Ecco la nostra classifica dei migliori film del 2016.

 

3) Il club – Pablo Larrain

Il grande talento di Pablo Larrain già si era rivelato con incredibile chiarezza nella trilogia sul Cile di Pinochet (Tony Manero, Post Mortem, No!); l’ultimo anno solare ha offerto alle sale cinematografiche altri due capolavori del giovane regista cileno quali Il club e Neruda, entrambi legati a doppio filo alla storia e alla cultura del suo Paese natale. Abbiamo scelto Il club perché, a nostro parere, rappresenta la vera essenza del cinema di Pablo Larrain. Un cinema che, pur mostrando enorme chiarezza concettuale, si affida spesso a un simbolismo che trascende immagini e situazioni rappresentate per sviluppare su un piano altro, una riflessione che chiama in causa il rimosso di un Paese e di un Popolo che non ha mai realmente fatto i conti con il proprio oscuro passato.

Anche Il club – servendosi delle vicende di quattro sacerdoti che, per ragioni diverse, si trovano in una casa di accoglienza e riposo per espiare la propria colpa lontano dagli occhi della giustizia terrena e dai tribunali – sviluppa una potente riflessione sull’inestricabile rapporto tra pena ed espiazione; sul senso della prima, sulla possibilità della seconda. Larrain, per mezzo dell’impunità garantita dalla Chiesa ai suoi criminali/peccatori, chiama in causa il popolo cileno che, invece di affrontare le proprie colpe, ha preferito nasconderle sotto le macerie della Storia (Post Mortem), o relegarle in un luogo altro, chiuse tra quattro mura, sul ciglio di una scogliera (Il club). Disturbante.

 

migliori film del 2016 8

 

2) Al di là delle montagne – Jia Zhangke

Al di là delle montagne è un film gigante sul gigantismo della Cina. Jia Zhangke continua il suo personale discorso sul capitalismo, il costo del progresso, le conseguenze, dell’industrializzazione della Repubblica Popolare Cinese. Tema che porta avanti fin dagli esordi del suo cinema e che, film dopo film, matura e riflette un Paese che sta perdendo le proprie tradizioni per inseguire il modello occidentale, già metabolizzato e portato ancor più all’eccesso.

Jia Zhangke riparte dagli interrogativi lasciateci con Il tocco del peccato, con quello sguardo su un futuro cupo appena abbozzato, che qui prende vita mostrandoci due generazioni a confronto, quella di Zhang, e quella del figlio Dollar, che non riescono più a comunicare. Le distanze stanno diventando incolmabili, figlie di un vuoto generazionale irreversibile. Dollar, dopo tanti anni in Australia, non si ricorda quasi più di Tao, sua madre, ma anche madre patria di tutti i cinesi che hanno perso le proprie radici.

Jia Zhangke ha dato vita ad un Cinema-Mondo, un po’ come David Foster Wallace in Infinite Jest, o come quello atemporale di Wong Kar-wai; un Mondo che ha come attore protagonista la Cina, quella di ieri, oggi e domani. Gigante.

 

migliori film del 2016 9

 

 1) Il figlio di Saul – László Nemes

Quasi inevitabilmente, il film del 2016 non può che essere sancito il capolavoro dell’ungherese László Nemes, vincitore del Gran Premio della Giuria a Cannes 2015 e dell’Oscar 2016 al Miglior Film straniero. Il War movie atipico del debuttante regista ungherese si candida ad essere uno dei migliori film sull’Olocausto mai realizzati, grazie anche a precise e coraggiose scelte formali – il formato 4:3, la camera in spalla – dietro alle quali sta una precisa scelta poetica.

Alle prese con l’impossibilità di trasporre in immagini l’inferno di un campo di concentramento, il lungo sonno della ragione umana, László Nemes compie l’unica scelta possibile; celare l’orrore dietro ai primissimi piani del protagonista, seguito nel girone infernale con incedere tormentato e claustrofobico.

L’impegno, all’apparenza assurdo e insensato, di offrire una degna sepoltura a un giovane ragazzo, del quale si assume un’improbabile paternità, nasconde dietro di sé un significato profondo.

Quella di Saul – ebreo ungherese deportato – è una guerra silenziosa ma ostinata, per riaffermare il valore della dignità umana, proprio laddove questo valore è stato più calpestato e brutalizzato: il campo di concentramento, l’Olocausto, il Novecento occidentale. Proprio per questa ragione, la guerra di Saul è solo all’apparenza personale, ma in realtà assolutamente universale. Capolavoro.

 

migliori film del 2016 10

 

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