I passi per arrivare a diventare Frida Kahlo, tra i fili dell'arte surrealista e l'amore per Diego Rivera.

Marylin Monroe andava a dormire con due gocce di Chanel, Audrey Hepburn faceva “colazione da Tiffany”, Madonna ha rivoluzionato la scena del pop e Frida Kahlo ha creato un nuovo modo di concepire l’arte. Per quanto apparentemente diverse, queste casistiche ci raccontano tutte le grandi personalità e il talento di donne che hanno segnato il Novecento.

 

Brillante rappresentante dello stile messicano, della lotta per il Partito Comunista, tramite l’autoritratto si è modellata non solo come una musa, ma come creatrice di sé stessa. Oggi i suoi quadri sono inestimabili, il suo viso è ritratto non solo sulle riviste, ma anche su oggetti d’arredo, il suo stile si ritrova anche sulle passerelle d’alta moda.

Qual è stato il percorso che ha portato una ragazza messicana che sogna di diventare medico all’epifania artistica che si cela nel nome di Frida Kahlo?

 

“Avevo sette anni quando ci fu la Decena Tragica e vidi con i miei occhi la lotta tra i contadini di Zapata e i Carrancisti”

 

scrive Frida nel suo diario personale, all’inizio degli anni Quaranta, ricordando la Rivoluzione Messicana. Questo momento storico ricopre un ruolo fondamentale nella sua vita, tanto da farle scegliere di indicare proprio il 1910 (inizio della Rivoluzione) come anno della sua nascita, avvenuta all’anagrafe tre anni prima. Il padre di Frida è un fotografo e un pittore, ed è lei stessa ad affermare:

 

[…] fu per me un magnifico modello di tenerezza e bravura come fotografo e pittore e soprattutto di comprensione per tutti i miei problemi.

 

È proprio suo padre Guillermo, quando a sei anni vede la sua bambina colpita dalla poliomielite, a curarla e starle accanto. Quella malattia la lascia con una gamba e un piede deformato, che le causano l’irrispettosa e affliggente nomea di “Frida gamba di legno”, coniata dai suoi compagni di classe.

Quella deformità fisica la porta a coprirsi, a nascondersi sotto pantaloni e lunghe gonne messicane, quegli stessi abiti che, anni più tardi, l’avrebbero resa così originale e oggetto di ammirazione ed imitazione.

 

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Frida con la famosa gonna lunga messicana

 

Nel 1922 Frida si iscrive alla Escuela Nacional Preparatoria, la scuola superiore migliore di tutto il Messico, per prepararsi ad affrontare l’università e diventare medico. Qui inizia a entrare in contatto con le idee socialiste e nazionaliste; bisogna sottolineare, inoltre, che molti dei suoi compagni finiranno per diventare leader della sinistra messicana.

 

Il 17 Settembre 1925 l’autobus diretto a Coyacan sul quale Frida sale per tornare a casa, si scontra con un tram: molti sono i morti e la pittrice viene ferita gravemente. Questo incidente cambia completamente la sua vita: è costretta a passare quatto mesi a letto, colpita da forti dolori che non scompariranno mai del tutto, anche col passare degli anni. Al suo corpo già tormentato dalla poliomielite si aggiunge altra sofferenza fisica, con trentadue operazioni che non la riporteranno mai alla normalità. Costretta all’immobilità e a busti di gesso, Frida decide di battere un sentiero inesplorato:

 

“Ritenevo di avere abbastanza energia per fare qualcos’altro, che non fosse studiare per diventare medico. Senza darvi troppa importanza, cominciai a dipingere. Da molti anni mio padre teneva in un angolo del suo piccolo studio fotografico una scatola di colori a olio, un paio di pennelli in un vecchio bicchiere e una tavolozza. […] nel periodo in cui dovetti rimanere a lungo a letto approfittai dell’occasione e chiesi a mio padre di darmela. Me la prestò, come un bambino a cui si portava via un giocattolo per darlo al fratello malato. Mia madre fece preparare da un falegname un cavalletto, perché il busto di gesso non mi permetteva di stare dritta. Così cominciai a dipingere il mio primo quadro”.

 

Il letto della prigionia di Frida viene corredato di uno specchio, così che la ragazza possa fare da modella a sé stessa e, in questo modo, prende vita la prolifica serie di autoritratti che caratterizzerà l’artista in tutto il suo periodo di attività. La sua vita si trasforma in una sorta di rappresentazione del binomio di bellezza e sofferenza, una donna che deve vivere forzatamente in un corpo storpio e che, per affrontare questa situazione sfoga tutto nei dipinti e nelle lettere, che diventeranno una testimonianza del suo pensiero e della sua attività.

 

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Frida Kahlo, Autoritratto (1940)

 

Nei suoi autoritratti, Frida riprende se stessa e la sua solitudine: quando si raffigura insieme ai suoi animali domestici è come se regredisse al periodo infantile, in cerca di una qualche protezione di cui necessita. Con questo modo di vedere e rappresentare sé stessa e la sua femminilità, Frida rompe i tabù tipici del corpo e della sessualità femminile vigenti; lo stesso Diego Rivera, celebre artista che la sposerà due volte, afferma:

 

“la prima donna nella storia dell’arte ad aver affrontato con assoluta e inesorabile schiettezza, si potrebbe dire in modo spietato, ma nel contempo pacato, quei temi generali e particolari che riguardano esclusivamente le donne”.

 

Frida riesce a sfuggire la morte e inizia un percorso di rinascita umana e culturale, analizza se stessa, attraverso quello specchio prende atto delle trasformazioni del suo corpo, della sofferenza alla quale è costretta. Dipinge secondo la logica di ciò che vede, alla ricerca di una nuova identità, fondendo i caratteri e le simbologie messicane, le icone religiose, gli elementi precolombiani, le componenti fantastiche, che arrivano a fondersi con il reale. Non si può parlare dunque di Surrealismo o Ermetismo. La sua arte è il binomio perfetto tra metafora e concretezza.

 

L’incidente le rende matrice per un nuovo linguaggio che esprima la poetica della lacerazione, fissata sulla dicotomia inquietudine/dolore fisico. A chi le chiede il perché dell’autoritratto, Frida risponde:

 

“Perché me stessa è la persona che conosco meglio, e anche perché mi sono sentita spesso sola”.

 

Frida conosce colui che diventerà l’amore della sua vita nel 1922; Diego Rivera, patriota messicano, maestro d’arte e muralista, formato dalle molteplici esperienze artistiche europee, realizza proprio nella Scuola Preparatoria, un celebre murales.

 

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Frida con il marito Diego Rivera

 

Un anno dopo Frida gli porta i suoi dipinti, e Diego Rivera capisce di quanto carisma siano intrisi e quanto sia forte la forza espressiva di quella ragazza molto più giovane di lui, mossa dal fuoco del proprio intenso vissuto. Qualche anno più tardi, nel 1929, Frida e Diego si sposano, e entrano far parte di quella cerchia di intellettuali e artisti che sostengono un’arte messicana libera da ogni vincolo o dipendenza.

 

Il matrimonio, tuttavia, non è privo di crisi e contrasti: Frida non riesce a diventare madre, a causa dei suoi problemi di salute; durante poi il loro viaggio negli Stati Uniti per il lavoro di Diego, quest’ultimo vuole restare, mentre lei vuole tornare in Messico. Il punto di rottura arriva proprio quando, tornati, Diego tradisce sua moglie con Cristina, sua cognata. Frida, così, doppiamente tradita, prende una casa da sola e inizia a vivere il legame con Diego come una sorta di relazione aperta. I dipinti che maggiormente raffigurano questo suo periodo psicologicamente controverso sono Qualche colpo di pugnale e Henry Ford Hospital. Il simbolismo delle icone messicane si lega alla crudezza della realtà: tre maternità negate e un amore che si sta sgretolando sotto i suoi occhi, lo sfogo può avvenire solo attraverso l’arte.

 

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Frida Kahlo, Henry Ford Hospital (1932)

 

Il tradimento infuoca l’arte di Frida, la incoraggia, Diego diviene un termine di paragone, un avversario. Qui nasce l’autonomia di Frida come artista, è qui che diventa davvero Frida Kahlo. Inizia a viaggiare, conoscere artisti come Breton, a esporre i suoi dipinti; tuttavia, Rivera decide di divorziare e Frida vive fortemente questo distacco e dipinge Le due Frida, simbolo di questa crisi personale, oltre che coniugale. Nel 1940, tuttavia, decidono di risposarsi a San Francisco, ma nasce un nuovo rapporto: sia a livello economico, che sessuale.

 

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Le due Frida (1939), simbolo della crisi personale vissuta dall’artista

 

Frida è ormai indipendente, un’artista conosciuta, che non ha più bisogno di un uomo per sostenersi economicamente. Negli anni Quaranta è diventata un’artista richiesta globalmente, ottiene persino una cattedra d’insegnamento, ed inizia a dipingere anche sotto commissione. La sua arte esplode, ma le sue condizioni di salute la fanno peggiorare sempre di più. Perde la sua voglia di vivere, pur continuando a lavorare a scrivere nel suo diario i suoi stati d’animo, il suo impegno per il Messico, a livello politico e popolare, ma sente che non vivrà ancora per molto.

 

Frida Kahlo si spegne il 13 Luglio 1954, a quarant’anni, nella Casa Azul (la casa azzurra), che oggi è un museo dedicato a lei e la sua vita. Resta il simbolo, la figura della donna che convive con la sofferenza fino a trarne motivazione ed ispirazione, appassionata dall’amore in un matrimonio che non è totalizzante, ma che si rivela comunque necessario, per quanto contorto. Frida lascia un segno importantissimo, non solo nel suo Paese, ma a livello mondiale: un modo forte di affrontare la vita, di rialzarsi, convivere con sé e i propri istinti anche creativi.

 

Il Surrealismo è la magica sorpresa di trovare un leone nell’armadio dove si voleva prendere una camicia.

 

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