Ecco come Alejandro González Iñárritu è tornato a volare.

Partiamo dalla premessa che Alejandro Gonzalez Inarritu non è mai riuscito a convincermi a pieno… fino ad ora.

Quando era in coppia con lo sceneggiatore Arriaga puntava tutto su storie a incastri, riuscendo a realizzare un ottimo film con Amores Perros, un buon film con Babel e uno mediocre con 21 Grammi. Ma poi il crack. Dopo la rottura con Arriaga, i due, camminando ciascuno con le proprie gambe hanno compiuto passi falsi; uno con The Burning Plain e l’altro con Biutiful. Due film che eccedono nella drammaticità, quasi come se volessero sconvolgere per forza lo spettatore, accumulando drammi su drammi. Ma poi è arrivato Birdman, ed è stato sufficiente per polverizzare il sentore che si era impossessato della mia mente: potrà Alejandro Gonzalez Inarritu tornare ad ottimi livelli senza il compagno Arriaga? E la risposta è sì. In Birdman c’è tutto: vita, morte e miracoli.

Potrei dire di come Birdman rappresenti a pieno la cultura americana parlando di Hollywood, supereroi, social network, New York, jazz e Broadway. O di come i continui piani sequenza rinchiudano i personaggi nel loro mondo, con i loro problemi, ma anche di come Edward Norton sia tornato ad altissimi livelli, come non lo vedevamo da Fratelli in erba, ma non lo farò.
Voglio focalizzare la mia attenzione sulla prima cosa che mi è saltata per la testa durante la proiezione del film: Birdman è il Viale del tramonto dei nostri tempi.

 

Riggan Thomson (uno strepitoso Michael Keaton) è una star del cinema che ha raggiunto un successo spaventoso interpretando il ruolo di Birdman, un supereroe vestito da uccello.
La Norma Desmond (Gloria Swanson) di Viale del tramonto (Billy Wilder) è una ex-diva del cinema muto divenuta famosa per la sua bellezza e per le pose statuarie che assumeva di film in film.
Entrambi i protagonisti vengono risucchiati dal proprio personaggio, dal divo che fu non riuscendo ad essere più se stessi, rimanendo aggrappati a quel barlume di gloria passata.

 

Alejandro Gonzalez Inarritu 1

Birdman è il nuovo film di Alejandro Gonzalez Inarritu

 

La differenza sostanziale è che Riggan Thomson è ancora famoso, anche se per la non esaltante cosa di aver interpretato per tre volte un supereroe vestito da pennuto; mentre Norma Desmond è stata messa nel dimenticatoio: è arrivato il suono, la presenza scenica non è più tutto, Hollywood è andata avanti e la povera Norma è rimasta indietro, ancorata ai suoi ricordi come ad un salvagente in mezzo al mare.
Entrambi proiettano le proprie frustrazioni. Norma sotto forma dei suoi vecchi film propinati ai poveri ospiti che sembrano mummie imbalsamate, mentre Riggan sotto forma di allucinazioni visivo-uditive in cui Birdman prende il sopravvento dispensando consigli e distruggendo la sua autostima di volta in volta.
Entrambi sono intrappolati dentro un vortice di scelte sbagliate, insicurezze, e la paura di non contare niente, di non essere più sotto i riflettori della grande industria cinematografica.
La fama è il collante di tutto, Hollywood è una macchina mangia uomini inarrestabile, non aspetta nessuno, miete i sogni di alcuni per regalarne ad altri. È l’industria degli Studios, prendere o lasciare.
I due non sembrano proprio lasciare la palla della celebrità, anzi. Norma arriverà addirittura ad uccidere per riaccendere la luce di quei riflettori che l’hanno abbandonata ormai da anni, riflettori che si trasformano in flash di paparazzi, domande lampo, ma nulla importa, la missione è riuscita, l’attenzione è tutta su Norma Desmond che scende le scale in posa, quasi come in uno dei suoi vecchi film.

Riggan, invece, dopo un volo pindarico col suo personaggio alato, scende le scale del cielo, atterra e con faccia sicura torna nel teatro.
Il suo spettacolo è l’ultima carta per riaccendere le “luci della ribalta”, il tutto per tutto della disperazione, ma il risultato è diverso: Riggan non ha bisogno di sparare a un povero cristo per tornare sulle prime pagine dei giornali; Riggan spara in faccia all’arte, reinventa un teatro di verità che aveva perso la linfa vitale ormai da tempo, e allora chapeau, che si chiuda il sipario, che scroscino gli applausi, Riggan Thomson è tornato e con lui anche Alejandro Gonzalez Inarritu è tornato a volare.