Da Ed Wood a Nightmare Before Christmas, ecco la classifica dei migliori film di Tim Burton.

 

 2) Nightmare Before Christmas (1993)

 

Immaginate un mondo parallelo, un mondo popolato da vampiri, scheletri e mostriciattoli vari, da creature bizzarre. Pensate a questo mondo come una cittadina organizzata, capeggiata da uno scheletro, Jack Skeletron. Provate a immaginare come questa pacifica cittadina, la cui unica priorità è da sempre l’organizzazione e la perfetta pianificazione della Festa di Halloween, venga sconvolta dal tentativo di introdurre, da parte del capo Jack, un’altra festività, “aliena”, d’importazione umana: il Natale. Il Nachele (Natale), secondo Jack, potrebbe essere addirittura migliore.

 

Un disastro preannunciato. Disastri, incomprensioni, sabotaggi. Jack Skeletron con la sua slitta volante, un moderno e più scheletrico Icaro, si avvicina troppo ai tetti delle case umane, nel goffo tentativo di sostituire Babbo Nachele (Natale), recapita ai bambini umani regali spaventosi e mostruosi, convinto di fare del bene. Ed il Bau Bau aspetta, annidato nel buio, il fallimento di Jack, il fallimento del sognatore. Moderno Icaro, che si brucia e sprofonda negli abissi, dritto nelle fauci della disperazione. Il Bau Bau, mostro tenebroso, attende.

Una favola burtoniana in stop-motion (pensata e creata da Burton ma portata sullo schermo dall’amico H. Selick), che però vira in senso opposto alle altre. Ciò che appare migliore, forse perché più luminoso, più sorridente, non necessariamente è davvero migliore. Il diverso che cerca di trascinare i suoi eguali, così troppo diversi (e ciò non va bene), ad emulare i “normali”, per essere finalmente tutti uguali. Per poi rendersi conto di quanto sia in splendida forma la loro diversità, così rassicurante e normale, in fondo.

 

film di Tim Burton 4

 

1) Edward mani di forbice (1990)

 

Si dice che in alto crescano i fiori più stupefacenti. Si racconta che crescano isolati l’uno dall’altro, quasi come eremiti coraggiosi. In alto, nascosto nel castello che da sempre è la sua casa, vive Edward (Johnny Depp), un ragazzo pallido, vestito di pelle, con i capelli corvini tutti spettinati. E con un insieme di forbici, coltellini e cesoie al posto delle sue mani. Vive solo, perché il suo creatore, un brillante ed amorevole scienziato, è morto improvvisamente, lasciando incompleta la sua creatura. Ecco perché Edward ha delle mani di forbice. Non è stato finito, è incompleto.

 

Per un caso, Edward viene trovato da una donna che lo porta con sé nella sua casetta color pastello, che fa parte di una cittadina dai colori vivaci ed aggressivi, popolata da uomini insignificanti e da grasse e smaliziate pin-up decisamente troppo in là con l’età. Lui, la novità, il ragazzo mezzo robotico che non parla quasi mai, diventa un tuttofare (giardiniere, parrucchiere, scultore), incuriosendo sempre più il vicinato. E pensare che Edward guarda solo una di queste donne, la splendida, giovane ed irraggiungibile Kim (Winona Ryder). Può limitarsi solo a guardarla, non può rischiare di toccarla, lui, che non ha le mani, che ha delle orribili forbici con cui potrebbe farle del male per errore. Ed è a causa di un – tragico – errore che Edward, da fenomeno da baraccone curioso ed innocuo, si trasforma, agli occhi degli stupidi ed ottusi abitanti di quella patetica cittadina, in mostro feroce, creatura abominevole, scherzo della natura, da braccare, da inseguire e scacciare con fiaccole e forconi.

 

In questo meraviglioso film di Burton, ancora una volta troviamo un Edward, ancora una volta un emarginato, un clandestino ai margini di nessuna società. Ancora una volta un richiamo a Frankenstein, al mostro che vive recluso nel castello, isolato perché diverso. Ancora una volta lo scontro fra due mondi, quello di ciò che è conosciuto (perciò buono) e quello che invece non conosciamo (perciò ? …), ancora una volta un amore fortissimo (in questo caso, quello tra Edward e Kim), che cerca di superare tutto. E tutti.

Tutto, in realtà, nasce di qui. Il film che si fa testamento dell’animo di Tim Burton. Cupo, dark, ma dolcissimo, così incredibilmente umano da far commuovere anche arrivati alla centesima visione. Due mani, gelate e bianchissime, nella notte, con tantissima malinconia ed una fitta dolorosa in fondo al cuore, cercano di sfiorarsi.

Apriamo uno spiraglio, lasciamo entrare tutta la magia che Tim Burton può regalarci.

 

film di Tim Burton 5

 

*****

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