Carlito's Way capolavoro di Brian de Palma è una via crucis attraversata da un Cristo moderno con la pistola: Al Pacino ci insegna che la vita è solo un ricatto.

Carlito esce di galera dopo 5 anni ed ha un solo desiderio: abbandonare il suo passato di violenza, delinquenza e potere. Ma semplicemente non può.

Non può perché la sua vita è quella. La strada di Carlito è ormai segnata: nessun cambio di rotta, nessuna via d’uscita.

Le intenzioni di Charlie sono tutte buone: vuole fare un po’ di soldi con El Paraiso, il locale che apre anche con il suo avvocato e miglior amico David Kleinfeld (per me, assolutamente la migliore performance della straordinaria carriera di Sean Penn), per poi andarsene in un’isola dei Caraibi e gestire un autonoleggio. Solo che il passato ritorna con tutta la sua prepotenza ad inghiottirlo in una spirale di situazioni già vissute e già risolte alla maniera di Carlito, il più delle volte con una pistola.
Dopo tutti questi anni di galera apparentemente sembrano essere cambiate tante cose, ma in realtà ogni cosa è come prima: tutto è un ciclo che si ripete, cambiano i personaggi, cambiano le droghe (“Dov’è tutta l’erba che ci fumavamo?” si chiede Charlie in un monologo interiore, sottolineando che la droga del momento è la cocaina), ma le situazioni irrisolte sono e saranno sempre le stesse.

 

Il ciclo della vita si capisce quando Carlito Brigante incontra ‘sé stesso’ nel locale. Anzi, per l’esattezza Charlie non ha minimamente voglia di incontrare sé stesso e infatti fa di tutto per non riceverlo, ma ‘il nuovo Carlito’ è irriverente, sfacciato, cocciuto e non ha problemi a farsi avanti fino a che non avrà avuto considerazione. Il suo nome è Benny Blanco. Il cameriere, a Charlie che non vuole assolutamente vedere Blanco, in un modo del tutto inspiegabile, dice proprio: “Quello sei te 20 anni fa!” Charlie piccato “Io? Così? Mai stato così!”.
Carlito lo sa bene, lo sa che quel giovane ambizioso, incosciente, antipatico è proprio lui. Per questo lo odia. Per questo non ci vuole avere niente a che fare, come un rifiuto ad affrontare faccia a faccia il passato. Infatti Carlito, sostanzialmente, scappa. Scappa come scappa nel finale a prendere il treno per fuggire via, invano. Il passato non è una terra straniera e non gli si può fuggire.
Succede quindi che Blanco entra nel locale e vuole in tutti i modi la sua ragazza, che lavora nel locale di Carlito ed al momento se la sta passando al suo tavolo con Kleinfeld. Blanco insiste e propone uno scambio ragazza-bottiglia di Champagne, ma Charlie, in un grintoso botta e risposta, incipit di una scena memorabile, alla domanda di Benny “Non mi riconosci?”, risponde “Forse non me ne frega un cazzo…”. E comincia una rissa con pistole puntate, nessuno sparo e tutti gli uomini di Charlie che prendono Benny e lo massacrano di botte. Ancora il tempo di un ultimo faccia a faccia, tra Carlito e Benny, passato e presente, espiazione e ambizione… Lo scambio di sguardi è memorabile: Brian De Palma usa il mezzo cinematografico in un modo magistrale. In lingua originale la tonalità della voce di Carlito esce fuori come se fosse il demonio a parlare, mentre i personaggi vengono inondati da un’insorgenza di colore rosso vivo. È il male che sta inebriando le azioni dei personaggi, soprattutto quelle di Carlito. Primo piano laterale di Brigante e Blanco completamente dipinti di rosso che si fulminano con i loro sguardi; primissimo piano frontale di Blanco completamente illuminato di rosso in viso; infine Brigante, improvvisamente, inaspettatamente con la faccia illuminata perfettamente per metà di rosso e per metà di bianco.

 

Carlito's Way capolavoro di Brian de Palma è una via crucis attraversata da un Cristo moderno con la pistola: Al Pacino ci insegna che la vita è solo un ricatto

Al Pacino in Carlito’s way

Carlito's Way capolavoro di Brian de Palma è una via crucis attraversata da un Cristo moderno con la pistola: Al Pacino ci insegna che la vita è solo un ricatto

Carlito e Benny si guardano

Carlito's Way capolavoro di Brian de Palma è una via crucis attraversata da un Cristo moderno con la pistola: Al Pacino ci insegna che la vita è solo un ricatto

Benny

 

Charlie, in questo momento della sua vita è il bene ed il male: dentro di lui c’è la malvagità di un tempo e la bontà del presente. Il conflitto che vive tra senso di colpa ed espiazione di tutti i peccati non poteva essere fotografato meglio. La macchina da presa laterale, che mostra quindi un angolo in cui tutti i personaggi sono ‘tinti’ di rosso, ‘tinti’ del loro lato oscuro, spiega bene che fino a che si gioca a parità di cattiveria non c’è proprio partita, perché Carlito è imbattibile. Solo che Carlito ha un problema: nella sua anima sta crescendo una coscienza. La compassione negli ambienti criminali è proprio una brutta bestia.
Charlie dà un improvviso pugno in faccia a Benny, che rotola tutte le scale e finisce nel retro del locale. Inizialmente l’ordine di Carlito ai suoi uomini è perentorio: il ragazzo va finito, ucciso. Poi esce fuori la voce della coscienza, l’inconscio: “Hai sbagliato, Carlito. Hai sbagliato. Ma sono i riflessi di un tempo che tornano a galla. Lo so come vanno queste cose. Benny va ridimensionato, e se non lo faccio la gente dirà: – Carlito non è più quello di una volta, si è rammollito, è diventato un ex duro, il carcere lo ha castrato- La strada ti tiene d’occhio, ti tiene d’occhio continuamente.”
Decide quindi di risparmiarlo, tra l’incredulità di tutti.

 

È un scena già vista nel film che viene considerato in qualche modo il prequel, ovvero Scarface, sempre di Brian De Palma: Tony Montana viene incaricato di far saltare in aria un’auto con dentro anche dei bambini, ma lui si rifiuta ed uccide il sicario mandato apposta a compiere quell’omicidio. Carlito, come Tony, fa una buona azione (alla sua maniera, si intende…) e per questo ripaga tutte le conseguenze. Non è possibile salvarsi da questa situazione, perché ormai ci sono stati troppi punti di non ritorno e troppi bivii presi in direzione del male. Come quando aiuta il suo amico Dave a far evadere di carcere i fratelli Taglialucci e l’avvocato, invece di farli evadere, li ammazza entrambi.
C’è una linea di confine dalla quale non si torna indietro: il punto di non ritorno; Dave l’ha superato e io sono qui con lui. Questo vuol dire che ora dovrò seguirlo fino in fondo, dovrò andare con lui, fino al capolinea, dovunque esso sia” (Carlito dopo che Kleinfeld ha ucciso Frankie e Tony Taglialucci).
La vita di strada è un ricatto continuo. Charlie non potrà mai dire di no a Dave, perché gli ha salvato la vita, l’ha fatto uscire di carcere. Nel mondo però, non solo quello della delinquenza, se ti fanno un favore senza alcun apparente motivo è solo perché te ne devono chiedere uno più grande, pure se quello che ti aiuta si dice tuo amico. È per lo scambio di favori che nasce la carneficina, quel meccanismo per cui si viene a creare il mondo della corruzione e della malavita, dove non ci sono amici e la salvezza è quasi impossibile.
Charlie però si ‘salva’ e, come un Cristo moderno finito sotto i colpi della pistola di Pachanga, che si è venduto, e di Benny Blanco, muore riuscendo a dare tutti i suoi risparmi a Gail per farla scappare e farsi una nuova vita.