L'inventore di sogni.

 

3) Si alza il vento (2013)

Semplicemente meraviglioso è il protagonista di questa stravagante avventura tra i cieli, sempre rincuorato dalla leggerezza e dalla dolcezza che in questa vita soltanto i sogni possono regalare.
Ha sempre preferito il cielo alla terra ed ha sempre ammirato il misterioso meccanismo del volo: il giovane si chiama Jiro Horikoshi ed è l’ultimo, splendido, personaggio di Miyazaki.
Stavolta la matrice di partenza è biografica ed è arrivata così sul grande schermo la vita di Jiro Horikoshi, ingegnere aeronautico giapponese vissuto nel XX secolo e fiore all’occhiello della Mitsubishi, per la quale inventò alcuni celebri caccia poi utilizzati durante la seconda guerra mondiale.
Il Jiro immaginato dall’estro di Miyazaki è un giovane amante della vita, curioso di scoprire il mondo, un cervellone genuino. Il ragazzo è una sorta di moderno Icaro, ma più coscienzioso del suo predecessore alato: Jiro è pronto a volare verso il Sole, ma con le giuste precauzioni.
I sogni lo accompagnano sempre, lo abbracciano e lo consolano. In un mondo confuso dove guerra e pace non si concilieranno mai, il povero Jiro si ritrova a costruire giganteschi bestioni metallici alati, asserviti alla guerra; tutto ciò mentre lui sogna costantemente un mondo felice e pacifico, dove tutti insieme fanno festa sugli aerei inneggiando al banchetto, alla danza, alla fratellanza.
Fedelissimo compagno d’avventura – onirica – è il bizzarro progettista italiano Caproni, da sempre l’idolo indiscusso del giovane ingegnere.
Ma tra aerei di carta, aerei veri, scorribande oniriche, peripezie reali, per Jiro c’è tempo e spazio anche per l’amore. Un amore puro, ma non per questo meno realistico. Un amore giovane, che non ha conosciuto la sporcizia della vita.

 

Hayao Miyazaki (3)

 

Si alza il vento è quasi un testamento agrodolce della passione del maestro Miyazaki. Jiro, sì personaggio che veste gli abiti di uomo realmente esistito, ma anche sospettabile alter ego del regista giapponese. Non passa inosservata la scelta di un personaggio maschile come fulcro della vicenda; scelta particolare e mirata se pensiamo ad un regista che ama tanto le donne da preferirle spesso agli uomini. Hayao Miyazaki, figlio dell’ingegnere aeronautico Katsuji Miyazaki. Una passione, quella per il volo e per gli ingranaggi capaci di solcare il cielo, radicata quindi nel tempo.
Un film che sin dall’inizio preannuncia la fine di un ciclo, il cerchio si chiude là, dove tutto è iniziato.

 

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