioco trucca-bimbi. Nessuna mano si alzò e nessuno si propose.

Qualche genitore che assisteva intervenne proponendo suo figlio. Impugnando la matita con severità e impegno, iniziò a tracciare quattro line orizzontali su ciascuna guancia e una sorta di piccolo cuore sulla punta del naso. Poi con la voce atona, priva di qualsiasi entusiasmo, guardava l’opera compiuta e diceva al bimbo “guarda che bel gattino che sei diventato”. Procedette nello stesso modo con tutti i minori astanti, senza fare eccezione, ne sul disegno ne sul commento post-opera.

-SE NON NE POTETE PIU’ DI ANIMATRICI VENTENNI, CON POCA ESPERIENZA, E CHE BALLANO DIVERTENDOSI SOLO LORO, E SOPRATTUTTO FANNO FARE IL “GIROTONDINO” AL POVERO VS FIGLIO/A DI 8/9 ANNI UMILIANDOLO.

Gli adulti (genitori, nonni, parenti, amici e altri) per la maggior parte disinteressati di quanto e del come l’intrattenimento avveniva,  coglievano l’occasione per scambiare opinioni su questioni personali e non, e si adoperavano al meglio per assaggiare tutto quello che sul tavolo era apparecchiato (qualcuno non riusciva a trattenersi dal fare un commento, ogni qual volta che portava qualcosa alla bocca, del tipo: “questo non lo devo perdere” oppure “questo merita proprio” o ancora “e questo?” Come se dovesse trovare una giustificazione per mangiarsi il dodicesimo panino) facendo particolare attenzione ad evitare salatini, noccioline e patatine.

 

La valigia che era semiaperta sul tavolo aveva all’interno oggetti che sembravano finiti lì per caso. Uno dei fuori quota (anche lui dotato delle quattro linee orizzontali sui lati del viso), allontanandosi dal trucca-bimbi iniziò prima a guardare, e poi a frugare, dentro il trolley. Gli oggetti erano vecchi a tal punto, sporchi e maltenuti, che il fuori quota smise di rovistare, cercando poi di pulirsi le mani strofinandole sui pantaloni prima di essere allontanato dal mago-truccatore-produttoredimegabolledisapone, che nel frattempo si era reso conto dell’inottemperanza del ragazzino e si era a dir poco lanciato verso il suo trolley per chiuderlo velocemente.

-SE POI SCEGLIETE I PERICOLOSI E NON SOCIALIZZANTI GONFIABILI, SI “SOLLAZZANO” SOLO LE LORO GAMBE, MA LA LORO MENTE…?

Eccitazione generale seguì all’annuncio dell’avvio dello spettacolo di magia.

Qualche adulto si mise silenziosamente ad osservare. I bambini si sedettero in terra.

La valigia, sul tavolo bianco, pareva avere la funzione che il gobbo ha nel teatro: gli suggeriva il numero da rappresentare. La prima magia consistette nel far passare un elastico giallo che trovò (parve per caso) dentro al trolley, da un orecchio all’altro facendolo scorrere di nascosto dietro la nuca: trucco che fu individuato immediatamente da tutto il pubblico osservante, ad eccezione dei frugoletti di due anni che probabilmente non avevano neppure coscienza di quello che stavano osservando. Al termine della magia anche qui veniva proposto il commento post-magia, stavolta detto con un filo di voce: “applausino dai!”.

 

La seconda, che forse nemmeno la si poteva considerare volontaria e tantomeno magia, consisteva nel prendere un pupazzo di stoffa dalle sembianze di “Puffetta” e fargli muovere le braccia.  Nessuno la capì: probabilmente non sapendo quale oggetto afferrare da dentro la valigia e non avendo alcuna scaletta, preso dal panico, anche se il panico non sembrava un emozione che potesse provare, aveva brandito il primo oggetto che gli era capitato sottomano.

Seguì il commento post-magia: “applausino!”.

La terza invece, rispetto alle altre due era proprio un gran numero: gli occorsero due tentativi, ma al secondo gli riuscì. Aveva, e dava l’apparenza di essere sempre casuale, preso una moneta. Una volta posizionata sul gomito fece, alzando l’avanbraccio in modo tale che questa non cadesse, un movimento rapido verso il basso affinché questa gli finisse dentro al pugno. Al primo tentativo la moneta, dopo aver colpito il palmo della mano, fu scagliata in avanti sfiorando il volto di un bimbo ma al secondo il trucco riuscì e la moneta, una volta afferrata, riapparse nell’orecchio di una bimba. Seguì il commento “un applausino!”.

L’ultimo trucco lo vedeva agonizzante dopo aver simulato un accoltellamento addominale con un antenna retrattile (identica a quelle che spuntano dalle radio): “applausino grazie”.

Di tutto lo spettacolo la cosa consolante e catartica fu che praticamente mai nessuno applaudì.

VI PROPONIAMO UNA NOSTRA ALTERNATIVA. NOI SIAMO ANIMATORI, CON ESPERIENZA DECENNALE. I DIPLOMI SPECIFICI E LAUREE ACQUISITE SONO: OPERATORE SOCIALE OPERATRICE IN NIDO, OPERATRICE IN NIDO PUBBLICO E PRIVATO, OPERATORE IN LUDOTECHE, SCOUT, SCIENZA DELL’EDUCAZIONE, ASSISTENTE DOMICILIARE E DEI SERVIZI TUTELARI, TEOLOGIA, ETC. NON CI PIACE L’ANIMAZIONE URLATA, AL MASSIMO VOLUME DI AMPLIFICAZIONE, E DOVE VINCONO I PIU’ FORTI E/O I PIU’ VIOLENTI…ABBIAMO PREFERITO UTILIZZARE IL CARTACEO PER ARRIVARE A VOI (NON VIRTUALE).

 

Il tavolino in resina bianca riservato ufficialmente al trolley, liberato da questo, iniziò uno strano pellegrinaggio all’interno del giardino. Venne spostato circa venti volte e ad ogni spostamento il mago-truccatore-produttoredimegabolledisapone alzava un dito in cielo dopo esserselo ciucciato. Grandi risate per quello che tutti considerarono una rappresentazione comica, ma che invece si rivelò una mera ricerca del punto meno ventoso, propedeutico per le mega bolle di sapone. Adagiato il tavolo nel luogo più angusto del giardino: muro a nord, scalinata a ovest che scendeva verso il seminterrato, vasi di piante a est e spazio calpestabile a sud, dove fu posizionata la sedia del produttoredimegabolle, i bimbi, chi tra i vasi e chi dai gradini, si misero ad osservare le operazioni prodromiche alla produzione delle mega bolle. Gli strumenti tecnici utilizzati per la creazione furono due: il sapone “Svelto” per le stoviglie dalla padrona di casa e le nude mani. Prima di cominciare a far fluttuare nell’aria le agognate bolle, come un alchimista miscelò acqua e sapone. Operazione che a suo dire non era di poco conto perché doveva essere rispettata una rigida proporzione tra gli ingredienti. Dopo aver tentato di far bere il liquido saponoso e verde ad un bimbo, che solo un miracolo volle che non lo bevve davvero, riversò questo sul tavolo e con le mani nude, incurante degli effetti caustici che il sapone per stoviglie dopo una lunga e frequente esposizione potrebbe generare, prese a massaggiare il tavolo (così sembrò almeno). Finito il massaggio, con le mani che grondavano “Svelto”, chiuse il pugno, non totalmente, lasciando mignolo, anulare e medio leggermente aperti, portò la mano alla bocca e iniziò a soffiare nello spazio ristretto lasciato tra pollice ed indice.

Venne fuori una bolla. Non grandissima. Forse il suo diametro prima di scoppiare arrivò a venti forse trenta centimetri.

Ripetette l’operazione numerose volte ed ogni volta venne fuori una bolla. Però lui vedeva farfalle, mamme con i bimbi, mamme in cinte, vermi, cagnolini, gemelli ecc. I pochi bimbi che provavano ad interagire con lui venivano rimbrottati perché con il loro comportamento distraevano gli altri. Sul finire, uno dei bambini, sostenne che il padre con le stecche di legno faceva bolle molto più grandi: gesta paterne che furono prontamente screditate in quanto a suo dire la sua tecnica a mani nude aveva una solida e decennale esperienza.

PER FARVI CAPIRE MEGLIO LA NS PROFESSIONALITA’, SIAMO DISPOSTI TRANQUILLAMENTE A PRENDERE CON VOI UN CAFFE’ PER CONOSCERCI PRIMA, COSA CHE ALTRI NON FANNO, E DONARVI LA FORMULA SODDISFATTI O RIMBORSATI (REALE). A LIVELLO DI SCALETTA, OFFRIAMO TEATRINO, BOLLE-MEGA, SPETTACOLI DI MAGIA, GIOCHI DI IMPROVVISAZIONE, MUSICALI, BABY DANCE, TRUCCABIMBI, CACCIA AL TESORO, GIOCHI POPOLAR, SCOUT, PALLONCINI MODELLABILI, ALLESTIMENTO SALA, REPERIMENTO SALA, GIOCHI COMICI, CREATIVI E TANTO ALTRO. OVVIAMENTE, PUNTIAMO MOLTO SUL FARVI DIVERTIRE, CHIEDENDO UN RIMBORSO SPESE DI POCHISSIME DECINE DI EURO! SIAMO CERTI CHE, SE VOLETE EVITARE LA SOLITA FESTA MODAIOLA E STANDARDIZZATA, ORA SAPETE A CHI RIVOLGERVI, ALTRIMENTI AMICI COME PRIMA…GRAZIE PER L’ATTENZIONE E SALUTI DAGLI “ANIMATORI LIBERI RIUNITI”.*

La stessa bimba che aveva portato il volantino alla fine della festa andò via, mano nella mano,con il mago-truccatore-produttoredimegabolledisapone dal cappello a stelle e strisce.

*Nota dell’autore: ogni fatto o riferimento a persone non è puramente casuale (le parti in maiuscolo sono da attribuire, interamente compresa punteggiatura, ai “LIBERI ANIMATORI RIUNITI”).