La metro di Roma è un insieme di rumori fastidiosi, nemici mortali per gli amanti della lettura. Come estraniarsi da questo caos?

Quando sono assorto nella lettura (sai quanto amo leggere in questa caotica metro di Roma) capita che qualcuno mi passi davanti e che il mio subconscio lo scambi per te. So che non puoi essere tu eppure devo controllare come San Tommaso. Tu non sei mai.

 

In merito a questa mia grande passione per la lettura, quale anche indubbio metodo per potersi estraniare, recentemente ho pubblicato questo post su un gruppo Facebook per gli amanti dei libri che qui ti riporto integralmente: “per chi volesse dedicarsi ad una sana lettura sulla metro B di Roma, dovrà abituarsi a diversi piccoli inconvenienti: il leggero brusio; gli odori estivi (giunti prima quest’anno); le richieste di aiuto economico esplicite; le richieste di aiuto economico tamburellate; le richieste di aiuto economico cantate o suonate; gli improvvisi guasti che ti costringono a perdere la “poltrona”; le richieste di aiuto economico coattive (furti); il tizio che parla al cellulare del padre del suo amico che ha rischiato di perdere il cane di sua sorella mentre passeggiava con suo cugino; l’altoparlante interno che sbaglia le stazioni di arrivo; la tizia che ti pesta le scarpe sei volte chiedendoti sempre scusa; i lettori di quotidiani “enormi” che ti appoggiano parte del giornale sulle tue gambe; gli ubriachi che alle 18:00 si appoggiano per dormire sulla tua spalla; la madre di Cristina che non trova al cellulare Cristina e allora chiama Valentina ma Valentina ha il cellulare spento allora chiama Marzio che sta con Cristina ma che non gliela può passare perché Cristina è in bagno con Valentina; la mamma con sei bimbi, tre per ogni sedile, che si offende se non ti siedi su quel mezzo sedile che ti concede; la signora con il cane, bellissimo e bravissimo, che non fa altro che accarezzare alzando nuvole di peli che si spargono ovunque ma soprattutto sul mio libro; la ragazzina/o con gli auricolari che sembrano casse Bose; le scolaresche delle medie sotto anfetamina (quell’eccitazione altrimenti non è giustificabile); il barbuto che sembra un attentatore che armeggia con lo zaino tutto il tempo per poi tirare fuori un succo di frutta; la signora che ti casca addosso perché è troppo bassa per reggersi alla sbarra orizzontale posta sopra i sedili…e potrei continuare…Però mi fermo. Ciao a tutti!!!”.

 

Non pensavo che ne potessi trarre dei benefici, invece ricevetti un consiglio a dir poco straordinario: “scegli della buona musica: classica, soul o jazz. Caricala sul cellulare, mettiti le auricolari e sparatela ad un volume non troppo alto. Sarai del tutto isolato dal mondo esterno”. Ho provato e all’inizio ha funzionato alla meraviglia. Ormai però sono diversi giorni che ho abbandonato. Le auricolari sono annodate a tal punto che faccio prima a staccarle e avvicinare il cellulare all’orecchio… e questo è il secondo paio: il primo l’ho dovuto buttare.

 

Non volevo farlo, difatti ho provato a darle ad Augusto, sai quanto è bravo con i nodi. Passati tre giorni, dopo aver riscontrato 11 diversi nodi (di cui: 3 Savoia, 8 nodi Piani, 6 Parlati, 4 Margherita, 2 Bandiera, il raro Ancorotto, 7 Gasse d’Amante, 1 nodo per impiombatura, 2 nodi da ormeggio, 3 nodi Vaccaio e 6 nodi inglese), me le ha riconsegnate rassegnato. Vorrei comprarne un terzo paio ma solo per fare un esperimento: usarle due o tre volte e poi riporle belle distese su un tavolo e filmare quello che accade; sono ormai certo che abbiano un meccanismo interno che, ad una data ora dal primo utilizzo, invia un segnale ben preciso con il numero e il tipo di nodi con le qui si devono aggrovigliare così da renderle inutilizzabili e costringere il consumatore al riacquisto. Augusto (anche se scettico) sembra essere d’accordo con me. Secondo te, per ovviare a tale problema, perché non inventano delle cuffie con filo rigido? Magari di ferro? Sarebbe così semplice

 

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Se questo articolo ti è piaciuto leggi anche la seconda parte delle Cronache dalla metro B!