Floating Points, James Holden e Maâlem Mahmoud Guinia hanno prodotto "Marhaba", un album bellissimo, mix delle differenti culture dei tre musicisti.

Sono arrivato in ritardo di un mesetto, come inizio non male, però non posso fare a meno di presentarvi l’ultima uscita di quel bravo ragazzo che si cela dietro Eglo Records, ovvero Sam Sheperd meglio conosciuto come Floating Points. Il giovane produttore britannico ha fatto centro anche stavolta, confermandosi ancora una volta come uomo del momento nel panorama elettronico. Il 2014 è stato decisamente l’anno della sua consacrazione definitiva, sia come Dj che come produttore, grazie alle celebri uscite “Nuits Sonores” e “King Bromeliad” suonate un po’ da tutti. Mi è capitato di ascoltare un suo set a Londra lo scorso inverno e devo ammettere che la sua selezione di soul, funk, r&b ed elettronica sia tra le migliori cose che vi possa capitare di ascoltare in un club. Nel 2015 sembrava aver deciso di prendersi una pausa e così è stato per la prima metà dell’anno. Poi ad Aprile 2015 la notizia di una nuova uscita su Eglo, con la partecipazione di James Holden e del maestro della Gnawa music Maâlem Mahmoud Guinia. I tre si sono conosciuti grazie ad un evento Boiler Room tenutosi a Marrakech nel marzo 2014, hanno stretto amicizia e hanno deciso di dare vita ad un album che fondesse l’elettronica dei primi due con i ritmi afro del terzo.

 

 

L’album è stato registrato durante una sessione all’aperto presso la Biennale di Marrakech, prima di finire nello studio di Floating Points per gli ultimi ritocchi passando, ovviamente, anche tra le sapienti mani del boss della Border Community James Holden. In totale sono quattro tracce, la prima composta da Floating Points e Maâlem, le altre tre da Holden e il sessantenne musicista marocchino. Il risultato è uno splendido mix di due culture differenti: la tradizione musicale dei popoli Gnawa, rappresentata dall’utilizzo del sintir (strumento a corde pizzicate di origini africane), dalle percussioni e dalla voce del maestro africano, si fondono con i synth dei due produttori anglosassoni, che si divertono a fare da semplice contorno al resto, dando un tono ipnotico alle tracce pur restando in tema. I tre lo hanno definito un esperimento di improvvisazione, come ha affermato in seguito Floating Points: “Stavamo suonando allo stesso evento ed eravamo aperti alle idee di ciascuno di noi, è per questo che ha funzionato”.

 

 

L’album è uscito in digitale per Border Community, mentre il vinile è uscito per la Eglo Records, accompagnato da un foto-album di 20 pagine realizzato da Camille Blak che intende raccontare l’intera esperienza dei tre. Buon ascolto!

BONUS RELEASE: Four Tet Morning/Evening EP (Text Records)