L’ambientazione dei film di Jeff Nichols rievoca  i romanzi d’avventura di Mark Twain.

Dopo aver ambientato il suo secondo film, Take shelter, in Ohio, per questa terza prova da regista Jeff Nichols torna a girare nello Stato che gli ha dato i natali e che è stato teatro del suo primo film (Shotgun stories), l’Arkansas. Stavolta, però, gli spazi aridi e desertici che hanno fatto da sfondo al suo esordio cinematografico lasciano il posto alla natura selvaggia del bacino del Mississippi. Un’ambientazione che richiama alla mente i romanzi d’avventura di Mark Twain da Tom Sawyer ad Huckleberry Finn. E anche storia ed atmosfera riportano alla memoria le avventure partorite dalla penna del grande romanziere americano. Il grande talento narrativo di Jeff Nichols contribuisce poi a farci rivivere, con medesimo stupore, le stesse emozioni.

Il quattordicenne Ellis (Tye Sheridan, visto in Tree of life di Malick) vive con i suoi genitori sulle rive del Mississippi dove aiuta il padre a pescare e vendere il pesce nella vicina cittadina. Un giorno, assieme al suo inseparabile amico Neckbone, orfano che vive anche lui sulla riva del fiume assieme a suo zio (Michael Shannon, ormai presenza fissa nei film di Jeff Nichols), recandosi in una delle tante isolette del bacino del Mississippi, vi troverà un uomo misterioso. Mud (interpretato da Matthew McConaughey), così dirà di chiamarsi, rivelerà loro di essere su quell’isola in attesa di ricongiungersi con la donna che ama e per nascondersi da alcune persone che lo stanno cercando per ucciderlo. I ragazzi decideranno di aiutarlo riuscendo anche ad individuare in città la donna di cui Mud gli ha parlato e facendo da corriere tra i due. In questo modo entreranno in una pericolosa spirale di violenza e vendetta. Ma il coraggio di Ellis e la sua visione romantica della vita, tipicamente preadolescenziale (“Vi aiuto perché voi vi amate” dirà a Jupiter, la compagna di Mud) lo spingeranno a rischiare la propria vita pur di aiutare i due a ritrovarsi. Dovrà però fare i conti con un mondo, quello degli adulti, che affonda le sue radici in logiche opportunistiche, dominato da menzogne ed omissioni. Un mondo che Ellis comincia adesso a conoscere anche all’interno della sua famiglia (i suoi genitori stanno decidendo di divorziare). È così che imparerà la sua prima lezione dalla vita: non sempre le cose possono tornare al loro posto e l’amore (e l’affetto) che si prova per le persone spesso non è sufficiente per sopravvivere alle ciniche trame dell’esistenza.

Ancora una volta il fiume può essere una buona metafora della vita. Come dirà lo zio di Neck ad Ellis, il fiume porta con sé tanta spazzatura: parte di questa non vale niente, altra, invece, può valere qualcosa. Basta saper riconoscere la differenza.