Un perfetto nastro di Moebius. Un 8 infinito. Con Lost Highway David Lynch ci proietta nella sua mente ammaliandoci.

Non esiste sceneggiatura nella storia del cinema che rappresenti così perfettamente il nastro di Moebius, che ha la peculiarità di non avere due superfici, ma una soltanto come Lost Highway: ciò implica che se percorriamo tale nastro da una parte, ci ritroviamo in quella opposta. Per tornare dalla parte iniziale, basta percorrere nuovamente un giro. Succede proprio questo per tutta la durata del film: Fred, percorso il primo giro del nastro, si ritrova ad essere Peter, che spingendosi troppo avanti ritorna Fred, che percorrendo un altro giro in macchina ad alta velocità si ritrova ad essere troppo presto Peter, che viene sbattuto in galera per furto di auto. È un “8” / infinito. Tutto questo complicato meccanismo del nastro, ci viene dato esplicitamente dai titoli di coda e di testa: una striscia stradale alternata gialla, che sfreccia percorsa da un auto in piena notte. Non ha significato tale colore giallo, ma ha sicuramente un senso profondo, quello di collegare le Strade Perdute (Lost Highway), non solo quelle delle vite di Fred e Peter, ma quelle di ognuno di noi, che spesso non seguono la nostra volontà, ma si fanno trascinare da altre forze, dall’uomo misterioso che vive dentro ognuno di noi, che spesso è una bella passione, o una semplice fobia, ma certe volte è una furia omicida. L’uomo misterioso è infatti la personificazione della follia violenta di Fred: egli è visto solo da Fred, mai da Peter, che lo sente solo per telefono.

 

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L’uomo misterioso di Lost Highway

 

David Lynch spiega che questa è la storia di un pluriomicida che soffre di doppia personalità: è quindi la storia di Fred Madison (“mad” guarda caso ha il significato di “pazzo” e anche di “furioso”), che pensa di essere anche Peter. Di lavoro fa il meccanico, il suo hobby è suonare il sassofono. Questo ce lo spiega il fatto che non sappiamo assolutamente che cosa faccia Fred di giorno, sappiamo che qualche volta suona la notte; dell’altro sappiamo invece che di giorno fa il meccanico. Il filo conduttore delle due vite è l’uomo misterioso, che non sappiamo in quale modo (sicuramente in un modo talmente violento che non può essere raccontato) fonda insieme le due realtà. Le modalità, in modo non esplicito, ci possono comunque essere fornite dalle continue allusioni di violenza verso la testa di Peter che vengono fatte sia da Laurent, che da Alice, che dall’uomo misterioso e soprattutto dalla ferita che porta sul viso inizialmente e che poi scompare. Nella sequenza adrenalinica della traslazione di Peter, percepiamo dei brandelli di carne fatta a pezzi (proprio come Fred fa con la moglie) nel mezzo della strada e una velocissima inquadratura che entra come un proiettile (proprio come uno di quelli che perforano Dick Laurent) dentro una ferita profondissima: l’uomo misterioso frulla insieme le due personalità di Fred, le frulla come farà Dick Laurent con la testa di colui che se la fa con Alice. Lei è la personificazione di Renee, la donna amata da Fred: questo ci viene dato dal cognome Wakefield che, data la complessità semantica, assume le sembianze di una donna ideale, non reale: “wake” = “svegliarsi”, “field” = “campo”. È proprio in un campo deserto che Fred si sveglia diventando Peter. Dick Laurent è inoltre nel finale del film l’amante di Renee, senza nessun filo conduttore fra le due, se non l’interpretazione di Patricia Arquette di entrambe le donne.

 

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Patricia Arquette fa una splendida doppia interpretazione in Lost Highway

 

Renee, che al festino di Andy capiamo immediatamente avere una relazione con quest’ultimo, dice di non ricordarsi che tipo di lavoro egli le aveva offerto, perché è stato tanto tempo fa. È anche la sequenza in cui l’uomo misterioso si presenta a Peter, già visto durante un’allucinazione sul volto di Renee mentre dormiva: è proprio qui che la furia omicida si mostra in Fred, conscio che la moglie reciti scene porno per i malviventi Andy e Dick. Fred inizialmente lo ripudia, quest’uomo sconosciuto, pallido e cadaverico che inquieta noi spettatori per tutta la storia. Nel finale invece ne diviene amico, lo ascolta accettando il consiglio di uccidere Dick Laurent. La casa che esplode è infatti il simbolo della gelosia di Fred che appunto divampa in una follia indomabile contro l’amante di sua moglie. L’ossessione per il lavoro della moglie invade la sua vita, proprio come il video porno col primo piano di Alice domina tutta la scena del delitto di Andy. Fred, inizialmente tenta di vincere l’istinto omicida con la sua musica, che come un canto solitario di un uomo malato si fa sentire anche nell’officina dove lavora Peter: è una musica triste e complessa, che può capire soltanto un uomo che vive un dramma di gelosia come Peter/Fred, che infatti si alza e cambia canzone, nonostante piaccia a tutti. Ce lo spiega la scena in cui Alice si reca al garage e tutti la agognano: è una profonda metafora di come a tutti piacerebbe vedere un film porno di Alice, tranne che a Peter, che cambia frequenza radio.

 

Il tema centrale di questo film thriller allucinato e surreale è l’incapacità dell’uomo di mantenere il controllo sulla propria vita e tutto viene trattato con una struttura che si permette addirittura di scardinare quello che è l’elemento centrale di ogni narrazione, l’identità del protagonista.

 

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Patricia Arquette e Bill Pullman in una scena di Lost Highway

 

In Lost Highway si alternano inoltre tutti i più importanti movimenti della storia del cinema: ci ritroviamo il movimento originario di Erich von Stroheim e Luis Buñuel, dato che tutto ciò che manda avanti la storia sono il sesso e la violenza, la pulsione, l’istinto primario che dal mondo originario l’uomo si porta dentro fino ai nostri giorni, temi tipici del noir; l’immagine-sogno felliniana, dato che il film assume fin da subito le sembianze di un incubo e lo stile è onirico e surreale; citazioni pop tipiche di Quentin Tarantino, dei fratelli Coen, di Robert Rodriguez e di Emir Kusturica, dato che si riconoscono camei di rockstar come Marilyn Manson (nel filmato porno che fanno vedere a Laurent prima di ucciderlo) ed Henry Rollins che è uno dei poliziotti; tutti i tratti più caratteristici del cinema noir in quanto è onirico, insolito, ambiguo, violento, erotico e soprattutto crudele; il rapporto senso-motorio invertito (A-S-A’) proprio del cinema della piccola forma, dato dal rovesciamento del punto di vista (i protagonisti non sono certo dei buoni), dalla confusione, dall’ambiguità e dalla ricerca di indizi che ci facciano chiarire le situazioni. La modalità narrativa con cui viene introdotto il personaggio di Alice richiama Kim Novak in La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock: la solita attrice femme fatale che, dopo essere morta, ritorna nelle vesti di un’altra donna che, ovviamente, ha un’evidente somiglianza con la prima. Anche i protagonisti maschili sono simili per certi aspetti, per altri sono invece complementari: entrambi eccellono nella propria professione, il primo ottimo sassofonista, il secondo impeccabile meccanico; Madison ama accarezzare la moglie e ce lo fa notare Lynch facendo continui dettagli sulle mani dei due amanti, proprio come Peter ama “mettere le mani su questa auto”, riferendosi a quella di Dick Laurent; Fred non riesce ultimamente ad avere una soddisfacente vita sessuale con Renee, invece l’altro consuma molti amplessi sia con la propria fidanzata che con Alice. Quest’ultima considerazione può anche far pensare al fatto che il reale protagonista della storia, Fred, sia capace di avere rapporti sessuali con la moglie Renee/Alice solo quando si trova nella personalità del giovane Peter, in grado anche di accettare (sempre con rancore) il lavoro della compagna.

 

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Una delle scene clou di Lost Highway

 

Importantissima considerazione è da spendersi per un parallelismo fra due rapporti regista-attore: Lynch (proiettato nell’uomo misterioso) e Peter sono paragonabili a Jean-Luc Godard e Jean-Paul Belmondo in À bout de souffle . Il circuito di soggettività ed oggettività investe regista e attore per tutta la durata del film: inizialmente Lynch e l’uomo misterioso perseguitano il protagonista, il primo facendolo soffrire di gelosia nella sceneggiatura del film, il secondo apparendogli in allucinazione; poi continuano: il primo lo fa andare in galera, il secondo si presenta alla festa di Andy. Entrambi però si accorgono di aver “esagerato”: così il regista decide di non farlo morire con la pena di morte ed il secondo per un po’ di tempo non si fa più vedere. Fred allora viene fatto tornare ad un periodo di bella vita nelle sembianze di Peter: ha così un’attiva vita sessuale sia con la propria fidanzata che con Alice, ha un lavoro, i genitori, amici…il contrario della solitudine in cui invece viveva prima. Proprio al termine di tutto questo aggrovigliarsi di piaceri (i poliziotti che sfottevano Fred, ora, pedinando il donnaiolo Peter, si rendono conto di “fare un lavoro del c….”), Fred, finalmente compiaciuto nei confronti del regista per il periodo di benessere che gli ha regalato, torna nella storia evidentemente amico dell’uomo misterioso, che ascolta e ne diviene complice in un gioco di morte e di pulsione. É il medesimo gioco che soddisfa e diverte anche Godard e Belmondo alla fine di À bout de souffle.

 

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