Nella quinta parte di Cronache dalla metro B la domanda è : e se il sottosuolo romano si trasformasse in giochi di ruolo?

Di tanto in tanto, ho come la sensazione di trovarmi dentro dei giochi di ruolo del tipo: “Gioco del Pendolare”. Un gioco che consiste nel mettere il passeggero dinanzi a dure prove di abilità, con l’obiettivo di superarle nel minor tempo possibile.

Se realmente fosse un gioco, potrei definirlo entusiasmante poiché: non sai quando capita, è tutto segreto, è tutto a sorpresa, e ogni volta si è sottoposti ad una prova differente. Il “gioco” di recente è stato talmente incredibile che ti assicuro ho dubbi che non si sia trattato in verità di una sorta di reality, talmente ben congegnato da meritare di esserti narrato.

 

Il gioco è iniziato alle ore 08:20 presso il capolinea della linea B, stazione Laurentina.

Prima difficoltà è stato il tempo di attesa, circa 15 minuti. L’altoparlante richiedeva l’ausilio di tecnici sul vagone in arrivo. Qui il veterano del gioco avrebbe già intuito che esso era iniziato. Questo è il bello, devi pensare come se fossi l’organizzatore della competizione, e poi devi stargli un passo avanti. In arrivo da dove se la Laurentina è il capolinea? Dal deposito? Perché mai un treno che è al deposito e che necessita di tecnici dovrebbe partire? Lo so, sono stato ingenuo, e sono salito sul treno.

 

La Seconda Prova è stata davvero subdola, il treno ha fatto le prime quattro fermate in modo regolare, se non fosse che a Magliana il treno era già gremito (cosa assolutamente normale), poi, a Marconi, Garbatella e San Paolo la locomotiva arrivava in banchina senza corrente. Devo dire la verità, qui il segnale di avvio della competizione si era palesato.

 

Ora, il partecipante alla sfida ha due scelte, e solo una porterà alla vittoria: la prima, scendere dal treno preventivamente ed aspettare quello dopo; la seconda, scegliere di rimanere. Purtroppo io ho scelto la seconda andando incontro alla terza prova. Questa è stata magnifica, aveva addirittura un diverso coefficiente di difficoltà per chi come me stava sul primo vagone. Il treno una volta arrivato a Piramide si è spento e una voce orchesca ha allarmato tutti di scendere, e così è stato fatto.

 

La mia ingenuità in quel momento, mi giustifico dicendo che forse mi ero fatto prendere dall’agonismo, non mi ha fatto notare che il treno si era fermato ben oltre la linea di arresto, così che tutti gli occupanti della prima locomotiva sono scesi in un punto dal quale non sarebbe stato possibile accedere ai treni successivi. Che idea! Stupenda! Memorabile! Davvero dei Geni!

 

Il treno che arrivava dopo, si è fermato a quindici metri da me e a circa duecento persone dalla prima porta. Il secondo ha fatto lo stesso. Alcuni partecipanti che come me non erano riusciti a prendere il secondo treno hanno iniziato a reclamare scorrettezze, allorché uno di questi ha addirittura dato un calcio alla locomotiva. Qui il momento è stato critico, ho davvero avuto paura per lui e per me di un eventuale squalifica. Il macchinista difatti ha fermato il treno, è sceso ed ha iniziato ad urlare “io ti squalifico hai capito?” o almeno credo che abbia detto così. Tutti preoccupati di ciò abbiamo iniziato ad urlare “vergogna” verso il sabotatore del gioco, anche se a me sembrava che alcuni ce l’avessero con il macchinista.

 

Comunque, il terzo treno ha fatto la stessa cosa, ed anche il quarto. Ma il quarto, con grande abilità e con poteri contorsionisti acquisiti grazie alla Metropolitana di Roma, sono riuscito finalmente a prenderlo. Arrivato a destinazione, ahimè, l’orologio mi ha confermato che ero fuori tempo massimo. Il risultato è stato pessimo, un ora e trenta minuti. Se a Laurentina mi fossi messo a correre sui binari sarei arrivato prima.

 

Peccato, sarà per la prossima volta, del resto l’importante non è partecipare?

 

*****

Se questo articolo ti è piaciuto leggi anche la quarta parte delle Cronache dalla metro B: L’Isis a Roma e nuovi incontri.