Il maestro giapponese ci consegna un'opera matura, raggiungendo un livello artistico mai visto prima in nessun film di animazione.

Un sogno. È con questo che si apre Si alza il vento di Hayao Miyazaki.

Jiro Horikoshi sogna di arrampicarsi su un tetto, sogna di scalarlo pezzo dopo pezzo per raggiungere un aeroplano di sua invenzione. Sale a bordo e parte.
Inizia a volare nel cielo sfiorando campi come farebbe una spada sguainata. Il buio della notte si squarcia improvvisamente al suo passaggio, tutto si colora di magico con le splendide note di Joe Hisaishi fino a quando viene abbattuto da un enorme nave volante.
Il ragazzo si sveglia e capisce cosa vuole diventare: un progettista di aerei.
Tutta la storia è un delicato sogno ad occhi aperti, una favola dolce ma anche triste, che parla di amore e di morte trasportandoci, come sempre, in quel mondo che Miyazaki ha creato con cura abituandoci a sognare di volta in volta come succedeva nei giorni della nostra infanzia.
I sogni del protagonista si alternano alla vita reale, a quella vita vissuta che gli fa incontrare negli anni dell’università – durante lo spaventoso terremoto del 1922 – una ragazza apparsa e scomparsa come in un sogno, una ragazza che ritroverà dopo diversi anni malata di tubercolosi.
Il maestro giapponese ci consegna un’opera matura degna dei suoi settantanni passati, raggiungendo un livello artistico mai visto prima in nessun film di animazione.
I paesaggi che costruisce intorno ai protagonisti sono poesia per immagini, partendo dall’alto dei cieli fino a scendere in picchiata su campi, case e fiumi.

 

Le tavole di Si alza il vento di Hayao Miyazaki starebbero bene al museo d’Orsay  in compagnia di qualche pittore impressionista perché sono quanto di più bello e simile si sia visto in terra animata.
I nostri occhi vengono rapiti da una sinfonia di colori pastellati che ci trasmette una pace dei sensi degna di una meditazione su una montagna tibetana.
Hayao Miyazaki con il suo pennello intinge di amore i nostri cuori trasportandoci in un mondo diverso da quelli creati in precedenza, perché meno fantastico, ma sicuramente forte e denso di significati.
Vediamo tutto il suo amore per la vita (e per gli aerei) mescolato a quei sogni ad occhi aperti condensato nella bellissima citazione di Paul Valéry: “Le vent se lève… il faut tenter de vivre”.
Il vento che ci spinge forte verso il raggiungimento dei nostri obiettivi, il vento che ci scompiglia i capelli nelle giornate invernali, il vento che trasporta sogni, ricordi e rimpianti facendoci sentire vivi giorno dopo giorno.
Quando ho letto che Si alza il vento sarebbe stato l’ultimo film di Miyazaki è stato come ricevere un pugno al cuore, perché per me i film del maestro sono stati come un’ancora a cui aggrapparsi nei momenti tristi della vita, sono riusciti a farmi scollegare dal reale per quelle ore che speravo non finissero mai; e allora sì, lo posso dire: Hayao Miyazaki per me è stato come un amico, un amico che non vorrei perdere mai.