Paul Newman in tutta la sua grandezza.

Gli piace essere diventato vecchio, può permettersi di fregarsene del decoro, della sfacciata bellezza della sua giovinezza, dei gridolini delle donne che gli si erano aggrappate anche dopo i sessanta attorno al braccio. 

Ha bruciato il suo smoking e cominciato ad indossare un paio di occhiali appesi a una cordicella (non dei RayBan come quelli del suo amico Steve McQueen, una di quelle paia economiche, a volte tenute assieme da dello scotch) ed il suo cappellino preferito con su scritto, a lettere dorate, “I vecchi comandano!”.

Cammina molto, ancora ogni giorno cyclette e sollevamento pesi, quel “dinosauro, antidiluviano ed antiquato”, come ama definirsi negli ultimi tempi.

 

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Paul Newman e i suoi occhiali appesi a una cordicella

 

Il 26 gennaio compie 83 anni e 29 di matrimonio con sua moglie che è rimasta, per lui, la vera gioia della sua vita tanto da continuare a declamare pubblicamente di sentirsi un privilegiato ad amarla.

Ma già verso agosto il corpo –ancora tonico- inizia a cedere tanto da costringerlo ad uscire dal Memoral Sloan-Kettering Center su di una sedia a rotelle, il cancro ai polmoni si sta fulmineamente espandendo.

 

Decide, anche se debole, di fare visita al primo campeggio Hole in the Wall, uno di quelli che lui e Joanne hanno creato per i bambini meno fortunati dei suoi e lì, d’improvviso, tira in su la faccia verso l’alto, un lampo di felicità, un momento perfetto, “riesco ancora a sentire le risate dei bambini!”

Il 26 novembre 2008, spira.

Lui, l’uomo dagli occhi blu, è Paul Newman.

 

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Paul Newman, l’uomo dagli occhi blu

 

I Newman, menschen immigrati dediti alle belle arti, alla creazione di ingegnosi brevetti e agli studi accademici, abitano nel quartiere ebraico di Cleveland, che ricorda le “enclaves” ebree delle altre grandi città americane, con bancarelle, piccole botteghe familiari e condomini che emanano ancora odori e rumori del vecchio mondo, fucine delle quali giovani uomini e donne lottavano per l’integrazione nella società americana attraverso lo studio e l’entrata nelle istituzioni sociali e culturali.

 

Art Newman ha fondato assieme al fratello Joe un grande negozio sportivo nel cuore della città, La Newman-Stern Company, punto di riferimento per l’intera regione alla ricerca di mazze da baseball, attrezzi per la pesca ed il campeggio, sci e tende.

Art, ritornato dalla leva, sposa nel 1925 una misteriosa donna di discendenza boema, Theresa, così misteriosa che anni dopo sul letto di morte confessa al figlio di avere non 83 anni ma 87, anche se all’altra figlia ne aveva candidamente dichiarati 93.

Il 26 gennaio 1925, sotto una bufera di ghiaccio e grandine, nasce Paul Leonard Newman.

 

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Un giovanissimo Paul Newman

 

A proposito della sua infanzia racconterà che la vita sin dall’inizio era sempre stata protetta e priva di eventi, il suo ambiente sempre pulito e tranquillo, un padre con un notevole bagaglio di conoscenze, una madre comprensiva ed intelligente.

Paul si arrampica sugli alberi, cerca di imparare a giocar bene a football, scorrazza sui suoi pattini d’argento assieme al peloso Cleo.

Un bambino felice e di bell’aspetto che ama essere il pagliaccio del quartiere e recitare in qualsiasi spettacolino da strada.

La mattina di Halloween del 1936 fa il suo primo debutto come protagonista nel San Giorgio e il drago di Alice Buchan, indossa uno sgargiante costume e sparge sale sulla coda del drago, magrissimo,quasi scheletrico, saltella.

 

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Paul Newman fa il suo debutto ad appena 11 anni come protagonista nel “San Giorgio e il drago” di Alice Buchan

 

Quando la sua giovanile passione per la recitazione si sta trasformando nella decisione di un giovane uomo di impegnarsi nel teatro, Theresa pare sin da subito essere di gran sostegno mentre invece Art, il padre col fiuto per gli affari e le sue grandi mancanze, gli dice di considerare il tutto niente più che un “osservare le stelle”.

 

Il giudizio paterno lacera nel profondo Paul, che rimarrà tutta la vita ammirato dell’intelligenza letteraria del padre, dei suoi alti standard morali, delle sue convinzioni difese con discrezione e fermezza, del suo gentile senso dell’umorismo, della sua diligenza e  reputazione impeccabile di un uomo integro ed onesto, ma perseguitato dal fallimento di non essere mai riuscito a penetrarlo, delle loro silenziose distanze, della freddezza di Art che scambia per disapprovazione perenne, anche se, dopo, lui stesso, Paul, col tempo diventerà similmente un uomo taciturno, parsimonioso e poco eccentrico.

L’angoscia più grande di tutta la sua vita, racconterà un giorno, sarebbe stata proprio quella di non aver avuto la possibilità di dimostrare ad Art che non era affatto un nullafacente, che era riuscito ad avere successo, soldi e persino un’anima gemella.

 

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Paul Newman con Joanne Woodwoard

 

Lontano da casa, dagli sguardi duri di Art e dallo scomodissimo pragmatismo di Theresa, Paul sboccia. Tecnicamente studia economia, ma la sua anima che tanto sembra addomesticata nasconde invece già una certa conturbante violenza, lo spinge nuovamente verso il teatro, l’unico luogo dove sente di poter esprimere un certo acerbo talento.

Essendo un volontario dei Navy Air Corps, raggiunge Yale sperando di diventare pilota ma un controllo oculistico di routine sentenzia che quegli occhi azzurri-blu-cobalto che un giorno sarebbero stati così famosi sono in realtà daltonici e che mai avrebbe potuto volare, poteva magari essere un radiofonista, un fuciliere sui bombardieri.

 

E’ proprio in quel periodo che Paul cresce. Lui, il ragazzo imberbe, quasi minuto, che si è vantato di aver usato in tutta la guerra solo due lame da rasoio, cresce di ben 15 centimetri e si ingrossa notevolmente.

Nel campus trascorre i migliori anni della sua vita, legge (I fratelli Karamazov di Fedor Dostoevskij, Paura, Io, Claudio, Schiavo d’amore, Padri e figli, il Decamerone) si crea un’ottima reputazione da imprenditore ora rivedendo a prezzo maggioritario i bouquet e le ghirlande per il ballo, ora aprendo una lavanderia cosparsa di barili di birra per attirare gli studenti e lava così tanti calzini che per quasi tutta la vita avrà a noia l’indossarli.

 

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Paul Newman ai tempi della Navy Air Corps

 

Paul non sente di avere il cerone nel sangue, il sacro fuoco dell’Arte che gli ribolle dentro, un modello di vita da inseguire voracemente, vuole semplicemente scappare dagli affari di famiglia e recitare gli è sin da subito parsa l’alternativa più possibile.

 

Nel 1949 si sposta a Woodstock, Illinois, per cercare di sfondare come attore, assieme a lui la prima signora Newman, la 17enne anche lei attrice Jacqueline, che, per alcuni biografi, Paul sposa solamente per una sorta di panico omosessuale, per timore di come avrebbero trattato un novellino giovane e bello come lui se per caso avessero sospettato che sarebbe potuto essere disponibile.

Paul ha 25 anni, è laureato, veterano di marina, sposato, attore sconosciuto, erede dell’affidabilissima ditta paterna e con un gran successo nell’essere quello che non è o non vuole essere – un venditore capace, un figlio diventato padre di uno due tre bambini. Ma l’ambizione viaggia più veloce del talento e si spinge a riprovare a recitare, si iscrive al dipartimento di drammaturgia di Yale, decide di imparare a calarsi le braghe ché recitare, si sa, è come abbassarsi i pantaloni, fa sentire esposti.

 

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L’ambizione viaggia più veloce del talento

 

Molto presto ottiene piccole parti in televisione, alcune anche ben pagate, come il sergente di aviazione fantascientifico Tales of Tomorrow e, soprattutto,nel 1952 viene coinvolto in uno spettacolo chiamato “Pic-nic”, storia di una città del Kansas apparentemente popolata da donne sole e dominata da una famiglia ricca, fino all’arrivo di un vagabondo dal forte magnetismo sessuale di nome Hal/Paul che riesce infine a sedurre la fidanzatina del suo migliore amico e a scappare con lei.

 

La parte della giovane Madge che Hal seduce girandole attorno al ballo del picnic è Joanne Woodwoard.

Quando lo vede recitare per la prima volta, Joanne pensa che è terribile, che è solamente una bella faccia, anche se la faccia di un quadro di Botticelli.

A Newman invece, timido e un po’ conservatore, quella ragazza coriacea ed indipendente piace fin da subito, bionda e dagli occhi quasi luccicanti, lontano dalle piccole brune e nevrotiche che in quegli anni così grandemente spopolano.

Si avvicinano sempre di più, prima come amici che si raccontano le cose senza timore di essere ridicoli e poi, nel suo appartamento a Manhattan, come amanti, coi loro sorrisi assassini, energici, amichevoli.

 

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Paul Newman conobbe Joanne Woodward sul set di Pic-Nic

 

Paul,con quei suoi lineamenti perfetti, quello sguardo killer che perfora lo schermo, arriva definitivamente ad Hollywood nel 1954 sull’onda dei nuovi talenti scritturati dall’Actor Studios e viene messo sotto contratto dalla Warner Bros in termini tipici per gli attori emergenti.

Newyorkese nei modi, non abbraccerà mai lo stile di vita losangelino, tanto da essere deprivato di quel cameratismo attoriale e costruirsi la reputazione di una persona irritante e non assistente.

 

In Lassù qualcuno mi ama per il personaggio di Rocky Graziano si allena nella rinomata mecca della boxe al centro di Manhattan, la Stillman’sGym, e trasforma il suo corpo in un fascio teso di addominali e muscoli.

Intanto, così come al college, continua a bere una cassa di birra al giorno, spesso intervallata da una bottiglia di whisky e sigarette, non riesce a rimanere sobrio, come quella volta in cui viene arrestato per aver investito con la sua Volskwagen un idratante.

Inizia ad interpretare uomini molto diversi fra loro, deboli antieroi, distrutti problematici sin dagli anni 50 (Furia selvaggia, La lunga estate caldaLo spaccone, Hud il selvaggioLa gatta sul tetto che scotta, La dolce ala della giovinezza, L’uomo dai sette capestri), e persino quelli positivi che impersona nei film come Lassù qualcuno mi ama, Nick mano fredda, Butch cassidy, La stangata, si avverte che hanno comunque atteggiamenti antisociali se non addirittura borderline.

 

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Paul Newman ha sempre interpretato personaggi borderline

 

Sullo schermo, l’uomo preciso, introverso, razionale interpreta mascalzoni o delinquenti,alla fine quasi tutti alcolizzati lui che, in merito, preferisce aggiungere che:

 

“ci sono due persone distinte. Io sono Paul Newman e sono anche Paul Newman, l’attore. Il primo non è in vendita. Quando assumono il secondo faccio il meglio che posso, ma nessuno ha il diritto di dirmi come vivere, come vestirmi e come pensare.”

 

Dagli inizi degli anni ’60, Newman è diventato oramai un sex symbol il cui fascino colpisce generazioni diverse, possiede un tipo di mascolinità rilassata e intelligente con uno stile senza tempo ed in più con Joanne Woodward, diventa la metà di una coppia famosissima nel mondo dello spettacolo, un duo moderno le cui maniere dirette e libere contribuiscono a renderlo l’emblema di un nuovo stile familiare accentrato in tutta l’America, sul sogno americano.

Un uomo sensuale che può essere affascinante, curioso, romantico, in grado di trasformarsi in maniera convincente in un uomo freddo, attraente, distrutto, crudele, chiacchierone, irritabile, onesto, senza vergogna, represso o liberato e spesso con una combinazione di questi elementi: un vero talento dalle mille sfumature.

 

Un uomo che piace anche agli uomini, affascinante, anche se non riesce ad essere comico,  determinato anche se non eroico, tanto che una nuova biografia di  Newman,“The Man Behind the Baby Blues” rivela come Paul abbia avuto nel corso della sua carriera numerose relazioni omosessuali (con Brando, con Dean, con McQueen, Robert Wagner), il giovane Apollo che una volta Rod Steiger apostrofò come colui che “potrebbe girare con la patta dei pantaloni slacciata, così almeno è sempre pronto per l´uso”.

 

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Paul ha avuto nel corso della sua carriera numerose relazioni omosessuali

 

Conquista nei film una ragazza ma si ha l’impressione che sarebbe stato altrettanto contento se questo non fosse successo, fedele solo alla moglie che, invece, per alcuni tradisce con le stars più sfiorite di Hollywood (Joan Collins, Joan Crawford, Judy Garland, Lana Turner, Grace Kelly, Peggy Lee, Rita Hayworth, Myrna Loy).

 

Sal Mineo si invaghisce così perdutamente di Paul che, quando viene scartato, si vendica portandosi a letto Scott, quel figlio bisessuale, fragilissimo, tossicodipendente e così incapace di vivere all’ombra della grande quercia cobalto del padre da togliersi la vita a 28 anni.

Newman confessa di non aver avuto nessun talento nel fare il padre e che, non avendo mai avuto un rapporto confidenziale col proprio, coi suoi sei figli si è sempre sentito intruso e confuso.

Gli risulta difficile palare con loro, così come gli è difficile parlare con tutti, si isola quando gira un nuovo lavoro, sparisce per mesi, fa seguire eccessi di generosità e confidenza a momenti di abissali distanze.

 

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Paul Newman con suo figlio Scott

 

Eppure Joanne l’ama, perdutamente. Non può vivere senza di lei, nonostante i tradimenti (l’unico veramente accreditato è con la giornalista Nancy Bacon che lo scaccia dal letto dopo esserselo ritrovato, accasciato, troppe volte ubriaco), per Paul “è l’ultima delle grandi donne, è come un elegante Bordeaux del 1962. Anzi,del 59. Quella è un’annata che invecchia bene in bottiglia.”

 

E poi quegli occhi, che restano per lui fonte di incredibile imbarazzo,tanto da iniziare ad indossare occhiali da sole giorno e notte, perché “non c’è nient’altro che ti faccia sentire come un semplice pezzo di carne. È come dire ad una donna: apri la camicetta,voglio vederti le tette!”, preferisce che i suoi spettatori ne apprezzino le battaglie politiche,come l’appoggio a Martin Luther King, la marcia su Washington, le miliardarie donazioni ad ospedali e alla scolarizzazione di bambini indigenti.

Attore versatile, uomo  magnetico e contradditorio, pacato ma esperto pilota nelle corse al alta velocità, divertente coi suoi scherzi spesso infantili e rigido con gli ammiratori troppo pressanti, fedele alla moglie o forse non tanto, salutista ma alcolizzato, inventore geniale (la sua Newman’s Own con la vendita di condimenti alimentari fatturò oltre 15 milioni di dollari) e filantropo, consapevole di certo però che alcune vite –non tutte – spesso non sono che guidate dalla dea Fortuna e dalla benevolenza cosmica.

 

Poco prima di morire, Paul Newman si gira, pianta, in quelli della moglie – la sua compagna,la sua migliore amica –quei suoi occhi immensamente perfetti, luminosamente oceanici, sussurrandole:

È stato un privilegio essere qui.”

Sorride.

 

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