Zipper Down, il nuovo album degli Eagles Of Death Metal, progetto di puro rock'n'roll ad opera di Joshua Homme, Queens Of The Stone Age, e Jesse Hughes.

Joshua Homme ha sempre creato musica borderline: dai Kyuss fino ai Them Crooked Voltures, passando naturalmente per gli immortali Queens Of The Stone Age, tutte le sue band hanno un qualcosa di magico che le rende perfette compagne di una notte di fuoco da spendere al limiteAnche gli Eagles Of Death Metal non fanno eccezione in questo senso, essendo una band di due rocker col testosterone a mille che suonano per celebrare il credo del sex, drugs and rock’n’roll.

Ma gli Eagles Of Death Metal hanno anche qualcosa di diverso rispetto agli altri progetti di Baby Duck, la comicità e l’autoironia: basta guardare il famoso video di “I Want You So Hard”, in cui Jesse “Boots Electric” Hughes spoglia la gente solo con il potere di un assolo, per capire il taglio demenziale che i due hanno sempre dato all’immagine degli Eagles Of Death Metal.

 

 

Ma non bisogna farsi trarre in inganno, perché accanto a questa demenzialità c’è musica di qualità, ben prodotta, con melodie studiate nel minimo dettaglio e ritornelli efficaci. Anche in “Zipper Down”, prodotto da Joshua stesso nei suoi “Pink Duck Studios”, queste caratteristiche ci sono tutte.

Basta pensare a “Complexity” che è praticamente 2:39 minuti di ritornello, oppure a “Silverlake” dove un coro che recita “it’s so tight” è ripetuto fino all’ipnosi, per capire quanto gli EODM non badino a compromessi andando dritti al punto che nel loro caso è, repetita iuvant, il rock’n’roll.

 

 

Sorvolo su una abbastanza inutile “Got A Woman” (qui sì, hanno decisamente esagerato con l’old school), e mi soffermo invece su la doppietta “I Love You All The Time” e “Oh Girl”, rispettivamente traccia quattro e cinque del disco. La prima ricorda piacevolmente i Qotsa e ci delizia con  il suo cambio di timbro vocale tra strofa e ritornello e col suo pungente riff di chitarra; la seconda, apice del disco, è la traccia che mi sparerò nelle cuffie quando avrò voglia di un veloce assaggio di Eagles Of Death Metal. Homme (si, suona anche la batteria negli EODM) rallenta il ritmo e rulla sui tamburi da vero polistrumentista mentre la voce di Jesse raggiunge profondità che creano un perfetto climax, adatto a fare esplodere il mega ritornello “You got to save me, baby!” che ricorda il migliore Iggy Pop (quello sotto la guida di David Bowie) e che ti fa venire voglia di premere repeat appena finito il pezzo.

Riflettendoci  è  inutile cercare di stare a capire cosa ci stia o non ci sta in un album degli EODM, perché questi due ci fanno stare qualunque cosa, memorabile o meno che sia, alla sola condizione che quel qualcosa abbia a che fare col solito amico di famiglia un po’ maleducato, sporco e assetato (non di acqua) a cui ormai Joshua da’ del tu da vent’anni.

Il suo nome è Rock’N’Roll, ed è sempre il solito. Per fortuna.