Emma Watson e Tom Hanks nel cerchio thriller-distopico inventato da Dave Eggers.

Like, follower, social, selfie, post, repost, commenti, notifiche, cam, login: quanti termini, coniati o adattati da o per il mondo web, ci tormentano quotidianamente, ci ossessionano anche quando non vorremmo, ci inseguono ovunque, li ascoltiamo ovunque. In TV (che ne abusa), sulla metropolitana, dalla parrucchiera, in coda al casello autostradale. Perfino al cinema, con quegli smartphone che si illuminano tra le poltrone, rompendo la magia di quel buio, per comunicarci – la maggior parte delle volte – il nulla più totale. Quanto tempo perdiamo dietro un mondo che esiste solo nella nostra tasca – sconcertante il numero di utenti internet che non usano direttamente un computer o utilizzano la rete solo per connettersi ai vari social, ignorando così la complessità, e l’utilità del mezzo democratico per eccellenza –, persi e alienati in un presente che avanza a colpi di refresh. E la domanda, così, sorge spontanea: abbiamo mai pensato a come siamo visti da fuori? A come può essere una vita social davvero social, con una camera puntata addosso, con la privacy azzerata, addirittura fuorilegge. Saremo migliori? Oppure fingeremo di essere migliori? Definitivamente schiavizzati dall’apparire a tutti i costi per ciò che non siamo? Sacrificando la nostra personalità in nome di una prigione mascherata da ”sicurezza”?

 

Se lo chiedeva nel 2013 Dave Eggers, brillante sceneggiatore, saggista e scrittore statunitense, con il best seller The Circle, Il Cerchio (edito da Mondadori), dove metteva al centro delle pagine una grossa agenzia informatica che, dietro le sembianze nobili, nascondeva invece un terribile scopo. Senza inoltrarci troppo nella trama del libro (ma che vi consigliamo caldamente di leggere), arriva oggi sul grande schermo l’adattamento cinematografico, in parte sceneggiato dallo stesso Eggers (passo mai facile e sempre pericoloso) e diretto dal filmmaker (ormai ex) indie James Ponsoldt, regista del riuscito Smashed e, soprattutto, dei notevolissimi The Spectacular Now e The End of the Tour.

 

The Circle 1

Emma Watson, protagonista insieme a Tom Hanks di The Circle

 

Ponsoldt, dunque, con The Circle, fa il passo verso l’Hollywood ad alto budget, costruendo il thriller-moderno-distopico-futuristico sui (grandi) nomi che vestono i panni dei protagonisti: Tom Hanks ed Emma Watson (affiancati da due nomi in rampa di lancio: Karen Gillan e John Boyega). Nella pellicola, l’attrice britannica interpreta Mae, classica figlia della middle-class americana con pochi prospetti e tanta incertezza, almeno fino a quando viene assunta da questa mastodontica azienda (sì, a metà tra Facebook, Google, la Apple e i vari colossi informatici), capeggiata dal guru, direttore e co-fondatore (l’altro interpretato dal sempre bravo Patton Oswald) Eamon Bailey, ovviamente con il volto di Tom Hanks.

 

L’azienda in questione, che domina il film, diventa quindi il fulcro, facendo sciogliere la narrazione verso qualcosa che conosciamo fin troppo bene – e allargando lo spettro su come può essere considerata la privacy al giorno d’oggi – , con la sensazione che ‘il cerchio’ rimanga costantemente aperto facendo entrare al suo interno due interpreti radicalmente diversi, in un contesto filmico nel quale si mischiano frettolosamente morale e amorale, luce e oscurità, capacità e incapacità di constatare dove iniziano i presupposti per superare la realtà delle cose e dove finiscono quelli per non edificare un’accusa (scontata) verso quella realtà in cui è più facile vivere, senza dover fare i conti con la propria immagine. Quella vera però, che nessuno conosce all’infuori del tuo specchio in cui tutte le mattine ti specchi dopo aver controllato come sta la vita che non hai.

 

*****

Se ti è piaciuto questo articolo leggi anche: Guardiani della Galassia Vol. 2 – Le stelle ci guardano.