Il romanzo Neuromante nel 1984 era già in grado di profetizzare un futuro che ormai è qui.

Era il 1984 quando Microsoft s’imponeva al mondo come la più grande software house, Intel equipaggiava tutti i computer con i suoi microprocessori e Apple invadeva i mercati di tutto il mondo con i suoi Macintosh dal design accattivante. In questo mare sconfinato, mentre la tecnologia come un infante muoveva i suoi primi passi, approdò negli scaffali delle librerie Neuromante. Opera dello statunitense William Gibson, Neuromante nel tempo si è rivelato essere un romanzo profetico. Coinvolgente, strepitoso, forte di una trama solida, intrigante, capace di tenere il lettore sospeso tra le pagine, è il frutto di una visione della società del futuro percepita con anni di anticipo da uno scrittore visionario che ha intravisto nel suo tempo il germe che di li a pochi anni avrebbe cambiato, trasformato e stravolto la vita di milioni d’individui. La storia racconta di un’operazione che vede coinvolti Case, un hacker, e Molly, una street samurai. Due vite che s’intrecciano, si rincorrono eppure si sfuggono perdendosi nella marea dell’infinito spazio cibernetico.

 

“In un mondo in cui le mafie della finanza e dell’elettronica possono tutto, tra autostrade informatiche e hacker dai poteri neuromantici, si svolge l’avventura di Case. Si è messo contro l’organizzazione sbagliata e per vendetta è stato privato della sua capacità di connettersi al cyberspazio, e isolato nella prigione di carne del suo corpo materiale. Ora qualcuno è disposto a ricostruirgli le sinapsi bruciate, a patto che porti a termine un’ultima missione…”

 

Neuromante 1

La copertina di Neuromante, edito in Italia dalla Mondadori

 

Un romanzo fantascientifico anomalo, non ha la pretesa di narrare di alieni, di navicelle e invasioni. Al suo autore interessa altro: prova a vedere al di là, cercando di tracciare e indagare la società futura. Se Orwell aveva rappresentato nel suo 1984 un’umanità schiacciata dalla dittatura, in cui nessuno è al sicuro, in cui l’individuo è considerato non come singolo ma parte della comunità, quella rappresentata in Neuromante ne è l’opposto. Gibson fa centro mostrando il vero dominatore del nuovo secolo; la tecnologia. In Neuromante lo stato è ai margini, non sovrintende più la massa, ha perso potere in favore delle multinazionali e delle corporazioni, soprattutto a farla da padrone sono le mafie e le bande criminali.

 

“Il potere, nel mondo di Case, significava il potere delle grandi compagnie. Le zaibatsu, le multinazionali che plasmavano il corso della storia umana, avevano trasceso le antiche barriere. Visti come organismi avevano raggiunto una specie d’immortalità”.

 

In quest’universo tutto avviene attraverso il cyberspazio, ecco che ben si comprende il perché Neuromante sia un romanzo all’avanguardia. Gibson intravide quella che di lì a breve sarebbe diventata la rete, internet, questo immenso spazio virtuale nel quale è possibile condurre affari, comunicare con persone a distanza, condividere informazioni, insomma uno spazio infinito con un’infinità di usi. È la tecnologia la vera fonte di guadagno, è lei che domina incontrastata. Il mondo di Case è un universo perverso in cui regnano violenza, egoismo e corruzione. Questo sistema trascina la società in una sorta di anarchia. Tutto ruota intorno all’informatica, tutto ormai è divento elettronico.

 

«Cyberspazio: un’allucinazione vissuta consensualmente ogni giorno da miliardi di operatori legali, in ogni nazione […] Una rappresentazione grafica di dati ricavati dai banchi di ogni computer del sistema umano. Impensabile complessità. Linee di luce allineate nel non-spazio della mente, ammassi e costellazioni di dati. Come le luci di una città, che si allontanano…»

 

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Nell’universo di Neuromante tutto avviene attraverso il cyberspazio

 

Peculiare del romanzo è l’analisi del profondo legame che s’innesta tra uomo e macchina, con una continua dipendenza dell’essere umano da apparecchi tecnologici e sistemi informatici. Gibson mostra una perfetta fusione tra uomo e macchina. Il corpo umano è potenziato con elementi tecnologici, molti personaggi, infatti, presentano parti del corpo meccaniche, che si amalgamano alle parti organiche, dimostrando così di possedere una forza e un’intelligenza sovrumana.

 

“Il gelido sentore dell’acciaio. Il ghiaccio gli accarezzò la spina dorsale. Smarrito, così piccolo in mezzo a quel buio, le mani fredde, l’immagine corporea che svaniva lungo corridoi di cielo televisivo. Voci. Poi il fuoco trovò le direzioni dei nervi, dolore al di là di qualunque sensazione alla quale si attribuisce il nome di dolore…”

 

Le vecchie barriere ormai sono superate, il corpo non è più sola carne e sangue ma a essi si aggiungono metallo ed elementi hardware. Eccolo il futuro di Gibson, un universo in cui fa ribrezzo e orrore vedere un uomo privo di protesi meccaniche e hardware. L’uomo in quanto tale è obsoleto, superato. L’essere umano organico, cioè composto solo di carne e sangue è considerato al pari di un dinosauro, è perciò un essere non evoluto, insignificante e arretrato, non al passo con i tempi. Anche la morte (che abbiamo analizzato attraverso la letteratura contemporanea) diventa obsoleta: in questo futuro prossimo si risolve il problema della mortalità semplicemente copiando la personalità e i ricordi del defunto, inserendoli in una memoria virtuale creando così una specie di alterego. Pur essendo virtuale, il defunto ha la possibilità di ri-vivere nella rete. Case, il protagonista, è un hacker che nella sua missione viene aiutato proprio da quest’entità, l’alterego di un hacker ormai defunto ma che rivive in un costrutto ROM.

 

“-Sai che Dixie Flatline è morto?

Lui annui.  – Il cuore se ho sentito bene.

-Lavorerai con il suo costrutto”.

 

Leggendo il libro, termini come hacker (e noi abbiamo approfondito parlando con un hacker della darknet di truffe su ebay e molto altro) ROM, cyberspazio e rete non sono oggetto di inquietudine per la generazione del 2000 proprio perché sono attuali e ci troviamo a viverli in pieno. Quanti di noi possono dire di ignorare cosa sia la rete o una ROM? Ciononostante quando il romanzo uscì nel 1984, fece scalpore proprio perché era l’anno in cui si diffondevano i primi personal computer, anni in cui la rete muoveva i suoi primi passi e di certo le pagine di Neuromante erano profetiche, ma per l’epoca erano solo un lontano miraggio e per certi versi inattuabili. Ecco perché Gibson è stato un autentico visionario, ha letto nel futuro, intuendo quello che di lì a breve la tecnologia avrebbe raggiunto.

 

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Gibson ha intuito quello che di lì a breve la tecnologia avrebbe raggiunto

 

Il Neuromante non è nient’altro che il moderno informatico, il nuovo mago del ventunesimo secolo. A tal proposito fa notare saggiamente Norman Spinrad che si può parlare della figura dell’hacker come di “un mago contemporaneo […] la cui magia consiste nell’interfacciare direttamente il proprio sistema nervoso con il sistema nervoso elettronico della sfera dei computer, manipolandolo (e venendone manipolato) in modo molto simile a quello  in cui gli sciamani tradizionali interagivano con regni mitici più classici attraverso droghe o stati di trance”.

 

All’uomo, nel romanzo, non restano che due strade: o desistere e opporsi alla modernità finendo, alla stregua dei dinosauri, col diventare obsoleto e oggetto d’altri tempi, oppure abbracciare la tecnologia finendo con il fondersi e confondersi con essa senza saper più dove finisce l’uno e dove inizia l’altra. Il futuro non è molto lontano da quello teorizzato tre decenni fa dallo scrittore americano. A confermarlo bastano i progressi fatti nel campo della robotica e delle intelligenze artificiali. Siri e Watson ne sono un esempio evidente. Siri è presente su iPad e iPhone rappresenta uno dei massimi risultati mai ottenuti nel campo delle intelligenze artificiali.

 

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L’essere umano è intento a intensificare la ricerca tecnologica e tuttavia sempre più dipendente da essa

 

Watson, diversamente da Siri, è qualcosa di superiore, un’intelligenza in continua evoluzione. Realizzata dall’IBM, il sistema è un’intelligenza artificiale in grado di rispondere a domande espresse in un linguaggio naturale. Si pensi che nel 2011 partecipando a un quiz televisivo Watson è riuscito a batteri i suoi concorrenti umani. Oggi tutti abbiamo uno smartphone, un PC, navighiamo in rete e chissà se un domani anche questi non saranno cimeli e pezzi obsoleti, retaggi di un passato arcano. È questa la vera sfida che attanaglia sempre di più l’uomo del 2000, intento a intensificare la ricerca tecnologica e tuttavia sempre più dipendente da essa: comprendere se questa progressiva e implacabile evoluzione non finirà per rendere nei fatti obsoleto lo stesso essere umano.

 

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