Riposa in pace Ziggy Stardust.

Ci sono film che da bambino hai amato e che ti hanno segnato profondamente, e che poi, per svariate cause, complice il palinsesto televisivo, non rivedi per anni. Labyrinth è uno di questi.
Sono riuscito a comprarlo in Blu-ray da circa un mese, quando l’aria delle vacanze di Natale iniziava a farsi sentire, così come gli sconti su Amazon.
Rivederlo è stato un viaggio fantastico e nostalgico.

 

Stamani ho appreso la sconvolgente notizia della morte di David Bowie, uno dei miei idoli musicali fin da tenera età, e anche protagonista di tantissimi film. Uno di questi è proprio Labyrinth, sicuramente quello a cui sono più affezionato, in cui il Duca Bianco interpreta il mago Jareth, con quei capelli lunghi, il trucco eccessivo, ed espressioni enigmatiche, a dimostrare l’ambiguità dei sogni e dei desideri.
Sarah (Jennifer Connelly), una adolescente con una fervida fantasia, è costretta a restare a casa a badare il fratellino Toby. In un momento di rabbia invoca i Goblin e Jareth, il loro re, affinché portino via il bambino per farlo diventare uno di loro. Capendo di aver commesso un tremendo errore, cerca di rimediare addentrandosi nel misterioso labirinto per salvarlo, ma il tempo stringe, ha solo tredici ore.
Dietro le quinte c’è George Lucas che produce il film. Diretto da Jim Henson, il padre dei Muppets e cosceneggiato con Terry Jones, creatore dei Monty Python, Labyrinth racconta come la giovane Sarah affronti il passaggio, spesso traumatico, dall’infanzia all’adolescenza. Il labirinto che deve affrontare è come un degno avversario di boxe, uno strumento per confrontarsi con se stessa. Tutte le decisioni che deve prendere e le prove da superare, spesso sono caratterizzate da doppi sensi fuorvianti e da tranelli, che le faranno capire la differenza tra giusto e sbagliato.
Questo labirinto di crescita porta Sarah anche a confrontarsi con diversi tipi di affetto: l’amore nei confronti di Jareth, e l’amicizia derivata da un senso di fiducia per i compagni di viaggio.
La concezione del labirinto è visionaria e ipnotica. L’effetto è poi amplificato dalla colonna sonora, che comprende molte canzoni di Trevor Jones e cinque canzoni di David Bowie, Magic Dance, Chilly Down, As the World Falls Down, Within You, e Underground, il singolo realizzato appositamente per il film.

 

A rivederlo nelle vesti di Jareth, con quei capelli lunghi, il trucco eccessivo, e le espressioni enigmatiche, David Bowie ritorna lo Ziggy Stardust degli anni Settanta, il dandy che cadde sulla Terra.