Before The Flood è il progetto prodotto da Leonardo DiCaprio e Scorsese che cerca di farci aprire gli occhi sulla situazione del pianeta.
Before the Flood è un’immersione nelle acque profonde della triste realtà con cui ci confrontiamo quotidianamente, nonostante non abbiamo voglia di preoccuparcene. Una verità dove stiamo affondando lentamente, con piccole boccate d’aria che ce ne fanno dimenticare la gravità.
Questo nuovo progetto prodotto dall’attore premio Oscar Leonardo DiCaprio e dal regista Martin Scorsese è un viaggio attraverso le problematiche ambientali del nostro pianeta, senza cadere in banalità, ma concentrandosi sui punti principali di questo processo in continua crescita che è il cambiamento climatico.
Il tutto è partito come una sfida, una sorta di esperimento di sensibilizzazione che sta diventando realmente virale.
Leonardo DiCaprio ci porta nel suo viaggio di ricerca, alla scoperta di alcune risposte necessarie per comprendere cosa realmente stia accadendo nel nostro pianeta. Il suo intento è principalmente quello appunto di sensibilizzare e informare riguardo il modo in cui si può, a piccole dosi, evitare che avvenga la completa deforestazione, che spariscano ancora più specie animali, che si sciolgano poco a poco i ghiacciai, che si distruggano gli ecosistemi e spariscano le comunità indigene del pianeta definitivamente. A tal proposito, il montaggio del documentario alterna momenti di riflessione riguardo questi temi attraverso i viaggi che DiCaprio intraprende in Europa, Cina, Indonesia, India e Antartico, a momenti di riprese del suo ultimo film The Revenant, girato per lo più nel Nord del Canada, dove per motivi metereologici molto spesso la troupe ha trovato enormi difficoltà per andare avanti con il proprio lavoro. Questo parallellismo è anch’esso chiaramente un punto di contatto con il tema affrontato nell’intero documentario, che mette in luce anche l’aspetto riguardante gli indigeni d’America di cui il film tratta.
Inoltre i colloqui da lui portati avanti con politici e scienziati di vari paesi, da Barack Obama a Ban Ki-moon ci mettono in chiaro alcune delle questioni più bollenti del caso, attraverso episodi reali, come allagamenti improvvisi nelle città della Florida, uragani, il problema dell’inquinamento atmosferico in Cina, il gas rilasciato dai bovini in allevamento e molto altro ancora.
Ulteriore punto fondamentale è che questo documentario è stato realizzato per essere diffuso il più possibile, giacché la National Geographic lo ha messo a disposizione di tutti gli utenti in rete, caricandolo su youtube anche in diverse lingue. L’impatto che ha avuto è stato abbastanza etereogeneo: da un lato si premia la volontà dell’attore di essere il portavoce di un problema che viene spesso messo da parte o addirittura ‘evitato’, non solo dalla gente comune ma soprattutto dai governi, e nello stesso tempo dall’altro lo si accusa persino di populismo.
Che sia un prodotto commerciale o meno, è chiaro che la sua diffusione può solo in qualche modo smuovere gli animi e sensibilizzare fasce più estese di persone, grazie alla presenza di un attore del calibro di DiCaprio. Eppure, lui stesso non è il protagonista di un film, in questo caso, ma un mediatore che lascia spazio allo spettatore per riflettere, farsi delle domande e collaborare. Infatti, alla fine del documentario ci sono addirittura dei piccoli consigli quotidiani per migliorare il nostro stile di vita e delle indicazioni per contribuire economicamente ed offrire il proprio appoggio monetario ad alcune associazioni ambientali.
Before the Flood, dai toni seri ma non duri, funziona un po’ come un airbag o un’ancora di salvataggio, pronta quasi a farci sentire meno in colpa quando lo guardiamo, giacché il pensiero che formuliamo dopo averlo visto è molto simile ad un: “devo fare qualcosa”. Non è stato il primo nè sarà l’ultimo documentario a trattare simili argomenti. Eppure la sua diffusione promuove e prevede un possibile futuro disastro e un po’ ci commercializza su, nel senso ‘positivo’ del fatto che si stia diffondendo con molta facilità e stia arrivando più direttamente agli spettatori. Non siamo scienziati, non possiamo prevedere ciò che accadrà realmente. Ma ritagliarci poco più di un’ora per trarne le nostre conclusioni, per capire meglio certe dinamiche e per scegliere se effettuare o meno minimi cambi nel nostro modo di vivere non risulterà inutile nè per noi, nè per il pianeta, di questo ne possiamo essere più che certi.
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